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Da scettico qual'era, dovette vincere un'ardua battaglia con il suo cervello per convincerlo di trovarsi realmente in un'altra epoca. Certo, non era del tutto sicuro, ma date le circostanze non poteva essere altrimenti.

La zona che aveva appena lasciato corrispondeva in tutto e per tutto a quella dove avrebbe dovuto trovarsi la sua vecchia casa. Non poteva aver sbagliato strada o essersi confuso perché conosceva bene quel posto, nonostante la lunga lontananza.

Avrebbe potuto affermare di essere arrabbiato, con il libro, con sua madre e con sé stesso, ma in realtà era tremendamente spaventato. Trovava il mondo moderno già di per sé troppo crudele con le persone deboli come lui, figuriamoci ritrovarsi catapultati nel 1800, in mezzo a pericoli e pregiudizi ampliati minimo di mille volte. Chiunque, guardandolo con circospezione per via del suo aspetto da forestiero, avrebbe potuto attaccarlo sia a parole che a fatti e lui non si sarebbe difeso più di tanto.

Corse attraverso gli alberi, saltando agilmente le numerose radici che sbucavano dal territorio umido e mormorando imprecazioni a bassa voce. Arrivò al laghetto con il fiato corto ma poco gli importava.

L'importante era tornare a casa.

Senza l'esitazione della prima volta percorse a balzi le grosse pietre che sbucavano poco più che a pelo dell'acqua, fino ad arrivare su quella che lo aveva trasportato nel passato. Non ci pensò due volte e ci appoggiò un piede sopra con enfasi, convinto di sentire gli stessi brividi di prima, cosa che in realtà non accade. Sbatté più volte le palpebre decisamente sorpreso e perplesso.

Aveva funzionato? Non ne era convinto, anche perché allungando un orecchio riuscì a distinguere il vociare allegro del villaggio dove era stato appena prima.

<Merda> sibilò a denti stretti.

Come colpito da una scarica di nervosismo, il ragazzo prese a saltare freneticamente dal sasso "magico" a quello normale più vicino. Iniziò a pregare con tutto se stesso di captare un qualche tipo di cambiamento nell'aria, anche uno minimo, ma più insisteva e più sembrava non funzionare.

Era talmente veloce a passare da un posto all'altro che iniziò a girargli la testa e in un momento di distrazione posò la suola sul bordo del masso. Il piede scivolò in avanti grazie all'aiuto della melma verdastra, seguito dal resto del corpo che sbatté sulla superficie dura e fretta, finendo poi dritto in acqua come un peso morto.

Il liquido freddo si insinuò in ogni orifizio alla velocità della luce, causandogli un fastidioso shok termico. Nonostante fosse primavera non era decisamente il momento giusto per farsi un bagno perché le temperature ancora non lo permettevano.

Jungkook sbucò dallo specchio d'acqua - che a causa del tuffo involontario si era increspato - con i capelli appiccicati alla fronte, nascondendogli gli occhi e parte del naso.

Poteva andare peggio di così? Si, se ti trovavi bagnato fradicio, infreddolito e nel dannatissimo 1800.

Si girò come una trottola in cerca della sua valigetta e fu notevolmente sorpreso di trovarla appoggiata sul bordo di uno dei massi. Si aspettava di doverla ripescare dal fondo del laghetto, non di certo di vederla sana e salva all'asciutto. Qualcosa di bello gli era capitato in quella giornata allora, anche se minimo.

La afferrò per il manico e la tenne alta sopra il capo mentre arrancava lentamente nel goffo tentativo di uscire dall'acqua. Era zuppo dalla testa ai piedi e senza un cambio di vestiti con sé, d'altronde non avrebbe potuto prevedere quella mattina di farsi una nuotata in un laghetto.

Cercò di strizzare parte della camicia scura che indossava accartocciandone l'estremità e spremendola come un limone, lasciando esposta parte della sua tonica pancia. Spostò lo sguardo sui jeans del medesimo colore, pensando a cosa avrebbe potuto fare per tentare di togliere anche solo un minimo d'acqua, poi rassegandosi all'idea di dover restare così com'era. D'altronde non avrebbe mica potuto girare in mutande per i boschi o ancora peggio, per il paese.

Ink memories || jikook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora