Senza dubbio un paesaggio suggestivo. Per gli amanti della natura - e non - si presentava come un bellissimo posto dove poter fare una scampagnata, dove poter stendere una grande coperta sul terreno ed imbandirla con cibi di tutti i tipi o semplicemente sdraiarcisi sopra con i propri amici, con la propria persona speciale. Le foto che gli avventurieri avrebbero potuto fare, se avessero avuto una fotocamera, sarebbero state perfette per avere un ricordo su carta di quel lato della montagna, tanto famoso per i suoi prati costellati di fiori mozzafiato.
Tutto molto bello, solo che Jungkook non vedeva come quello potesse essere un luogo che nascondesse del magico. Forse era proprio questo: era talmente ben nascosto da non destare sospetti.
<Sei sicuro sia il posto giusto?> chiese perplesso quest'ultimo, guardandosi attorno con circospezione. Sembrava tutto troppo normale per essere quello giusto.
<Assolutamente> rispose emozionato il biondo. In questo luogo aveva visto per la prima volta le dalie, fiori che lo avrebbero colpito a tal punto da utilizzare il loro nome per la propria cavalla, perciò era comprensibile il suo stato d'animo. <L'anziana ha detto che arriverà un segnale. Sii paziente>
<Non è quello che ha detto>
<Tu pensi troppo> lo ammonì il maggiore <Lascia che le cose accadano, per una volta>
Jungkook alzò gli occhi al cielo e spinse la lingua contro la parete interna della guancia, spostando il peso da una gamba all'altra. Avrebbe voluto controbattere dicendo che l'unica volta in cui aveva spento il cervello e si era lasciato andare era finito a letto con uno scrittore conosciuto la sera stessa ad un galà. Ogni volta che ci pensava sentiva lo stomaco rivoltarsi e il fatto che non ricordasse nulla non faceva altro che aumentare il senso di nausea. Non poteva perdonarsi per aver buttato via un momento così importante, qualcosa di suo, così come era suo il diritto di scegliere con chi fare quel passo delicato.
Jimin non sapeva ed era meglio così, per il momento. Preferì posticipare il discorso a quando sarebbero tornati nel ventunesimo secolo, quando si sarebbe ripresentato concretamente quel problema.
Jimin aveva abbandonato la stradina sterrata e si era avvicinato al limitare del grande campo di fiori, portandosi Dalia appresso.
Jungkook fece lo stesso e notò che l'altro stava stringendo tra le dita una dalia, facendola volteggiare come una trottola con il semplice gesto di ruotarne il gambo da un lato e dall'altro. Se la portò al naso come qualsiasi altra persona avrebbe fatto con un fiore, solo che a differenza delle altre volte, dove si percepisce poco niente, le narici si riempirono di una fragranza straordinaria. Una fragranza che non aveva dimenticato, nemmeno dopo tutti gli anni passati dall'ultima volta.
Sorrise felice, chiudendo gli occhi per un istante e quando li riaprì si ritrovò il faccione di Jungkook ad osservarlo con uno strano sorriso sulle labbra.
<Cosa c'è?>
Il corvino sembrò essersi risvegliato di colpo, come se gli avessero appena tirato una secchiata d'acqua sulla faccia.
<Niente, sei solo...>
Non riuscì a continuare a causa della timidezza, ma Jimin capì ugualmente in che modo si sarebbe potuta concludere la frase, perciò arrossì inevitabilmente, porgendo il fiore a Jungkook con un sorriso radiante.
Quest'ultimo allungò la mano e lo prese tra le dita.Bastò un tocco, un semplice tocco, e quel fiore bianco si illuminò immediatamente di una luce blu.
Jimin sgranò gli occhi e si lasciò scappare un sospiro di stupore, mentre Jungkook lasciò cadere - se non praticamente lanciò - il fiore a terra, come se avesse appena preso la scossa.
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Ink memories || jikook
FanfictionJungkook si incamminò velocemente fuori dal boschetto nel quale si era addentrato quel pomeriggio, con il suo libro d'infanzia stretto tra le mani, lo stesso che narrava di un viaggio nel lontano 1800. Di lì a poco avrebbe scoperto di essersi traspo...