Il freddo lo attanagliava in un mortale abbraccio, come se la morte in persona fosse scesa sulla terra e mossa a compassione lo stessa abbracciando per dargli conforto. Aeral era rannicchiato in un angolo di una minuscola cella, provo a muoversi ma un dolore così acuto e doloroso lo investi che lo fece smettere immediatamente, l'oscurità più nera lo circondava, non sapeva quanti giorni fossero passati perché era sempre notte ma aveva trovato un modo per contare i giorni, qualche volta venivano delle persone il cui loro scopo era picchiarlo con qualcosa, al dolore a ogni impatto penso fosse una mazza fatta di solido legno, per cui a ogni visita lui segnava un giorno, secondo i suoi calcoli lui era lì da 30 giorni. Ricordò dove fosse, nelle celle più profonde del castello imperiale, dove ai tempi del Tiranno venivano usate per i più ignobili e crudeli esperimenti, non sentiva nulla se non qualche volta lo squittio di qualche topo che andava a mangiare quella brodaglia che i carcerieri chiamavamo cibo, nell'oscurità non sapeva cosa fosse ma aveva un'odore così pungente e maleodorante che il suo corpo gli impediva anche solo avvicinarla alla bocca, questo duro per qualche tempo, finché la morsa della fame non lo colpì, per questo decise, non pensando all'acuto dolore, di avventare un topo che era andato a cibarsi del suo cibo, cercò di fuggire ma la forza della disperazione di quello che fu l'eroe lo sopraffece, allora inizio a squittire molto rumorosamente, forse per chiedere aiuto agli altri della sua specie o per supplicare il suo carnefice ma questo momento non durò tanto, i denti trapassarono la pelle del povero topo, dilaniando la carne mentre un succo caldo gli entrava in bocca e colava dalle labbra, il rumore dei piccoli ossicini che si rompevano rimbombo per tutta la piccola stanza mentre il topo ancora squittiva mentre cercava di dimenarsi in una battaglia inutile per la vita, dopo pochi secondi rimase immobile nelle mani del suo carnefice, il fu eroe continuo il suo macabro lavoro, pezzi di carne e peli entravano nella sua bocca creando un gusto nauseante ma a lui non importava, sempre meglio della brodaglia che gli davano, ingoiava immediatamente a ogni nuovo morso come preso da un'avidità degna di un uomo ricco, continuo questo per qualche tempo poi lancio con tutta la forza che poteva il povero corpo mezzo divorato del topo dall'altra parte della stanza, appena fatto noto un brusio e capi che i suoi compagni topi stavano finendo il lavoro, gli stessi che un momento prima lo stesso topo stava invocando, Aeral per un poco non rise ripensando alla sua situazione ma subito un dolore lancinante allo stomaco lo colpì, si torse in avanti con un movimento automatico e rigetto tutto quello che aveva mangiato, creando un lago di succhi gastrici, sangue e peli ma il dolore non si fermò anzi peggioro, dovette coricarsi e girarsi supinò per aver un minimo di sollievo, forse per il dolore o per la stanchezza sveni.
Si ritrovò a cavallo, era un cavallo bianco come la neve, il cielo era terso e sentiva dei lievi tuoni alle sue spalle, il fragore della battaglia l'avevo stordito sentiva ancore le grida e i rumori della battaglia alle sue spalle come onde di un mare in tempesta che si infrange contro le rocce ma non stava perdendo di vista il suo obiettivo un paio di spanne più avanti, c'era un'enorme stallone nero che stava cavalcando all'impazzata con in sella un essere in armatura nera come la notte, entrambi i cavalli nitrivano rumorosamente come se si schernissero a vicenda, tutto intorno a loro si stagliavano le rovine della città elfica di Anarórë, antica capitale di quello che fu un'impero che si estendeva per metà continente ma ora non rimanevano che poche guglie e case in rovina. In mezzo a quella città i due uomini cavalcavano selvaggiamente finché raggiunto quello che un tempo doveva essere una piazza lo stallone nero si fermò e il suo cavaliere si girò verso l'eroe, la sua faccia bianca come il latte che al guardarla trasparirebbe una calma placida veniva tradita da due occhi iniettati di sangue mentre le iridi rosse come il magma sembravano brillare di luce proprio insieme all'enorme drago dorato sull'armatura, senza dir nulla scese da cavallo con tonfo che fa una una montagna se cadesse sulla terra, l'eroe a quella visione non si scompose era troppo furioso per farlo, il suo cavallo invece resosi conto della situazione indietreggio ma Aeral con un balzo fulmineo scese da cavallo ed estrasse la spada che brillava di luce propria, ci fu uno scambio di sguardi, il silenzio regnava sovrano solamente in vento rumoreggiava finché l'uomo in armatura nera non disse con voce glaciale "La spada di Anar, non pensavo esistesse davvero e mai avrei pensato che Anar in persona scegliesse un campione cosi debole ma devo dire che mi hai infastidito non poco, stupido insetto" mentre diceva questo non chiuse mai le palpebre, l'eroe rispose immediatamente "Come osi anche solo parlare, il tuo regno ha portato solamente morte e distruzione, io sono qui per porvi fine" "Oh, forse non hai capito, schiaccerò la tua patetica ribellione una volte per tutte e ultimerò i mie progetti, così finalmente il mio signore potrà fare ritorno dalla prigione dove fu ingiustamente rinchiuso" disse sfoderando una spada nera, l'eroe a quelle parole disse mentre impugnando la sua spada "Non finché ci sarò in vita io" e si gettò alla carica.
Un dolore lancinante allo stomaco lo sveglio, tutto il corpo gli doleva, davanti a se aveva due persone, non riusciva a capire chi fossero vista l'oscurità, uno di loro disse all'altro "È lui il grandioso eroe, mi sembra più un poveraccio che è stato messo dentro perché ha rubato del pane" l'altro "Ha fatto una meravigliosa parabola, da essere l'uomo più importante del continente a essere questo" disse e insieme risero, Aeral non stava capendo cosa stesse succedendo, era ancora intorpidito dal dolore e riuscì solo a grugnire, l'unico suo risultato fu che i due uomini risero ancora più forte. Uno dei due disse all'altro "Dai basta che sua maestà ha chiesto di lui" dopo di che con un gesto insieme tirarono su l'eroe che fu portato fuori di peso, il dolore che provava era lancinante, per poco svenne. Dopo un viaggio che poteva essere durato due minuti o due ore fu condotto in una stanza, dalle finestre non entrava luce per cui l'eroe penso fosse notte, l'unica fonte di illuminazione era un camino che emetteva un debole calore che però basto per farlo quasi piangere dalla gioia ma mentre guardava il fuoco non notò l'uomo in piedi davanti a esso, non ci volle molto tempo per riconoscerlo, era Clovis che con la sua faccia guardava l'eroe con un ghigno che passava da parte a parte della bocca, gli uomini lo mollarono e mentre cadeva a terra a peso morto fecero un inchino e uscirono, "non pensano sia una minaccia" penso Aeral "e hanno ragione ma se fossi in forza in appena un secondo sarebbero tutti morti", mentre pensava questo l'imperatore ruppe il silenzio "Eccolo qui, il grande eroe, il Salvatore del mondo che giace qui a terra mezzo nudo e sporco del suo stesso vomito e delle sue feci", queste parole diedero una scarica di adrenalina a Aeral che poco non riuscì ad alzarsi ma immediatamente il dolore su tutto il corpo fu tale da farlo cadere di peso, l'unica cosa che riuscì a fare o meglio a dire fu "Perché?" con voce roca e flebile, il ghigno sulla faccia di Clovis si allargò ulteriormente e con tono grave disse "Sai Aeral un tempo ti avrei seguito in capo al mondo, per me eri un punto di riferimento, un eroe e quando battemmo il Tiranno pensavo di aver salvato il mondo, di aver salvato tutti e quando mi hai affidati il controllo dell'impero era estasiato perché volevo essere come te ma alla fine mi hai mentito anzi hai mentito a tutti" fini guardando dritto negli occhi l'eroe, Aeral rispose con più fiato in corpo possibile "Tradito? Cosa stai dicendo, pensavo fossi invidioso di me" Clovis continuo "Ah quello, l'ho detto per un motivo fondamentale, distruggere il tuo impero, ormai la verità di quello che è successo sarà già diffusa, c'è chi ci crederà e chi no ma non importa, ho raggiunto il mio obiettivo" distolse lo sguardo dall'eroe e guardò il fuoco "la guerra civile", Aeral era scombussolato "Ma cosa stai dicendo" disse ma Clovis non si curo di lui e continuo "e quando ti giustizierò romperò l'ultima cosa che riuniva il regno e così potrò continuare quello che fu fermato, potrò continuare con la liberazione" Aeral raggelò a quello parole una paura sopita fece il suo ritorno più forte che mai "No, non puoi dire sul serio, tu vuoi liberarlo, dopo tutto quello che abbiamo fatto per fermare quel pazzo tu vuoi continuare la sua opera, così ci condannerai tutti" "Sei tu che non capisci" rispose l'imperatore "Io ho capito la tua menzogna, tutto l'impero si basa su questa, l'hai fatto per avere il dominio, per diventare un dio negli occhi della gente, cosa che pensa tutt'ora e neanche se gli dicessi la verità la accetterebbero" "Ma che di cazzo di menzogna stai parlando" disse l'eroe con tono furente, Clovis si avvicinò a lui lo guardò negli occhi e disse "Che non è Anar il dio della luminescenza ma bensì il suo fratello prigioniero Isil, tu ci hai fatto credere questo e Anar in persona ti hai aiutato, sei stato un servo dell'oscuro signore per tutto questo tempo e tu lo sapevi, questi bugia va avanti da millenni ma Isil mi ha visitato e mi ha mostrato la verità e di come il Tiranno era stato manipolato da Anar per fare in modo tale che il suo campione conquistasse il continente" Aeral era basito, scioccato perché aveva compreso la gravità della situazione "Sei tu a essere stato ingannato, è stato Isil ha manovrare il Tiranno, solo ed esclusivamente lui, non devi credergli è un menzionerò sai che è venuto anche da me quando ha capito che potevo sconfiggerlo, mi ha offerto terre e potere in cambio del tradimento ma l'ho rifiutato perché quell'essere è malvagio e il suo unico scopo da quando è stato incatenano e imprigionato è quello di tornare e scatenare una guerra contro suo fratello per distruggere questo mondo e crearne un'altro in cui lui sarà l'unico dio, lo sai perché gli elfi si sono estinti? È successo durate l'ultima guerra tra loro, quella che ha portato alla sua sconfitta, tutte le creature si unirono elfi, nani e uomini ma gli unici che veramente potevano fare qualcosa contro di lui erano i nani per la loro resistenza a una cosa che una volta veniva chiamata "magia" e gli elfi che erano i più potente tra le creature, custodi del sapere e soprattutto maghi spaventosi, insieme a Anar i migliori tra gli elfi crearono un'incantesimo per imprigionarlo e durate la battaglia finale mentre Anar lo teneva impegnato in un duello gli elfi scatenarono l'incantesimo che funziono ma prima che fosse intrappolato Isil lancio una maledizione terribile su gli elfi e i nani che più di tutti lo intralciarono che infatti poco dopo si estinsero tutti, Anar invece fu ferito così pesantemente che non si riprese più e adesso è solo un'ombra di quello che era, ha solo il potere sufficiente a tenerlo in vita e a vigilare sulla prigione del fratello, sai perché gli uomini furono risparmiati? Perché erano più facile da corrompere, infatti tra le armate del male non c'erano mostri ma solamente legioni di uomini che in cambio di piaceri terreni decisero di muovere guerra alle razze e al dio della luminescenza" diceva questo mentre urlava, alla fine si accasciò esausto al che Clovis ripose "Questo è quello che volevi anzi volete farci credere ma Isil combatte insieme agli uomini per combattere la tirannide di Anar e la dominazione degli elfi e dei nani che schiavizzarono il nostro popolo, no non crederò di nuovo alle tue bugie, ti ha chiamato qui per dirti che Io Clovis primo del mio nome imperatore di Aresil, re degli elfi, dei nani e degli uomini ti condanno a morte per tradimento e sedizione, domani sarà eseguita la sentenza" concluse con tono grave, Aeral era distrutto, tutto quello che aveva creato stava crollando e lui non poteva fare niente, provo a dire qualcosa ma immediatamente Clovis urlo "Guardie, portatelo via" così fecero e l'eroe fu riportato a peso morto nelle segrete, al che rigirandosi a guardare il fuoco l'imperatore disse "Così finisce ingloriosamente la saga dell'eroe"
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Le cronache del continente dimenticato
AdventureQuesta è la storia di un eroe che dopo aver vinto colui che incarnava il male sulla terra, ma perso anche tutto quello che aveva di caro, si ritirò ma ciò che nessuno sapeva è che un male ancora più antico e profondo stava per ritornare.