A life without you

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*PORTO SICURO, QUATTRO MESI DOPO L'INCENDIO FINALE*

quattro mesi... sono passati quattro mesi da quando abbiamo battuto WICKED, quattro mesi che siamo arrivati qui a porto sicuro, quattro mesi che la mia mia metà è morta e la mia vita finita. Oggi come ogni giorno mi sveglio sentendo il canto degli uccelli. Ormai mi svegliano sempre dei rumori esterni, nessuno prova più a svegliarmi, ci hanno rinunciato tutti. Mi alzo, mi vesto ed esco fuori. C'è sempre qualcosa da fare a Porto Sicuro e io sono intenzionato a trovarlo, l'alternativa sarebbe parlare con qualcuno oppure iniziare a pensare e delle due non so quale sia l'opzione peggiore. Non mangio niente e mi dirigo verso il cantiere che mi sembra il meno affollato, saranno settimane che non magio come si deve, ma per una scelta personale. Quando cammino la gente mi guarda con un misto di pietà, tristezza e tenerezza negli occhi e io non sopporto questi sguardi: voglio dire ma non potete guardare qualcun altro? Non sono un fantasma, magari non sarò più il fantastico Thomas, l'eroe che ha salvato l'umanità, ma non sono neanche uno Spaccato; eppure, la gente mi guarda come se lo fossi. Una volta arrivato inizio a lavorare, come sempre, e nessuno neanche si avvicina per salutarmi. Sinceramente a me va benissimo. Tutti hanno rinunciato a cercare di tirarmi su di morale tranne Minho e Galli. Loro cercano sempre di farmi parlare, oppure mangiare ed alcune volte ci riescono. Il fatto è che quando Newt è morto una parte di me, la mia preferita e la migliore in assoluto, è morta con lui. Ora per me non ha neanche senso vivere. Magari può sembrare esagerato, ma non penso che nessuno di voi abbia visto morire la persona che amavate davanti a voi, vederla piano piano dimenticarsi della sua identità, di chiunque, compreso te. E se vi è successo, mi dispiace per voi, ma sono sicuro che mi comprendiate. Come era prevedibile Minho e Galli arrivarono poco dopo di me ed iniziarono a parlarmi
"Ci siamo svegliati presto sta mattina eh?"
"Galli non prenderlo in giro, è la prima volta che si alza prima delle undici, dovremmo festeggiare"
"Hey Tommy, stai bene?"
"Si grazie Minho tutto a posto" ormai questa è la mia risposta standard, ma loro sono i miei migliori amici, per loro sono come un libro aperto
"Sì certo stai bene tanto quanto Ben quando è stato punto da un Dolente"
"Sempre delicato tu..." lo riprese Minho
"Non c'è spazio per la delicatezza qui, TU" disse Galli indicandomi "finito qua vieni a pranzare con noi e finché non avrai finito tutto il cibo non ti muoverai"
"Va bene mamma" lo presi in giro sorridendo. Loro scoppiarono a ridere. Quando sono con loro è come se quell'enorme macigno che ho sul petto venga sollevato. Adoro vederli ridere mi rende, felice credo... sinceramente non credo di sapere più cos'è la felicità, ma va bene così, me ne sono fatto una ragione. Così iniziammo a lavorare, e come ogni volta la mia mente iniziò a vagare riportandomi a galla ricordi belli, ma anche terribili.

*IL LABIRINTO, PRIMO GIORNO NELLA RADURA*

buio... era tutto buio, non riuscivo a vedere neanche le mie mani, poi all'improvviso vidi una luce, una luce abbagliante che mi costrinse a socchiudere gli occhi. Ero nel panico, volevo gridare o piangere, ero spaventato, non mi ricordavo nulla, soltanto il mio nome, era come se nel mio cervello si fossero alzate delle mura che non mi permettevano di ricordare nulla... Poi qualcuno entrò in quella specie di gabbia in cui mi trovavo. Mi sentii sollevare di peso e gettare nell'erba e allora vidi molti piedi. L'unica cosa che mi venne in mente in questo momento fu scappare, non so bene cosa io stessi facendo, le mie gambe si muovevano da sole, il mio unico obbiettivo era quello di fuggire, da che cosa? non ne avevo la più pallida idea. Stava andando tutto bene, finché non sentii il terreno mancare sotto i miei piedi e poi tutte le risate di quelle persone.
"Pivello perché non guardi dove vai eh?" sentii una voce maschile urlarmi questo e dopo altre risate. Mi rialzai, ma qualcuno mi afferrò da dietro e la stessa voce maschile di prima mi disse
"Stai attento Pivello, non sai mai chi c'è dietro di te".
Un attimo mi ritrovai sbattuto per terra, in una "stanza" se così si poteva definire chiusa con delle sbarre, come una cella.
Dopo quelle che mi sembrarono ore un ragazzo si avvicinò alla mia cella, l'aprì e mi porse la mano per aiutarmi. Una volta fuori potei osservarlo meglio: era un ragazzo di circa 17 anni di colore, non era molto alto, ma era robusto, sembrava sicuro di sé ma ti trasmetteva anche una strana calma.
"Piacere sono Alby, scusa lo strano benvenuto, sei stato sfortunato purtroppo questo non è uno dei nostri periodi migliori"
"Dove mi trovo? Perché non ricordo nulla? Chi siete voi? Come ci sono finito qui?" chiesi in preda al panico. Non ricordavo nulla, niente di niente. Solo il mio nome e diciamo che sapere quale fosse il mio nome non mi aiutava molto.
"Hey calmo va tutto bene, è normale. Sei appena arrivato nella Radura, nessuno di noi si ricorda nulla tranne il nostro nome, suppongo che tu sappia il t..."
"Thomas, il mio nome è Thomas" gli dissi
"Piacere Thomas, come ti ho già detto mi chiamo Alby e sono il capo della Radura eh Hey Newt vieni qui" Si avvicinò a noi un ragazzo slanciato, era magro ma da sotto la canotta aderente si potevano vedere i muscoli ben sviluppati, abbastanza alto, dai capelli biondi e gli occhi marroni, magnetici, che trasmettevano gioia, sicurezza e amore.
"Cazzo sono gli occhi più belli che io abbia visto" pensai
"Non che tu ne abbia visti molti altri" mi ricordò la vocina fastidiosa che avevo in testa

I hope life will never take you away from meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora