1.Javier La Fata Madrina

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Ed eccomi qui di nuovo nella completa solitudine, Freddy mi mancava, ma era stato chiaro, non poteva amarmi e il mio amore contro il suo passato non poteva nulla. Il suo cuore spezzato non poteva essere ricostruito e anche se mi risulta difficile anche il mio di cuore è spezzato.
Il tempo era così lento e io non trovavo nessuno di interessante.
Una rabbia insolita cresce dentro di me, ognuno sembra trovare la propria strada e io invece resto sempre fermo.
In più devo trovarmi un lavoro per mantenermi.
Ed eccomi davanti al computer a scrivere e riscrivere il mio curriculum.
Finalmente sembra di mio gradimento e prima che cambio idea invio diverse email e ne stampo varie copie.
Giro per la città e l'unico disponibile è una caffetteria del centro, il sorriso del direttore mi convince subito, sembra un brav uomo e la paga che mi offre non è male, so che non lavorerò per sempre in questa caffettiera ma da qualche parte devo pur iniziare. Il mio primo giorno non è così male o perlomeno sembra iniziato bene.
Al bancone siamo in tre: io, Javier e Simon.
Alla cassa c'è Jenna.
Non riesco immediatamente ad instaurare un rapporto, ma sorrido e cerco di risultare a tutti gentile.
Jenna sembra molto simpatica e cordiale, truccata come se lavorasse in banca e la sua divisa è impeccabile, a primo impatto sembra avere un debole per Simon, non so da cosa lo deduco ma su queste cose non mi sono mai sbagliato. Simon non parla molto si limita a frasi già composte inerenti solo al lavoro, Javier invece è allegro sembra conoscere ogni persona che entra e mette tutti al proprio agio anche il sottoscritto.
La giornata scivola senza problemi e il direttore mi dice che se continuo così sarà costretto a tenermi qui per sempre, mi sta simpatico e l'ambiente che mi circonda mi distrae da tutto quel pensare.
La caffetteria è chiusa, saluto i ragazzi e mentre sto per andare via una voce mi chiama,
-Nano- mi giro è Javier - Dimmi- rispondo -Ti va di venire in un posto, c'è la musica, si beve e ci sono anche molti bei ragazzi- mi dice sorridendo, lo guardo con lo sguardo più interrogativo che ho - Sei gay?- domando, quella era l'unica domanda sensata che riuscivo a sputare fuori in quel momento - No non sono gay ma pensavo che tu lo fossi, forse ho sbagliato. Scusa però ci sono anche belle ragazze- dice imbarazzato e con lo sguardo al cielo - No, cioè tranquillo, si sono gay, ma perché? - dico in un uragano di parole - Non ho molti amici e mi sembri un tipo apposto con cui divertirsi in giro- dice poggiandomi una mano sulla spalla - E con il turno di mattina? È il mio primo giorno non vorrei fosse l'ultimo - dico,
-Tranquillo I turni li fa Jenna e domani tu sei di pomeriggio fidati- dice, mi ha convinto, sembra essere l'inizio di una nuova vita ma poi mi guardo sono un disastro, - Abito qui vicino ti lavi e ti vesti da me, portiamo la stessa taglia ti do qualcosa di mio- Javier è molto convincente.
E così faccio come ha detto lui.
Uscito da casa di Javier, sembro un'altra persona e lui si accorge del mio disaggio - Sei un figo, guardati dovresti vestirti e pettinarti sempre così- dice - Sicuro di non essere gay, mi hai trasformato come ha fatto la fata madrina- dico ridendo - Sicuro, ho solo un dono- risponde ridendo insieme a me.

Il locale in cui mi ha portato Javier è pieno di gente che sembra divertirsi ma non so perché dentro di me sembra crescere, il dubbio che sotto a questa storia ci sia qualcosa di strano.

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