Aeral dopo essersi riposato o almeno quel poco che poteva, uscì dalla sua stanza e cercò un servo per chiedere dell'acqua e un catino per potersi un attimo rinfrescare dopo un lungo viaggio, ma notò che ogni servo che incontrava andava terribilmente di fretta "sarà per il banchetto" pensò e arpionato il primo che passava, il più vicino a lui gli chiese di portagli il prima possibile ciò che aveva richiesto, il servo, un ragazzo di appena venticinque anni con capelli scuri e magro, vestito di un semplice completo di seta a quella richiesta annuì velocemente e corse via. Aeral noto che era completamente sudato come se avesse corso da una parte all'altra per tutto il giorno e pensò che stava per esserci il banchetto più grande a memoria d'uomo. Dopo un quarto d'ora arrivo la roba richiesta e dopo essersi lavato velocemente si inizio a preparare, indossando l'abito che era stato lasciato lì, era un abito bianco di pura seta con al centro il simbolo ricamato in oro dell'eroe e mentre Aeral si vestì sentì quanto fosse leggero e morbido il tessuto, pensò quanto lavoro ci fosse stato dietro alla sua realizzazione e pensò a Clovis e alla sua gentilezza nel portagli un vestito così ricamato e prezioso. Nel mentre guardò fuori dalla finestra e quello che vide lo sbalordì, centinaia di carrozze, cavalli e persone a piedi si stavano dirigendo verso il castello, lì tra il marasma di persone e cose notò grazie agli stendardi che portavano alcune famiglie, vide lo stemma della Famiglia Lynx su una carrozza ma anche quello della famiglia Myx che era scortata da quattro colombe bianche, dopo di loro la strada fu sgombrata e vede passare quattro enormi carrozze, scortate da una miriade di soldati sia colombe che non che si dirigevano verso il castello e Aeral capi subito chi fossero, erano le carrozze dei quattro Gran duchi, loro erano le persone più importanti dell'impero visto che ognuna di loro governava per conto dell'imperatore un quarto di tutto il territorio imperiale ciascuno, facendo de facto questi titoli inferiori solamente a quello Imperiale, le quattro famiglie gran ducali erano Truy che come simbolo aveva una lancia spezzata su sfondo Rosso, Fryor che aveva come simbolo una mano che reggeva un'altra con in mano una spada luminescente in campo bianco, Gyort che come simbolo aveva una Viverna dorata con sfondo blu e la famiglia Jyrny che come simbolo aveva una sole nascente su sfondo bianco, tutte e quattro scelte dall'eroe stesso come suoi rappresentanti. Dopo il passaggio di queste le altre persone e carrozze tornarono a passare in flotte, Aeral allora dopo essersi vestito decise di uscire ma non prima di aver levato un legno dal pavimento per inserirci una spada che si portava dietro sin dall'inizio del viaggio e appena richiusa la fessura uscì. Dopo aver passato i soliti servi che correvano da una parte all'altra e dopo essersi dispiaciuto per loro uscì dal torrione e lì vide Roman che lo stava aspettando con alcune guardie Imperiali, tutti vestiti con l'armatura completa, "Maestà, è pronto? Lei è l'ospite d'onore" disse il lord comandante scherzando, "Avrei preferito qualcosa di più informale a dire la verità" rispose sorridente l'eroe "L'eroe torna dopo dieci anni è logico che sua maestà e gli altri vogliano festeggiare, ma non mi dilungo oltre, sono stato mandato per scortarla alla sale del banchetto, poi io e gli altri miei fratelli della guardia saremmo in giro a controllare la situazione" disse Roman con voce fiera e l'eroe ormai rassegnato all'idea del pomposo banchetto disse "Fatemi strada, lord comandante" Roman annuì e si diressero alla sala, Aeral mentre camminava vide il cortile principale ormai quasi vuoto visto che le ultime carrozze e cavalieri che scortavano i nobili si stavano allontanando, l'eroe si interrogò su quanta gente fosse presente e soprattutto a quante persone avrebbe dovuto parlare, con questo pensiero salì la scalinata principale che portava alla grande sala appena prima di entrare si fermarono, due guardie, anch'esse completamente coperte dall'armatura, addette alla porta la aprirono e un vento caldo e rumori di musica investi il gruppo, appena le porte si assestarono ai lati la sala piombò nel silenzio, rotto solamente dal rumore di dei corni con un voce potente che diceva ma più corretto dire urlava "Silenzio prego, annuncio l'ingresso del nostro ospite d'onore, Sua maestà imperiale Aeral primo del suo nome, primo imperatore del continente di Aresil, primo re di elfi nani e uomini, eroe e capo della coalizione dei popoli libero, liberatore del continente e uccisore del Tiranno" appena finito di parlare l'eroe entrò, la luce della gran sala lo accecò come un uomo che ha sempre vissuto nelle caverne e per la prima volta vede il sole, appena i suoi occhi si abituarono alla luce quello che vide lo lascio stupefatto, centinaia di tavoli era disposti in una sala di color blu cobalto, nel soffitto erano raffigurate una centinaia di migliaia di stelle, facendo pensare a un cielo stellato, la sala era divisa con una centrale con tutti i tavoli e ai due lati un rialzo in legno di quercia dove stavano soprattutto musicisti e cantanti, Aeral avanzò nel nel centro dove era stato messo un prezioso tappeto bianco mentre lo guardava l'eroe vide che il pavimento era formato da marmo bianco, passo in mezzo ai tavoli dove i nobili e i cavalieri si inginocchiavano al suo passaggio, infine arrivo nella parte finale della sala dove era presente la tavola dell'imperatore, superata la quale c'era un grande spiazzo e infine il trono imperiale, alto dieci spanne fatto con oro e pietre preziose blu con ai lati scene di guerra che riguardavano quella contro il Tiranno, Aeral arrivò allo spiazzo e davanti a se c'erano i quattro gran duchi che si inginocchiarono e dietro di loro sul gran trono un uomo, ero alto e magro con capelli neri corti, portava alla testa una corona circolare d'oro intagliata con gemme preziose con al centro una piccola spada bianca, portava anche lui dei vestiti di seta bianchissima con al centro il simbolo imperiale ma invece dell'eroe il suo simbolo non era fatto d'oro ma era nero, l'imperatore si alzò scendendo dal trono e nel silenzio più totale si avvicinò all'eroe, si scrutarono per un secondo finché lui disse con un sorriso "Quanto tempo vecchio amico" e lo abbracciò la folla urlo di gioia, l'eroe disse "Vero, spero ti sia comportato bene" rimbambiamo l'abbraccio, in quel momento senti che il vestito del suo amico era più ruvido del suo, finito l'abbraccio l'imperatore disse con voce tonante "Si dia inizio al banchetto" e i servi entrarono dalle porte laterali portando cibo, vino e birra, nel mentre Roman si defilo dopo essersi inchinato al sovrano e si mise alla destra dell'imperatore, che disse all'eroe "Ho fatto il meglio che ho potuto ma sono felice che tu sia qui, domani ti devo parlare di una cosa urgente ma per stasera festeggia" dicendo queste gli diede una pacca e andò a sedersi al tavolo centrale, l'eroe andò quindi dai quattro gran duchi che erano John Truy, James Fryor, Charles Gyort e William Jyrny, disse a loro "Vecchi amici quanto tempo, sembra una vita fa che combattemmo insieme" John che già ai tempi della guerra era anziano disse "Eh, maestà il tempo scorre inesorabile per tutti" nel mentre fu interrotto da Charles che disse ridendo "Maestà, non ascolti questo vecchio, ormai pensa solo alla tomba", uno sguardo di ira si levò da John, "Non avete rispetto di chi avete davanti" tuonò James inginocchiandosi all'eroe "Maestà, è una gioia vederla in salute" "E tu sei il solito leccaculo" tuonò William a James e guardando l'eroe disse "Come vedete maestà non è cambiato nulla" e tutti e cinque esplosero in una risata, dopo questa si salutarono e ognuno si recò al proprio posto nel tavolo centrale e così anche l'eroe che si sedette a fianco di Edward Lynx che vedendo il suo vecchio amico si emozionò e fu un compito assai arduo per l'eroe calmarlo, in quel momento Aeral penso quanto anche a distanza di anni quanti tutti i suoi vecchi compagni non fossero cambiati e nutrissero affetto nei suoi confronti come ovviamente lui per loro, visto che tutti durante la guerra si salvarono la vita a vicenda e si fidavano ciecamente l'un dell'altro, con questo il banchetto iniziò ufficialmente. Furono immesse sulla tavola varie portate di carne e di pesce così tante che l'eroe stava scoppiando per il cibo, parallelamente botti su botti di alcol fluivano nella sala, piano piano molti ospiti tra cui i gran duchi stessi si stavano ubriacando, l'unico che beveva poco era Clovis che mentre si intratteneva scherzando con alcuni nobili e le loro figlie, per quanto a suo agio l'eroe notò che stava ripetutamente battendo le dita sul tavolo in modo compulsivo ma nel mentre un'altra scena lo distolse dall'imperatore ed era di John e Charles che litigavano animosamente in preda ai fumi dell'alcol, Charles provò a colpire John ma si sbilancio cadendo per terra, questo genero una risata generale da parte degli ospiti ma chi non rideva notò l'eroe erano le guardie ai lati della sala che stavano ferme immobile come soldati di cera, questo provocò all'eroe uno strano senso di disagio, cosa che vedendo gli occhi di Edward anche lui provava, nello stesso momento in cui l'eroe stava per parlare con Lynx, dalla zona dei cantori si levò una voce di una fanciulla che accompagnata dai vari musicista iniziò a cantare "La ballata del liberatore", canzone scritta durante la guerra che narrava della imprese di Aeral, nel mentre l'imperatore si alzò e disse facendo scendere il silenzio nella sala "Vorrei fare una serie di brindisi" tuonò e un ghigno si creo sulla sua faccia "al mio vecchio amico Aeral che grazie a lui il mondo è stato liberato, che grazie a lui il mondo è in pace e che io anche al meglio delle mie capacità non sarò mai come lui, che lui è impossibile da raggiungere per qualsiasi essere umano, che lui è amato da ogni persona mentre io vengo solo disprezzato perché non sono lui e infine all'eroe, l'uomo che mi ha rubato tutto" a ogni brindisi la sua voce aumentava di volume sempre di più sino all'ultimo che sembro più un urlo d'ira mentre ripetutamente dava pugni sempre più forti alla tavola, infine dopo le parole del sovrano calo il silenzio che durò un secondo perché un'altro suono arrivò, quello di un sibilo, in tutto questo Aeral capi e guardò dalle zone rialzate e lì le guardie presero dal basso delle balestre e iniziarono a scoccare sulla folla, nel mentre le porte venivano chiuse e l'intera guardia imperiale, vestita completamente di nero piombò nella sala e iniziò a uccidere ogni singola persona incontrasse, gli ospiti furono presi dal panico, c'è chi tentava di scappare ma veniva raggiunto delle frecce o chi sgozzato dalle guardie, c'è chi provava a combattere con le posate ma chi lo faceva fu rapidamente sopraffatto. Aeral era sconvolto, non capiva ciò che stesse accadendo, non poteva essere che il suo amico più caro, colui che gli aveva lasciato il regno in mano lo avesse tradito ma la realtà lo schiaffeggiò quando Edward che era seduto accanto a lui fu ucciso da una freccia al collo mentre anche lui era in uno stato confusionario, allora il suo istinto gli disse cosa fare, ovvero che doveva fuggire da lì e soprattutto dalla linea di tiro dei balestrieri che circondavano la sala ma mentre l'istinto gli diceva questo nacque un altro sentimento ovvero l'ira, un'ira che non provava da tanto, da quel giorno sul campo di battaglia quando la perse, un'ira che ha un uomo quando gli togli qualcosa di caro, infatti vedeva i suoi vecchi compagni morire come i quattro gran duchi tenuti fermi e sgozzati, Roman pugnalato alle spalle dai suoi stessi fratelli, tutti gli altri ospiti ovvero nobili e famiglie importanti uccisi come maiali al macello, nel mentre lo sguardo cadde su Clovis, che nel mentre si era ritirato sul trono, mentre guardava la scena rideva e sorseggiava un calice di vino, con degli occhi che erano tutto meno che umani e un'espressione che solo un demone può avere, nel mentre quattro uomini della guardia imperiale afferrarono l'eroe che frastornato dalla scena e dal fiume di sentimenti che provava cercò di divincolarsi ma fallendo, mentre l'eroe si rassegnava alla morte una voce disse "Non uccidetelo per adesso, è il piatto forte portatelo al mio cospetto" disse Clovis ridendo convulsamente, le guardie obbedirono e nel mentre lo portavano gli ultimi ospiti venivano fatti a pezzi, fatto inginocchiare con la forza l'eroe urlò con più forza possibile "Perché?" al che rispose l'imperatore "Perché mi chiedi" disse con voce glaciale "perché mi hai rubato via tutto quello che potevo essere, ho fatto di tutto per te, quando mi hai lasciato il trono ero al settimo cielo ma nel tempo ogni cosa facessi anche la migliore la gente serpeggiava che tu l'avrei fatta meglio e ogni cosa che sbagliavo l'eroe non avrebbe sbagliato, che era meglio che il legittimo imperatore tornasse al suo trono e il suo reggente si facesse da parte, tutti mi odiavano sia il popolo che i qui presenti, per questo hanno pagato con la vita e non solo qui ma in tutto l'impero i miei uomini stanno facendo delle epurazioni, ora visto che tu mi hai rubato tutto quello che potevo essere, io ti ruberò tutto quello che hai o almeno ti rimane, non solo come legami ma come amore popolare, farò ricadere tutto questo su di te, che tu eri il mandante ma che io sono riuscito a fermarti, così capirai finalmente, capirai cosa vuol dire essere odiati" con queste frasi un sorriso diabolico si creo sul suo viso "Pensi che ti crederanno" disse l'eroe furioso "oh si" disse l'imperatore "nessuno sa che eri qua se non i qui presenti che ormai non possono parlare, dirò che eri assettato di potere e hai attentato alla mia vita e ucciso i membri delle famiglie più importanti, nessuno ti difenderà, sarai giustiziato come un criminale" dicendo questo guardò le guardia e disse "Portatelo nelle segrete", l'eroe provò a parlare ma immediatamente fu colpito da una colpo alla nuca, nel mentre i pavimenti della sala si erano tinti di rosso e Clovis osservando la sala disse "Il rosso mi è sempre più piaciuto del bianco".
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Le cronache del continente dimenticato
AventuraQuesta è la storia di un eroe che dopo aver vinto colui che incarnava il male sulla terra, ma perso anche tutto quello che aveva di caro, si ritirò ma ciò che nessuno sapeva è che un male ancora più antico e profondo stava per ritornare.