Capitolo 1

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Quel pomeriggio Erika mi inviò un messaggio
"21:00 sotto casa tua, si va a una festa!!!"
Era una di quelle feste che organizzavano gli studenti, quelle con poco cibo, tanto alcool e sesso.
Decisi di andarci come supporto morale, siccome sapevo che ci sarebbe stata anche la sua Crush, Luca, uno del quinto anno, un po' più grande di noi, uno di quei ragazzi che giocano a calcio e che vanno in palestra tutto il giorno, tutti i giorni e non hanno niente nel cervello.
Quel pomeriggio cercai di studiare, ma con scarsi risultati e prima che potessi accorgermene arrivarono le 21:00.
Misi i primi vestiti che mi erano capitati sotto mano, un semplice pantalone nero strappato sulle ginocchia e la mia solita camicia bianca.
Presi il cellulare e corsi giù dalle scale.
Mi madre non era in casa, perciò le lasciai un semplicissimo biglietto sul tavolo della cucina
"torno tardi, non spararmi sveglia".
Già nel parcheggio si sentiva la musica che proveniva dal locale.
Entrate notai un sacco di ragazzi e ragazze già ubriachi.
Nell'aria c'era un fortissimo odore di fumo.
"Ci si vede dopo" disse Erika, prima di raggiungere Luca e il suo gruppo.
Andai a sedermi su uno dei divani ai lati della sala e passai tutta la serata con un bicchiere vuoto in mano, avevo deciso di non bere, siccome al ritorno dovevo guidare e non volevo finire sul giornale con una scritta agghiacciante sotto la foto della macchina in frantumi.
Ascoltai i discora assurdi e senza senso delle persone ubriache che si sedettero di fianco a me, senza aprire bocca.
Odiavo le feste, erano piene zeppe di gente ubriaca, che non sapevano neanche cosa stessero facendo.

Decisi di andare a fumare una sigaretta, perciò cercai la prima uscita sul terrazzo. Aprii la porta, presi il pacchetto dalla tasca dei pantaloni, accessi la sigaretta e la lascia bruciare.
Sentii aprirsi la porta e un ragazzo iniziò a parlare
"Hey bella bionda, vieni che ci divertiamo" quando mi voltai, lo vidi, era palesemente ubriaco e come se non bastasse conoscevo anche la sua ragazza.
"Senti, non rompermi il cazzo, torna dalla tua fidanzata" risposi io
"Ma quella troia non lo saprà mai" aggiunse lui
Appoggiò le mani suoi miei fianchi e io mi divincolai subito.
Lo spinsi contro il muro, le nostre facce erano talmente vicine che sentivo la puzza di alcool e sigarette che impregnavano la sua bocca.
"Forse sei un po' sordo, perciò te lo riparti, non rompermi il cazzo!"
In quel momento sentii di nuovo la porta aprirsi.
"Brutta Puttana! Quello é il mio ragazzo!" disse la persona che ci aveva raggiunto sul terrazzo.
Non riconobbi subito la voce, ma quelle ultime due parole mi fecero tornare in mente a chi appartenesse.
"Luna... non é come credi" risposi io girandomi.
"Elisa..." disse sconcertata "brutta puttana sapevo che volevi rubarmi il ragazzo, ma non pensavo saresti arrivata fino a questo punto!" Disse lei
"Fanculo tu e lui" dissi, per poi aprire la porta e sbatterla alle mie spalle, non volevi neanche spiegarleygr ciò che era successo, sapevo che non avrebbe ascoltato neanche una parola di quello che avevo da dire.
Andai da Erika, anche lei ubriaca e con attorno un sacco di ragazzi che sbava no guardandola.
"Andiamo" dissi, prendendola per un braccio e trascinandola fuori dal locale
"Ma mi stavo divertendo, che troia rovina a feste che sei!" rispose lei.
"Non sei la prima che mi chiama così oggi"
Non diedi peso alle sue parole, ma mi ripromisi si non mettere più piede in una festa del genere.
Il giorno seguente quello stronzo stava dicendo a tutta la scuola che mi aveva addirittura portata a letto, per questo non mancarono le occhiate nei corridoi e le risatine alle mie spalle, la maggior parte delle persone lo dimenticarono il giorno dopo, ma non lei.
Iniziò a chiamarmi troia, puttana e vi risparmio il resto. Da quel momento non parlammo più, o meglio non parlammo più in modo civile.

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