David's pov:
Da stamattina non ho voglia di parlare con nessuno, mi sento in colpa per come ieri ho risposto a Manuel, anche Kevin mi ha detto che ho risposto male nei suoi confronti, però mi potrebbero anche capire che non mi va di ricordare certe cose, mi ricordo come se fosse ieri quando mi portarono in collegio...*Inizio Flashback*
Sono in macchina insieme a mamma e papà, hanno detto di preparare la valigia perché mi devono portare in un bel posto.
Sono felice perché non mi hanno mai considerato, però sono anche triste perché in questo "bel posto" non ci saranno i miei fratelli a farmi compagnia.Io: -Ma perché non sono venuto anche gli altri fratelli?-
Mamma: -Perché questo è un posto solo per te, vogliamo che sia felice, tanto felice- dice fredda come sempreMi sto in silenzio per tutto il viaggio, guardando per tutto il tempo fuori dal finestrino ad ammirare il paesaggio finquando non vedo che papà ferma l'auto davanti ad un grosso cancello che ci separa da una grande scalinata che porta ad un edificio un po' rovinato e triste.
Il cancello si apre e io guardo sbalordito a quanto fosse grande finquando mio padre per farmi camminare non mi da un calcio facendomi cadere sulle scale, fortunatamente ho messo le braccia avanti per non farmi male alla faccia.
Papà: -Muoviti pidocchio, non ho tutto il giorno per bambini inutili come te- dice facendomi scoppiare in lacrime
Mi prende per un orecchio e mi porta davanti alla porta principale che sia apre, mi ritrovo davanti una donna alta con un vestito tutto nero e un viso pallido con regi grossi occhiali mentre di fianco a lei c'è un uomo robusto che mi guarda male per tutto il tempo, penso che non sia un bel posto come mi avevano detto, ne ho conferma quando guardo un calendario sulla scrivania con scritto "Collegio St. Federick".
Comincio a tremare per la paura finquando non sento mio padre che sbatte la penna sulla scrivania e mi guarda soddisfatto per avermi tolto dai suoi piedi.L'uomo mi prende violentemente per il braccio e mi mostra tutto il collegio per poi portarmi nelle camerate.
Mi mostra il mio letto e la divisa che devo indossare.X: -Questa è la tua divisa, indossala- dice dandomi la divisa che comincio a mettere
-Io sono il sorvegliante, vedi di non combinare guai e non rispondere male che ad ogni comportamento scorretto verrai punito- dice freddo
Io: -V-Va bene- dico indossando la camicia
Sorvegliante: -È ora di pranzo, seguimi- dice aprendo la portaMi alzo dal letto e lo seguo fino alla mensa, entro e vedo due tavoli lunghissimi e un sacco di ragazzi seduti che mangiano.
Mi siedo buono e mi poggiano davanti un piatto con una minestra freddissima e da un odore nauseante.Sposto il piatto più avanti e prendo un pezzo di pane mettendo nel mio stomaco soltanto quello insieme ad un bicchiere d'acqua.
X: -Ti conviene che la mangi la minestra- dice un ragazzo seduto difronte a me
Io: -Ma fa schifo, non la volgio-Vicino a me all'improvviso mi trovo il sorvegliante che mi guarda come sempre malissimo.
Sorvegliante: -Mangia la minestra- dice scendendo le parole
Io: -No, non la volgio- dico alzando la voceIn un istante mi trovo con il sorvegliante che mi porta in camerata, mi blocca sulle sue gambe e dopo avermi abbassato gli indumenti mi comincia a colpire fortissimo.
I colpi sono fortissimi e io non posso fare altro che piangere.
Piango per il dolore, piango perché sono stato abbandonato qui, piango perché gli unici che credevo che tenevano a me non sono qui a salvarmi.Il tempo passava quando stavo chiuso tra quelle mura, almeno una volta al giorno venivo punito e tutte le lacrime che volevano uscire, per il dolore e l'odio che provavo per il sorvegliante, le trattenevo trasformandole in rabbia, rabbia che provavo verso tutti, anche verso i miei fratelli visto che nessuno mi veniva a prendere da quell'inferno.
Un giorno però venne una persona con un viso familiare, si trattava di Louis, che non appena mi vide mi corse ad abbracciare per poi firmare alcuni documenti per portarmi a casa con sé e i nostri fratelli.
Non scorderò mai quel giorno, era un venerdì ed erano le 11:27 che abbandonai quell'inferno.
*Fine Flashback*
Questa è stata la mia "infanzia".
Più che infanzia io lo definisco inferno e non mi va di ricordarla perché mi riaprono ferite che ormai sono riuscito a ricucire grazie ai miei fratelli, tra l'altro è anche l'ultimo ricordo dei miei genitori.Sto tornando a casa da solo, ho detto a Kevin che non mi sentivo bene e quindi non aspettavo gli altri nostri fratelli, busso e Louis mi viene ad aprire guardandomi un po' strano visto che entro tristissimo.
Mi siedo sul divano finquando non vengono gli altri miei fratelli così me ne vado in camera mia.Manuel's pov:
Torno a casa e non appena entriamo non posso fare a meno di vedere che David sale di sopra, così decido di salire anche io con lui per vedere cosa c'è che non va.Entro in camera sua e lo trovo con la faccia nel cuscino girato di spalle, mi avvicino e mi siedo accanto a lui.
Io: -David tutto bene?-
David: -S-Scusami per ieri-
Io: -Come?- dico non capendolo
David: -Scusami se ieri ti ho risposto male dicendo che non m'importava dei tuoi ricordi, solo che...capiscimi io sono stato chiuso dentro quel collegio che ero piccolo quindi non voglio ricordare certe cose, a dire il vero sono anche un po' invidioso di voi visto che siete stati sempre insieme- dice girandosi verso di me
Io: -Non ti preoccupare, ti capisco che non vuoi ricordare certe cose che fanno male e hai tutte le ragioni del mondo a farlo- dico abbracciandoloIn fin dei conti potevo capirlo anche io che ci soffre a ricordare certe cose, spero soltanto che non l'abbia fatto stare tanto male.
Scendiamo di sotto e ci mettiamo a tavola visto che il pranzo è pronto, per una volta però si riesce a mangiare senza che nessuno faccia casino, come infatti mi godo questo momento di pace che penso durerà per poco.
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CIAO A TUTTI!!!
VOLEVO RINGRAZIARVI, SIAMO ARRIVATI A 6K DI LETTIRE, GRAZIE DI CUORE❤️
SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA, VOLEVO APPROFINDIRE UN PO' L'INFANZIA DI DAVID.
CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO!!!
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Johnson's Family
AléatoireLa famiglia Johnson è abbastanza diversa dalle altre famiglie, formata da 7 fratelli che ne combinano di tutti i colori. Per fortuna ci pensano i più grandi a tenerli a bada, nonostante ciò si vogliono tutti un mondo di bene.