Traccia terza.

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Il taxi si ferma a metà strada.

-Che succede?- chiedo al conducente mentre lui si volta, appoggiando una mano sul sedile accanto al suo.

Mi guarda e mi sorride. Ha un volto simpatico, porta gli occhiali e un berretto di lana. -Siete arrivato.-

Arrivato? Di già?

Lancio un'occhiata fuori.

No, si sbaglia, qui non c'è il Diogenes Club. Non vedo traccia della targhetta color oro, tirata come sempre a lucido, quasi fosse un trofeo. Nessun edificio bianco in stile neoclassico all'orizzonte.

Il taxista scende dalla vettura e dopo aver aperto la portiera e tirato su il sedile mi guarda con sguardo gentile.

-Non siamo arrivati- ripeto, testardo. -Ci sono ancora due metri da fare, circa- gli dico mentre faccio uno sforzo disumano per scendere. Ho ancora le cuffie nelle orecchie ma non sto ascoltando nulla.

-Niente da fare. Io devo fermarmi qui. Ordini del Governo. Se vuole può continuare da solo. Io non posso fare nient' altro per aiutarla- mi dice, amareggiato.

Lo guardo e poi mi ricordo di doverlo pagare, così comincio a frugare nelle tasche. Lui con un lieve sorriso, scuote la testa e scrocchia la lingua.

-Mi pagate per questo pezzetto di strada? Non si preoccupi- mi dice sorridendo. Sorrido anche io e ricomincio a camminare mentre lui risale sul taxi e se ne va. Mi metto le mani in tasca e premo il tasto PLAY.

PLAY.

Bene, bene. Anthea, mia cara. Ti ricorderai quel giorno in cui mi hai convocato facendomi credere che Mycroft voleva vedermi. Ebbene, non c'era mio fratello ad aspettarmi ma eri proprio tu, Anthea. Mi ricordo anche che arrivasti ad offrirmi del "Chardonnay", se non sbaglio. Eri anche visibilmente imbarazzata. Quella volta non avevi il cellulare in mano, è stato strano vederti senza. Mi ricordo anche che avresti voluto cominciare una discussione ma non ci riuscivi. Balbettavi parole a caso, senza un nesso logico. All'inizio non riuscì a capire, facevi quasi paura e tutto il giorno rimasi con quel pensiero in testa di te che mi guardavi e balbettavi senza senso. Il pensiero di una te tanto strana senza cellulare e che mi aveva invitato con la scusa di Mycroft...

Ma mi spiace, la tua storia non è ancora giunta al termine.

Infatti ...

PAUSE.

Comincia a piovere, sento le gocce sulla pelle. Sono senza ombrello, ma non mi importa. Lascio che il bagnato mi entri dentro, tanto ormai non sento più niente. C'è Sherlock nelle mie orecchie. Di nuovo, dopo tanto, troppo tempo.

E la pioggia non esiste.

-Dottor Watson? Cosa ci fa qui, a quest'ora?- mi chiede una voce alle mie spalle.

Mi volto e trovo davanti a me la nuova ragazza dell'ambulatorio.

Dio, non ricordo il suo nome.

-Oh, ciao. Facevo un giro, sai com'è mi serve per smaltire la tensione mattutina, Annie - le dico, sicuro di aver azzeccato il nome.

Tengo le dita incrociate dentro la tasca dei pantaloni. Ora che la guardo bene ha anche un bel viso incorniciato dai capelli biondi e corti, due guance paffute e due grandi occhi verdi.

-Mary. Mi chiamo Mary- mi corregge, ma non sembra scocciata dal mio errore, sorride.

Sorrido imbarazzato anche io e mi scuso, ma lei mi fa un gesto che interpreto come "Non preoccuparti".

13 Reasons Why || Johnlock style.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora