XII.

411 36 5
                                    

Amelia si svegliò all'improvviso sentendo un forte senso di nausea colpirle direttamente lo stomaco, spalancò gli occhi sedendosi di scatto, piegandosi su se stessa e vomitando sentendo il sapore disgustoso della bile in bocca.
Tossì un paio di volte prima che il senso di nausea si acquietasse e di riuscire focalizzare la stanza in cui si trovava; era la cabina del capito e -più precisamente- notò che si trovava proprio sul letto.
Su cui aveva appena vomitato
Ah-
"Vedo che stai meglio" disse una voce alle sua sinistra facendole girare di scatto la testa; subito incontrò gli occhi verdi di Harry che la stavano guardando con quella che le sembrava compassione.
Nel giro di pochi secondi sentì la rabbia pervaderla ma prima che potesse rispondergli l'ennesimo conato di vomito la costrinse a girarsi e rimettere ancora il nulla, questa volta sul pavimento però.
Si ritrovò nuovamente a tossire con gli occhi pieni di lacrime e un sapore a dire poco orribile in bocca mentre malediva in tutte le lingue possibile quel senso di caduta che continuava a farle girare la testa.

Fece un respiro profondo e sentì dei passi avvicinarsi, non si girò con la paura che un altro minimo movimento avrebbe potuto farla vomitare nuovamente; sentì il suono arrestarsi ,poi le mani di Harry iniziarono a raccoglierle i capelli, che solo in quel momento notò essere sciolti sulle spalle.
Sebbene percepiva la delicatezza nei suoi gesti nell'esatto momento in cui passò la mano nella parte superiore poco più vicino alla fronte si ritrovò a sibilare istintivamente sentendo una fitta di dolore proprio in quel punto, il riccio bloccò in suoi movimenti per un attimo.
"Scusa."  Disse semplicemente per poi continuare con più lentezza, Amelia avrebbe tanto voluto uscireste con qualche risposta acida
Scusa per cosa?
Per avermi chiuso qua dentro durante la tempesta?
Per avermi lasciato praticamente morire?
Ma non ne aveva davvero la forza.
Pochi secondi dopo legò i capelli con un nastro e poi le si posizionò davanti porgendole un secchio di latta.
Lei lo fissò con occhi lucidi prima di afferrarlo e portarselo in grembo
"Cosa c'è che non va?" chiese probabilmente notando la sua espressione sofferente
"Ho le vertigini" rispose sentendo l'ennesimo conato; subito si piegò sul secchio ma non uscì nulla se non qualche rivolo di saliva e un po' di tosse.
Amelia avrebbe tanto voluto vomitare addosso ad Harry perché quello era colpa sua, l'aveva rinchiusa in quella stanza obbligandola ad essere sballottata da una parte all'altra in continuazione, si sentiva come se il corpo stesse ancora ondeggiando quando in realtà era completamente fermo, inoltre la testa le faceva tremendamente male.
Maledetto Harry

"Appoggia i piedi a terra, ti aiuterà" consigliò lui non cogliendo lo sguardo di rabbia che Amelia gli stava evidentemente riservando, seguì comunque le sue istruzioni sollevando i piedi nudi ed appoggiandoli a terra evitando accuratamente le due pozze di 'vomito' e mettendosi definitivamente seduta davanti al capitano che in quel momento era accovacciato in modo da arrivare alla sua stessa altezza mentre la guardava con aspettativa.
"Meglio?" Le domandò e, si, andava meglio per le vertigini.
Non per altre mille ragioni
"Perché mi hai chiusa qua dentro?" Ribattè lei e subito notò lo sguardo di Harry farsi sorpreso da questa sua risposta, molto probabilmente era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.
Per un momento le sembrò di vederlo fare un'espressione che gridava: 'ma non è ovvio?'
Fu veloce comunque a ritornare neutrale.
"Non potevo tenerti sulla nave" cominciò ma subito venne interrotto
"Perché no?" Sputò Amelia con tono arrabbiato e accusatorio sentendo la nausea salire ma la ignorò stringendo la presa sul secchio di latta.
Vide Harry serrare la mascella ma comunque rispose calmo
"Avresti rischiato troppo, la tempesta non era iniziata nemmeno da mezz'ora e stavi già rischiando di finire in mare. Non potevo tenerti lì, controllarti e cercare di non far ribaltare la nave nello stesso tempo." Spiegò con tono apparentemente pacato ma Amelia sapeva che dentro stava iniziando a scaldarsi.
Beh, anche lei
"Tutti gli altri erano là fuori, potevo rimanerci anche io." Continuò imperterrita, per un attimo le sembrò che Harry non avesse da che rispondere; se ne stava in silenzio con le labbra piegate in una linea dritta e rigida mentre i suoi occhi volavano tra i vari tratti del suo volto.
Tuttavia la risposta arrivò
"Tutti gli altri erano preparati ad una tempesta di quel tipo ed allenati in modo da non finire in mare." Ribattè sempre con quel tono pacato e calmo come se fosse una cosa talmente ovvia.
Le stava facendo saltare i nervi.
"E l'unica soluzione era rinchiudermi qui dentro?!" Alzò leggermente la voce e sapeva di star superando il limite ma davvero si era sentita all'inferno per quei minuti infiniti in cui era rimasta cosciente mentre volava da una parte all'altra delle stanza che mai le era sembrata così piccola.
Già non sopportava l'idea di ritrovarsi rinchiusa destro ad una stanza, ritrovarsi rinchiusa dentro ad una stanza nel bel mezzo di una tempesta era troppo.
La testa cominciava a fare sempre più male
"In quel momento si! Era l'unica soluzione!" Alzò a sua volta la voce Harry ed Amelia lo notò stringere le mani a pugno.
Fece per ribattere ma il vomito glielo impedì e si ritrovò piegata a rigettare l'anima e il niente per l'ennesima volta.
Al diavolo

Fin dove arriva il mare - H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora