Il campo era talmente ricoperto di fiori colorati di tutti i tipi che Jungkook si sentì quasi in colpa a calpestarlo, perciò tentò - per quanto possibile - di poggiare i piedi solamente sulle chiazze erbose.
Ciò fece risultare la sua camminata molto buffa e chi fosse passato di lì avrebbe potuto pensare che stesse praticando una qualche tipo di danza bizzarra o, più semplicemente, che il ragazzo non avesse tutte le rotelle a posto. Fortunatamente, a causa della zona isolata, quest'ultima possibilità era totalmente da escludersi.
I cinguettii in sottofondo, le farfalle che svolazzavano al suo passaggio tra l'erba alta e quest'ultima che emanava un buonissimo profumo di primavera mossero in lui i caldi, intimi, bei ricordi d'infanzia.
Quei pochi che erano rimasti li custodiva così gelosamente che nemmeno lui osava rispolverarli. Questo perché sapeva che subito dopo si sarebbero tramuati in ricordi taglienti, capaci di squartarlo da cima a piedi.
Ciò nonostante, non era riuscito a controllarsi ed in un momento di impulsività era finito col tornare dove felicità e tristezza si intrecciavano tra loro.
Poco a poco stava iniziando a riconoscere ogni particolare della suggestiva campagna che gli si apriva dinanzi agli occhi, sentendo una morsa di malinconia farsi sempre più stretta attorno alla gola, facendogli mancare il fiato.
Si sentiva così piccolo in quello spazio vasto che si espandeva a perdita d'occhio, fatta eccezione per il boschetto che si sviluppava sulla destra e che quindi ne delimitava un lato.
Jungkook si ritrovò a riflettere sul fatto che tutto ciò non fosse altro che il riflesso della sua vita, tanto ampia quanto priva di relazioni importanti e durature. Dopo aver incontrato solo tutt'altro che brave persone, si mise dell'idea di essere lui quello sbagliato, di essere lui a complicare ogni rapporto con il suo essere chiuso e distaccato.
Si era sempre detto "Non importa, tu stai bene anche da solo" e aveva cercato veramente tanto, con tutte le sue forze, di crederci. Nel profondo, però, sapeva che non avrebbe più potuto reggere a lungo perché anche le persone più solitarie sentono, prima o poi, il peso di condividere la propria vita solo con sé stesse.
Passo dopo passo arrancò a fatica nell'erba alta, arrivando praticamente sfinito davanti ad una casa in legno e mattoni, dove si fermò per riprendere fiato.
La studiò da lontano, con lo stesso sguardo di chi aveva subito un torto e ora guardava il colpevole del reato con l'orgoglio ferito.
Avrebbe voluto prendere la prima pietra da terra e scagliarla con forza contro la struttura vecchia e decadente, per poi continuare all'infinito fino a vederla crollare davanti ai propri occhi. Ma non lo fece. La rabbia era tanta, certo, ma il riaffiorare di alcuni ricordi legati ad una persona a lui cara, forse la più importante della sua vita, lo fece desistere. In ogni caso non avrebbe trovato ugualmente la forza per compiere quel gesto.
Il corvino credeva di essere capace di agire d'impulso, lo sperava quanto meno, ma la verità era ben altra.
"Privo di spina dorsale!" gli aveva urlato contro suo padre un giorno, dopo l'ennesima alzata di gomito esagerata. Jungkook non se l'era presa perché sapeva che l'uomo parlava sotto l'effetto dell'alcol, ma il commento non poté passare inosservato.Non sapeva se avesse effettivamente ragione ma col tempo finì per crederci veramente, limitando al minimo le sue capacità di adattarsi alle situazioni e di manipolare a proprio favore, rassegnandosi con un "Non importa, non sono abbastanza".
Si avvicinò lentamente all'ingresso della casa e salì con attenzione i gradini, che scricchiolarono sotto il peso dei propri piedi.
Ora si trovava faccia a faccia con la grande porta che lo sovrastava minacciosa. Sfiorò con le dita tremolanti il legno scabro, quasi sussultando per quel delicato contatto e sentendosi pervaso da innumerevoli brividi che partirono dalla falange e si dipanarono su tutto il resto del corpo, come una scarica elettrica.
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Ink memories || jikook
Fiksi PenggemarJungkook si incamminò velocemente fuori dal boschetto nel quale si era addentrato quel pomeriggio, con il suo libro d'infanzia stretto tra le mani, lo stesso che narrava di un viaggio nel lontano 1800. Di lì a poco avrebbe scoperto di essersi traspo...