INTRODUZIONE

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Ho attraversato 36 anni di insegnamento, da emigrata in quanto le mie origini sono emiliane; ho avuto vicissitudini di salute e problemi di famiglia. La prima casa dove ho abitato in Valtellina nell'88 aveva l'accesso attraverso la porta di una stalla, venivo da Reggio Emilia considerata allora la città più avanzata sotto ogni punto di vista che ci fosse in Italia e vi lascio immaginare lo stupore. Quando uscivo per andare a scuola però rimanevo abbagliata dalla bellezza delle montagne cariche di neve che cambiava colore ad ogni ora del giorno e della notte. I primi alunni che ho conosciuto parlavano un dialetto che non conoscevo e che mi hanno insegnato, i colleghi eterogenei mi hanno accolto, ma soprattutto i primi due dirigenti a cui devo tantissimo e che mi hanno insegnato il lato artigianale della didattica . Non mi sono arresa, ho visto situazioni che sembravano cambiare, che invece sono rimaste uguali. Ho iniziato quando gli alunni erano giudicati con chilometrici giudizi scritti in bella grafia a penna sulla scheda di valutazione, poi abbiamo fatto giudizi con le letterine, infine i voti con giudizio.

Anche i programmi sono cambiati profondamente, in teoria siamo passati dal nozionismo alle competenze, ma non siamo ancora riusciti a dimostrarlo né con gli Invalsi né tanto meno con i PISA.

Non mi interessa esprimermi sulla questione, quello che invece mi permetto di osservare è che il fardello burocratico si è via via appesantito e ha rubato tempo ed energie preziose alle riflessioni da insegnante che portano poi alla programmazione e alle idee nuove che servono per adeguarci alle esigenze dei nostri ragazzi, contemporaneamente ho cambiato alcuni punti di vista che mi hanno plasmata dandomi i giusti stimoli per proseguire in questa professione.

Alla fine degli anni 80 quando ho iniziato ad insegnare matematica e scienze in quella che si chiamava scuola media, il nome di questo contenitore di idee era ECOLOGIA. In seguito è diventata EDUCAZIONE AMBIENTALE, poi diventata OUTDOOR EDUCATION partendo dalla scandinava FRILUFTLIVS. In queste pagine ho voluto descrivere il mio cambiamento attraverso il significato di queste parole.

Perché imparare camminando? Vivere fuori ( outdoor, parola molto cool) vuol dire essere disponibili a recepire tutte le esperienze che vengono offerte ai cinque sensi. Vuol dire viaggiare leggeri, con un bagaglio ridotto all'osso. Quello che ricordiamo è quello che ci serve per vivere, il resto fa solo bagaglio pesante.

Le parole ruotavano intorno all'ambiente e alle sue problematiche e spero di avere contribuito, alla lenta ma inarrestabile presa di coscienza che ha provocato questa folata di aria fresca che mi ha attraversata e cambiata.

Ogni scheda di questa raccolta sarà corredata da giustificazioni pedagogiche, didattiche, di storia locale e di riferimenti alle cartine topografiche utilizzabili per facilitare le uscite, che motivano e giustificano certe scelte che ho operato. 

FAR SCUOLA ALL'ARIA APERTA : OUTDOOR EDUCATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora