Sono passati già 10 minuti.
Tra poco suonerà la campanella di fine ricreazione, meglio dirigermi verso la mia classe, o almeno, questo dovrei fare.
Dopo esser scappato dalla discussione con Tobia e gli altri non me la sento di tornare come se nulla fosse, sedermi vicino a Lukas e ridere sottovoce mentre la prof.ssa di italiano sgrida Samuel perché si addormenta sul banco. Non mi va di tornare in classe, non oggi.
'Ehi! Malcom, dove stai andando?' - dice una voce familiare che non riconobbi subito.
Mi giro e neanche il tempo di aprire bocca che non vedo nessuno.
Me lo sarò sognato, ho bisogno di dormire di più.
'Ehi! Malcom!' - la voce si fa più forte.
10 secondi di silenzio.
'Malcom! Ci sei?' - è come se fosse davanti di me.
Mi giro. Nulla. Solo corridoi vuoti, ormai sono tutti in classe la campanella è suonata da almeno 5 minuti e io sono ancora dentro la scuola, devo muovermi.
Neanche 10 metri percorsi.
'Malcom! Cazzo Malcom!' - pure sgarbata adesso.
Niente, non vedo nessuno, non ho la minima idea di chi possa essere, inoltre i corridoi si fanno sempre più lunghi, mi sembra che la porta d'uscita si stia allontanando.
Inizio a correre.
Sempre più veloce.
La voce è sparita.
'Porca troia Malcom, mi senti!?'
Col cazzo, è tornata.
Che fastidio.
Ma non mi interessa, continuo a correre.
Non sono nemmeno stanco.
La porta però non collabora, sembra sempre più lontana.
Che fastidio.
Mi sono rotto, sono stufo di correre a vuoto, quasi quasi vado in una classe vuota e gioco a Clash of Clans, è da un po' che non lo apro ora che ci penso.
D'accordo, ho deciso.
La classe di scienze questa settimana è stata perennemente occupata, ma oggi, che la 4a è in gita scolastica, dovrebbe essere libera dalle 11:25 alle 12:30 e ora sono appena le 11:32.
Mi dirigo verso l'ala est, dove appunto è situata l'aula periodicamente teatro di reazioni chimiche non proprio in programma.
Sono quasi arrivato, la porta è semichiusa ma le luci dentro sono tutte spente, si vede che avranno dimenticato di chiudere la porta - pensai.
Mi avvicino per capire se nell'aula ci sia qualcun altro ma sembra libera, così entro e chiudo la porta facendo attenzione che nessuno mi vedesse. Porta chiusa, è ora di accendere le luca.Nulla.
Ci riprovo.
Il risultato non cambia.
Poco male, per giocare col cellulare non è che abbia bisogno della luce, quindi mi accingo a sedermi al banco nell'angolo in basso a sinistra, quello in più lontano da possibili occhi indiscreti.
Butto a terra lo zaino, pessima idea, dentro ci sono minimo 5 libri e altrettanti quaderni, e ogni libro pesa minimo una tonnellata.
L'incontro tra il mio zaino e il pavimento non è certo dei più amichevoli, fortunatamente l'aula di scienze è abbastanza isolata e quindi in teoria nessuno dovrebbe aver sentito nulla.Riprendo in mano la zaino, puntualmente rimasto aperto.
Cazzo, che palle. Ho detto a mia madre di comprarne uno nuovo, questo è distrutto. Cazzo.
Raccolgo tutti i libri, li appoggio sulla sedia del banco accanto a quello che avevo scelto, mi siedo al "mio" posto e mentre cercavo di tirar fuori il cellulare dalla tasca della giacca, mi viene in mente una cosa che avrebbe cambiato i miei piani.
Forse avrei fatto meglio a tornare in classe e continuare la mia classica giornata da studente del liceo, perché sembra che tutto sia contro di me oggi.
'Malcom... hai... cellulare...?' - è tornata.
Non ho capito proprio tutta la frase, rispetto a prima la voce sembra più lontana, però aveva azzeccato in pieno il problema; il mio cellulare è nella mia giacca, che puntualmente avevo lasciato in classe appena prima di uscire per la ricreazione.
Una mia abitudine che mi porto appresso dalla terza media, sotto "consiglio" di mia madre.Cazzo mamma. Ti voglio bene eh, ma che palle, di nuovo tu. Oggi il mondo mi spara merda con un AN-94.
La stanza è buia, sono senza cellulare e la porta benché chiusa cigola ugualmente. Sono stanco e vorrei tornare a casa, il mondo sembra avercela con me per chissà quale arcano motivo.
Sono stufo, potrei andare in classe per prendere il cellulare ma non avrebbe senso, poi dovrei litigare con la professoressa e fare un ulteriore figura di merda con i miei amici. Non se ne parla.Uscire ed andare a casa rimane al soluzione più consona, ma, la porta risulta sempre più lontana. Non riesco ad avvicinarmici. Che fastidio.
'Malcom, hai rotto cazzo, svegliati!' - sta volta la sento decisamente più vicina.
Svegliarmi? Ancora questa voce, ma cosa vuole da me?
Ciao, scusate l'interruzione, sono io, Malcom.
Volevo solo dirvi che Tomas nonché autore di questo romanzo, di cui io sono il protagonista (ottima scelta direi), lo potete trovare su Instagram: "corpiuma", profilo dove pubblica le sue poesie, frasi, pensieri e chi più ne ha più ne metta.
Passate a darci un'occhiata, merita ツ .
Noi ci vediamo nei commenti, diteci qual è fino ad ora il vostro personaggio preferito di "Il sorriso che manca" (ovviamente io, ma ve lo chiedo lo stesso perché mi piace vedere il mio nome sulla tastiera di tutti ◔◡◔ ).

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Un sorriso che manca
Romance[in corso] Samantha, una ragazza come tante altre, se non fosse che non sorride e che vive confinata in camera sua, che sia inverno, che sia estate. Innamorata della solitudine, ma nulla dura per sempre. Malcom, un ragazzo come tanti altri, anzi, un...