VIII.

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Eftychìa
Era questa la parola più gettonata sulla nave in quel periodo ed Amelia non riusciva proprio a capire a cosa si riferisse.
Già da parecchi giorni quel nome era sulla bocca di tutti e presupponeva fosse una città; anche perche molte più persone stavano attenti nell'osservare se si vedeva terra all'orizzonte, da quando si era sparsa questa voce tutti nella ciurma sembravano aver preso vitalità e risultavano molto più felici.
Amelia non capiva
Si era incrociata con Niall qualche giorno fa che sembrava completamente su di giri e- già era strano il fatto di incontrare il biondo sulla nave ma oltretutto appena l'aveva vista senza troppe cerimonie aveva afferrato la sua mano facendola roteare su se stessa un paio di volte.
Inutile dire che Amelia fosse diventata un pezzo di ghiaccio tra le sue braccia ma Niall non sembrava essersene accorto dicendole semplicemente
'Adesso arriva il vero divertimento' per poi scomparire da qualche parte trotterellando.
Si
Decisamente non capiva

In quel momento si trovava proprio sul ponte mentre camminava verso il sotto coperta, andava lentamente a causa della caviglia ma il bastone ormai non le serviva più; Harry pochi giorni addietro le aveva fatto togliere tutto l'impacco attorno alla gamba sostituendolo con delle fasce abbastanza rigide da riuscire a tenerla ferma comunque, per Amelia fu una grande sorpresa vedere di riuscire ad appoggiare il piede senza provare dolore e addirittura appoggiarsi ad esso.
In quel momento si limitava a zoppicare ma era molto più facile dato il poco peso rispetto a prima, inoltre la ragazza che l'aveva aiutata- Sophia se non ricordava male- le aveva anche spiegato che ormai il peggio era passato e che adesso era solo questione di non troppo tempo prima che riuscisse a camminare normalmente di nuovo.
Stava andando tutto per il meglio senza nessuna infezione o qualcosa di irrecuperabile e quella era decisamente una benedizione.

"Mancano pochi giorni ormai" sentì dire da qualcuno alla sua destra non troppo lontano, la voce era femminile ed intrisa di eccitazione
Pochi giorni per cosa?
Fece per girarsi ma qualcuno le venne addosso urtando la sua spalla, l'impatto non fu abbastanza forte da farla cadere ma a quanto pare lo fu per qualcos'altro; infatti in pochi secondi un grande quantità di oggetti, sopratutto ferraglia, si sparpagliarono introno ai suoi piedi.
Sgranò gli occhi alzando di scatto la testa per vedere a chi aveva fatto cadere tutta quella roba e sperando che nessuno attorno a loro avesse notato l'accaduto; era alquanto sicura di aver visto qualche chiodo infilarsi tra le assi ed andare perduto per sempre.
Sperò che non fosse nulla di importante.
Il suo sguardo incontrò immediatamente quello di un ragazzo, anzi ragazzino, che la stava fissando con occhi verdi spalancati; sembrava essere più turbato di lei su quello che era appena successo.
Il suo viso era cosparso da alcune macchie nere, probabilmente di cenere, e aveva dei lineamenti che ad Amelia era capitato davvero poche volte di vedere.
Gli occhi a mandorla, come si diceva, e il viso tanto sottile quando tondeggiante; il naso era leggermente schiacciato e piccolo, alcuni capelli neri come la pece ricadevano sulle spalle lisci ed aggrovigliati tra di loro mentre il resto era legato in una coda in modo da non finire davanti agli occhi.
Orientali
Quelli erano tratti orientali, quel ragazzo proveniva da una terra che Amelia non aveva mai visto ma si narravano tante storie a riguardo.
Come ad essersi risvegliato da uno stato di di trance il ragazzo si riscosse abbassandosi subito e cercando di raccimolare il più velocemente possibile tutta la ferraglia caduta, Amelia lo sentiva mormorare qualcosa che però non riuscì a comprendere.
Decise di aiutarlo.
Si abbassò a sua volta e prese una modesta quantità di chiodi e anche alcuni oggetti a forma ovale che non aveva mai visto, una volta che tutto fu raccolto si alzò nuovamente in piedi e li porse al ragazzo che la guardava a bocca leggermente socchiusa, sembrava alquanto sorpreso.
Dopo diversi secondi, che passò a guardare prima i chiodi e poi Amelia diverse volte, alla fine decise di prendere il tutto farfugliando diverse volte alcuni 'grazie' inciampando sulle parole, le sembrò anche che le sue guance avessero preso un colorito leggermente rosato mentre cercava di sistemarsi al meglio in modo da riuscire a tenere tutto tra le sue braccia.
Inutile dire che non ci stesse riuscendo nemmeno lontanamente: il fatto era che le sue braccia erano davvero troppo magre ,tanto da sembrare solo ossa.
Non c'era storia che riuscisse a tenere tutto tra di esse.
Amelia non seppe se per pietà oppure per semplice tenerezza ma dopo alcuni minuti passati a guardarlo mentre era evidentemente in difficoltà decise di aiutarlo
"Li porto io i chiodi, dammi ti aiuto" disse e senza aspettare il suo assenso afferro nuovamente quella manciata di chiodi ; la sorpresa sul volto del ragazzo , se possibile, aumentò riprendono poi a balbettare cose che sinceramente non riusciva capire.
Sospettava che non fosse nemmeno inglese quello ma comunque anche lei era sorpresa da se stessa, probabilmente se ci fosse stato qualcun altro al posto di quel ragazzino sarebbe scappata a testa bassa dopo aver farfugliato diverse scuse, ma in quel momento sentiva che quella era la cosa giusta da fare.
In qualche modo si rivedeva un pochino negli occhi verdi pieni di stupore e terrore.
Erano entrambi sulla stessa barca no?
Letteralmente.
Il ragazzo si rassegnò dopo poco ed Amelia lo seguì sottocoperta, non riusciva a stare al suo passo per via della gamba ma comunque lui non andava troppo veloce dato l'ammasso di cose che teneva tra le braccia.
Scesero un bel po' di piani prima di ritrovarsi in un posto che non aveva mai visto prima di adesso: era pieno di persone, tutti uomini, diversi sacchi pieni di polvere nera erano posizionati di fianco a quelli che sembravano forni enormi.
Si soffocava lì dentro, il caldo era insopportabile e l'odore di bruciato misto a quello di fumo rendeva tutto più difficile, si sentì tirare leggermente dalla manica della camicia e subito spostò gli occhi sul ragazzino che le stava facendo segno di seguirlo.
Sebbene la voglia di tornare in dietro e non addentrarsi oltre in quel posto era tanta si convinse a seguirlo fino a che non arrivarono in un luogo leggermente più appartato e con molte meno persone.
I rumori di metallo che sbatteva ,delle voci roche ed affaticate facevano da sottofondo.
Si trovavano in una stanza in quel momento , quella che sembrava una cabina estremamente piccola riempita da ferraglia; il ragazzo senza troppi problemi getto quello che aveva tra le braccia in mezzo a tutto il mucchio e con un cenno la invitò a fare lo stesso.
Amelia si limitò ad appoggiarli in un posto a caso
"Grazie- disse il ragazzo una volta che si rimise in piedi- non penso ci sarei riuscito da solo" continuò portandosi una mano a grattarsi il retro del collo ed abbozzando un sorriso imbarazzato, le parole erano leggermente confuse ma l'accento sembrava davvero quello inglese.
Passarono alcuni minuti di silenzio in cui si sentivano soltanto delle urla in sottofondo
"Che posto è questo?" Chiese allora vedendo che il ragazzo non sembrava aver intenzione di parlare
"Oh-umh, non so quale sia il suo nome però... noi lo chiamiamo forno, insomma, lo abbiamo sempre chiamato così..." cercò di spiegarsi ma continuava ad inciampare sulle sue stesse parole, Amelia pensò che il termine fosse azzeccato per il caldo soffocante che c'era in quel posto ma non riusciva a capire come le fosse passato inosservato per tutto quel tempo, ormai si trovava su quella nave da un mese o anche di più ed aveva accettato l'idea di non riuscire a vedere tutti sempre sulla nave.
Ma quel posto non era decisamente silenzioso e non le sembrava di aver mai visto nessuno di così sporco sul ponte.
Era come una parte nascosta.
Il ragazzo vedendo l'espressione confusa e leggermente corrucciata sul volto di Amelia sembrò allarmarsi
"Sono nei guai vero? Non dovevo portarti qui, tu fai parte della ciurma? Non dovresti assolutamente essere qui, ti prego non dire niente a nessuno. Mi dispiace" cominciò a dire velocemente facendo aumentare la confusione nella testa di Amelia, non capiva perché si stesse agitando tanto, sembrava avesse persino difficoltà a respirare.
"Non... non sei nei guai? Perché dovresti esserlo? Hey- stai tranquillo" cercò di calmarlo poggiandogli una mano sulla spalla per scuoterlo leggermente, non si rivelò una buona idea nell'esatto momento in cui gli occhi verdi del ragazzo si spalancarono fissando la mano.

Fin dove arriva il mare - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora