Capitolo 8

14 1 0
                                    

Elisa:
Sembrava che quella sera non fosse mai arrivata, sembrava che non avessimo mai giocato a quello stupido gioco, sembrava tutto normale; la nostra amicizia si evolveva ogni giorno; io cercavo di parlare sempre di più e di aprirmi con lei, anche se le voci che giravano su di me mi dipingevano come una stronza senza cuore, che non mostrava ne affetto ne emozioni, come quella fredda e apatica nei confronti degli altri. Ma, lasciando stare le voci, continuavo a chiedermi perché trovassi la cosa così strana.

Quella mattina io, Erika ed Elisa ci incontrammo al bar per fare colazione.
La cameriera si stava dirigendo verso il nostro tavolo.
"Ciao ragazze, cosa prendete?" chiese, mostrando in un sorriso i suoi denti bianchi e perfettamente allineati.
"Per me un cappuccino, grazie" rispose Erika
"Mentre per me un succo alla pera" continuò Luna
"Io sono a posto così, grazie" dissi
Quando si allontanò, Erika iniziò a guardarci in modo strano e tutto quello che capì era che se ne sarebbe uscita con una domanda del cazzo e io non sbagliavo mai.
"Ragazze, cosa è successo l'altra sera alla festa?" chiese, per poi continuare "Sapete ho sentito delle voci..." disse, lasciando la frase in sospeso.
"Cosa pensi sia successo? Abbiamo fatto un gioco del cazzo e ci hanno obbligato a baciarci" dissi, accentuando quel "obbligato". Non sapevo esattamente perché mi stessi scaldando così tanto , ma sapevo benissimo che lei aveva già saputo tutta la storia, ma aveva il vizio di mettere il dito nella piaga.
"Va bene, ma calmati"
Forse avevo alzato un po' troppo la voce, siccome tutto il locale si era girato a guardarci.
"Che cavolo avete da guardare?" chiesi, rivolgendomi a tutti i clienti seduti ai tavoli che mi stavano letteralmente fissando
"Adesso basta! Stai esagerando! Vieni fuori un attimo" disse Luna per la prima volta.
Non cercai neanche di controbattere, tanto, in qualche modo, mi avrebbe trascinata fuori dal locale.
"Ma che cazzo di problemi hai?" chiese
"Io? Non hai detto una parola su tutto quello che è successo! Ma d'altronde non è successo niente, non capivi neanche cosa stesse accadendo, perché eri troppo ubriaca per capirlo".
"Credimi, ero più sobria di te e capivo cosa stava succedendo. Dimmi non avevi voglia di continuare a baciarmi?"
Un'altra cosa che mi faceva incazzare di lei, la sua voglia di iniziare sempre una nuova discussione, aveva sempre voglia di litigare.
"Come scusa?" cercando di mantenere la calma
"Forse dovresti lavarti le orecchie la mattina. Ho detto che ti stava iniziando a piacere"
"Che troia!" risposi
Eravamo due stronze senza cuore, ci saremmo scannate pur di avere ragione.
"Sai solo insultare le persone quando dicono la verità?"
"Io entro a scuola, ci si vede... forse" conclusi, per poi dargli le spalle e andarmene.
Sapevo benissimo che stava cercando di provocarmi, ma non volevo dargliela vinta anche su questo.

La mattina stava passando così lentamente che mi ero messa a giocare al solitario sul computer, il gioco più noioso sulla faccia della terra, e nel frattempo pensavo e ripensavo. Forse avrei dovuto chiederle scusa. Sapevo che mi ero incazzata troppo. Ma cosa potevo fare?
E fu proprio quando la prof di italiano iniziò a spiegare la storia di Como che mi venne in mente un modo per farmi perdonare, anche se era stata lei la più stronza.

Durante l'intervallo andai a cercarla in corridoio; era con Luca, il ragazzo della sua migliore amica, altre ragazze che non conoscevo e Marianna, la sua migliore amica, era una ragazza molto semplice, capelli castani, pelle molto chiara e occhi azzurri come il mare; si vestiva alla moda ed era un di quelle persona che ti faceva ridere anche nelle situazioni meno opportune.
"Ciao, ve la posso rubare un attimo?"
"Certo, portala via che ci sta rimbambendo" disse Marianna ridendo, mentre gli altri ragazzi la seguirono a ruota.
Andammo in un angolo vicino alla finestra.
"Cosa vuoi?" disse, cercando di non guardarmi in faccia.
"Vuoi che ti chieda scusa, va bene... scusami, non avrei dovuto girarmi male nei tuoi confronti, di Erika e dei clienti" risposi, non ero abituata a scusarmi e quelle parole uscirono in modo molto forzato.
"Accetto le scuse, ma ti dovrai far perdonare"
"Ecco ed è per questo che tu verrai come me, sabato, in un posto molto molto bello per me"
"Stai diventando troppo sentimentale e questo lato di te non mi dispiace affatto, perciò ci sarò" rispose, finalmente sorridendo.
Feci per andarmene, ma mi girai verso di lei
"Comunque non era una domanda"

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 02, 2021 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Odio, amore e odio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora