Era un giorno come un altro, il sole filtrava dalla finestra della capanna illuminando la camera di un denso color oro, Aeral capì che la giornata era iniziata, scese dal letto indosso i vestiti sapendo che sarebbe stata un'altra dura giornata, uscì, la fioca luce del sole l'abbaglio, si andò a sciacquare alla conca di acqua piovana e si addentro nei campi.Era un contadino, "un lavoro ripetitivo" si disse, dopo aver bagnato il campo controllò ogni singolo ortaggio, "un lavoro noioso" disse "ma almeno non dipendono da me il fato di un continente, al massimo le vite di qualche ortaggio" disse ridendo. Dopo un po' di tempo arrivò mezzogiorno, lo capì perché iniziava a sudare copiosamente per cui fermo il lavoro che stava facendo e dopo che si fu lavato rientro in casa, si diresse verso la dispensa e mentre tagliava due patate accese il fuoco, quando l'acqua iniziò a bollire ci versò dentro due patate con un po' di erbe, "faccio questo mestiere da anni ma non so ancora farmi un degno pasto"disse con tone accusatorio verso se stesso. Verso l'una dopo aver pranzato si decise a tornare ai suoi "amati" campi "era un giorno come un altro" pensò, ma proprio mentre diceva quella frase udii un suono di un corno, non era un suono di qualche cacciatore perché lui lo sapeva bene, era suono di un corno da guerra e lì, lontani e dolorosi ricordi gli tornarono alla mente ma proprio mentre era immerso in essi udì un forte bussare alla porta, si mosse verso l'ingresso e disse "Chi siete?" una voce possente rispose "sono Sir Roman Stormside, Lord comandante della guardia imperiale, siamo qui per conto di sua maestà, chiede di voi a palazzo, siamo qui per scortarvi, vostra maestà", "vostra maestà", quel titolo non lo sentiva da anni e altri funesti ricordi gli tornarono alla mente "Non verrò" disse con tono sprezzante "Ho già reso il mio servizio, non voglio più avere niente a che fare con l'impero, ho lasciato tutto nelle sue mani" "Maestà" disse il Lord comandante"so che grande sacrificio avete compiuto, l'intero continente vi sarà eternamente debitore ma la tempesta in arrivo supera di portata qualsiasi uomo, sua maestrà ha provato a cercare una soluzione che non vi includesse ma non ne ha trovata, l'intero continente chiede che l'eroe faccia il suo ritorno, la minaccia incombente è peggio del Tiranno che sconfiggeste, vi supplichiamo venite con noi, l'antico dio ha fatto il suo ritorno" a quelle parole Aeral rimase pietrificato se una nuova minaccia e peggiore era alle porte allora il suo sacrificio era stato vano, a questo pensiero un'ondata di tristezza e rabbia lo colpì e disse "Lord comandante, serri i cavalli andrò a parlare con Clovis ma non le prometto niente" al che il comandante rispose "La ringrazio a nome di tutto il continente, sarà un'onore cavalcare con il leggendario eroe " detto questo Aeral si diresse a un vecchio baule, lo apri e prese una vecchia spada che a vederla sembrerebbe più vecchia del mondo stesso, fatto questo uscì di casa e montò su un cavallo che la guardia imperiale aveva portato per suo uso e iniziarono a cavalcare verso la capitale. "Era un giorno come un altro" ripete Aeral mentre cavalcava alle sue spalle un temporale si stava formando.

STAI LEGGENDO
Le cronache del continente dimenticato
PertualanganQuesta è la storia di un eroe che dopo aver vinto colui che incarnava il male sulla terra, ma perso anche tutto quello che aveva di caro, si ritirò ma ciò che nessuno sapeva è che un male ancora più antico e profondo stava per ritornare.