Traccia settima.

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Buio.

Luce.

Buio.

Luce.

Sono in paradiso?

-John?-

È una voce familiare. Sherlock?

Buio.

No. Sherlock è morto. Eppure ...
Luce.

Gli occhi bruciano. Lacrime o la troppa luce? Non lo capisco.
-John?-
La voce è più calma e preoccupata adesso.
No. No. Non è Sherlock. Lo so.
Mi asciugo gli occhi con la manica del maglione.
Sì, ho pianto, ma non penso sia questo il motivo per il bruciore agli occhi.
Apro gli occhi completamente.
Lestrade. Di nuovo.
-Greg.-
Mi aiuta a rialzarmi e barcollo. Preoccupato mi tasto le tasche dei pantaloni cercando l' iPod e per fortuna lo trovo.
Guardo l'ora.
Le tre e mezza del mattino e la batteria è al 60%.
-Cosa ci fai ancora per strada? Mi sembravi un barbone ...-
Faccio un mezzo sorriso. Ho veramente un aspetto tanto trasandato?
-Perchè tutti si stupiscono nel vedere me, fuori, a quest' ora e non loro stessi? Anche Mycroft mi ha fatto questa domanda- provo ad alludere a Mycroft ma sinceramente non lo faccio con cattiveria, sono solo curioso.
Vedo la mano di Greg tremare non appena dico il suo nome.
-Oh, Mycroft, certo ..-
Lo vedo temporeggiare e tormentarsi le mani.
Ho scoperto che quella luce era la luce di una torcia che mi stava puntando addosso per farmi svegliare.
-Allora, bell' addormentato, ti va di svegliarti completamente o sei ancora da "5 minuti, mamma"?
Greg prova a scherzare, ma è l'unico a ridere alla sua stessa battuta.
Lo guardo con uno sguardo da cane bastonato perché, sinceramente, non sono proprio in vena.
Faccio per andarmene ma lui mi ferma, mettendomi una mano sulla spalla.
-Ehi, so cosa vuol dire. Sherlock era anche un mio amico.-
Sembra piuttosto addolorato, per questo gli sorrido leggermente e lo seguo verso la macchina posteggiata di fronte "Angelo's".
Il locale è chiuso ma con la luce dei lampioni riesco ad intravedere di sbieco l'insegna del locale.
Butto un'occhiata alla macchina.
Certo non è una Lamborghini o un Alfa Romeo, anche se non mi intendo di macchine visto che non so guidare, ma è una Macchina con la M maiuscola.
Placcata nera, lo stemma sul cofano, 4 posti. Ha il tettuccio detraibile perché al momento è come se non esistesse.
-Salta su.-
Salgo sulla macchina e lo aspetto. Non appena sale anche lui e chiude la portiera, cala il silenzio.
-Cosa aspetti ad ascoltare Sherlock?- mi chiede come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Seriamente? Pensavo volessi parlare con me o ... Che ne so, vantarti di quanto va veloce questo "gioiellino"- dico roteando gli occhi e virgolettando in aria, ironizzando sui film americani. Lui mi guarda e ridacchia sommessamente, sistemandosi sul sedile.
-Fa finta che io sia un autista e che tu sia su un taxi. Un pó come hai fatto tu questa sera facendo il pendolare, girando per Londra- mi dice con tutta la semplicità che un solo uomo possa possedere.
Prendo l' iPod e le cuffie, premo il tasto PLAY e ascolto Sherlock.

PLAY.
Lestrade.
Allora, il D.I Lestrade ed io abbiamo un'amicizia ... Si dice davvero così? Amicizia?


Ridacchio sommessamente e lo guardo con la coda dell'occhio mentre lui infila le chiave e mette in moto correndo a vele spiegate per la strada.

Dicevo, io e il D.I Lestrade abbiamo un'amicizia veramente ... Storica.
Ci conosciamo da quando ho iniziato la mia carriera e mi sono sempre fidato di lui, in tutto e per tutto. Lui era come il mio spacciatore.
Mi procurava i casi che erano la mia alternativa alla droga e io lo ripagavo risolvendoglieli.


Mi gira un momento la testa e solo ora mi accorgo che Greg sta correndo su una strada abbandonata.
No, non sta correndo.
Sta, letteralmente, facendo il forsennato e starà sicuramente infrangendo le regole della strada a go go.
Ho la nausea, ma non penso che la colpa sia di Greg che si sta divertendo parecchio.
No, forse non è divertimento ... Forse è dolore ... Forse è rammarico, non lo capisco.

13 Reasons Why || Johnlock style.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora