• Capitolo 8 •

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La cosa più interessante in quel momento erano le scarpe di Jimin.
Erano bianche ed avevano qualche dettaglio blu sui lacci, ma non aveva ancora capito se fossero delle Adidas o delle Nike, dato che vedeva solo le punte.
« Aish, quanto tempo ci mettono? »
Borbottò Jimin, alzandosi in piedi e ricominciando a dare spallate alla porta.
Yi-eun sapeva che non sarebbero servite a nulla se non a fargli male, perciò si alzò anche lei e le bastò mezzo passo per arrivare e toccargli la spalla.
Si fermò, guardandola interrogativo.
« Ti farai solo male. »
Vedendo che effettivamente aveva ragione, sbuffò e si rimise a sedere con le spalle al muro, e così fece Yi-eun, ma con il muro opposto.
Ebbe un brivido lungo la schiena: quell'ambiente era più freddo di quanto pensasse e rispetto alle altre stanze sembrava avesse un microclima.
« Hai freddo? »
Si stupì di quanto Jimin fosse stato attento a quella sua piccola e quasi impercettibile azione e lo guardò con occhi grandi mente si alzava, senza aver ricevuto nessuna risposta, e le porgeva la sua bella giacca di pelle per farle capire di far staccare la schiena dalla parete fredda.
Il suo corpo minuto venne avvolto dalla calda giacca, che emanava un buonissimo profumo.
Gli sorrise per ringraziarlo e lo vide guardarle il volto con occhi dolci, poi tornò a sedersi.
« Come fai a stare così... calma?! »
Le chiese, ridacchiando sull'ultima parola e facendole spuntare un piccolo sorriso amaro, poi gli disse
« Non è assolutamente nulla questo in confronto ai veri problemi che possono esserci, non credi? »
Si fece passare davanti il viso di sua madre e i visi dei manager della YG, mentre guardava Jimin pensarci su.
« Hai ragione, ma restandocene qui non possiamo risolverli, quei problemi. »
Era ovvio che si stesse riferendo a ritornare alla vita in salute che aveva perso durante il 2017.
« Secondo te i pompieri sono in Burundi? »
Gli chiese Yi-eun, dopo diversi attimi di silenzio.
Jimin lasciò uscire una sana risata, che contagiò anche la ragazza, la quale però smise prima di lui.
Si appoggiò sulle sue ginocchia e inclinò la testa, guardando il piccolo sorriso di Jimin, di cui non riusciva a guardare gli occhi a causa della risata.
Pensò fosse una cosa dolce.
« Tu che facevi? »
La fece risvegliare dallo stato di trance, ma non aveva ben capito, così chiese
« Cosa? »
« Intendo prima di venire qui. Cosa facevi? »
Le chiese, prendendo tra le braccia le gambe.
« Ero insegnante in una scuola di danza. »
Jimin le sorrise ed esclamò
« Hai esperienza! »
Yi-eun si morse il labbro: non era solo lì che aveva avuto esperienza.
Jimin la vide rattristirsi e non voleva che quel bel sorriso e quella bella risata scomparissero per colpa sua.
« Ho detto qualcosa che non dovevo? »
La guardò con occhi grandi e dispiaciuti.
Yi-eun gli puntò gli occhi dentro le pupille e gli sembrò che potesse entrargli dentro e poi riuscire, come se nulla fosse.
« La mia esperienza non si è fondata su cose positive, ma solo su negative. »
Jimin annuì, seppur non potesse condividere quell'aspetto con lei.
« Spero che questa possa essere un'esperienza positiva per te. »
Fu l'unica cosa che le disse e lei gli sorrise
« Lo spero anche io, ma sembra che qualcuno non voglia. »
Yi-eun fece un cenno verso la porta, come per indicare una persona che Jimin colse al volo.
« Non preoccuparti per Yoongi. Ha bisogno solo che gli dimostri chi sei e che sei degna del posto che rivesti, e anche noi altri saremmo più sollevati se lo facessi. »
Dopo quelle parole, Yi-eun capì che erano ossi duri da spolpare e che quello che avrebbe dovuto fare non sarebbe stato facile, anche se non lo aveva mai pensato.
« Non è che ci nascondi qualcosa? »
Yi-eun trasalì e, mentre pensava se avessero potuto scoprire del suo provino alla YG e di sua madre, disse
« Che cosa intendi? »
Cercò di nascondere un'espressione allarmata dietro ad un sorrisetto divertito, un po' come quello che aveva Jimin sul volto.
« Ci chiedevamo se fossi un idol. »
Yi-eun aveva il cuore a mille, come se fosse un bambino scoperto a rubare le figurine in un'edicola, però scosse la testa e disse
« Come potrei esserlo se sono qui? »
Lasciò andare un sospiro di sollievo dopo che Jimin disse
« Infatti, ci chiedevamo perché non sei un idol se sai cantare, ballare e rappare. Poi, sei bellissima. »
Jimin sembrò sincero e Yi-eun arrossì dopo essersi tranquillizzata: non era abituata ai complimenti e non sapeva come reagire, così cercò di non pensarci troppo e gli disse
« Non sono una idol, però vi assicuro che potrò aiutarvi. »
Jimin la guardò con un piccolissimo sorriso sul volto e occhi vispi, come se le volesse chiedere qualcosa, infatti Yi-eun lo guardava, in attesa che lui parlasse.
Infatti, fece per aprire la bocca e parlare, ma la porta fece uno scatto e venne aperta da una persona dietro di essa, che si rivelò essere una delle guardie del corpo che stava con Ho-ji poco tempo prima.
Jimin si alzò, esclamando
« Grazie mille! »
Fece un inchino alla guardia del corpo che, mormorando un "non c'è di che" scomparve, lasciando scoperti i sei ragazzi, accompagnati da Ho-ji e Da-mi.
Jimin porse la mano a Yi-eun, per farla rialzare, ma nel farlo, aveva impegnato troppa forza e lei andò a sbattergli sul petto quando la tirò su.
Jimin sembrò cercare di non farci caso, ma Yi-eun invece cercò di non guardarlo in volto per il troppo imbarazzo: era pur sempre una celebrità, con la quale era stata più di mezz'ora bloccata in uno stanzino.
« Siete stati fortunati, nel frattempo abbiamo ripulito tutto noi! »
Esclamò Jin, quando finalmente varcarono la maledetta porta dello stanzino.
« E non solo: la cena è pronta e ci aspetta di là, quindi andiamo. »
Continuò Da-mi, voltandosi senza guardare nessuno e camminando spedita verso l'appartamento.
Yi-eun si guardò intorno e tutta la panna era sparita, così come il cioccolato, e l'odore incontrollabile di zucchero era stato rimpiazzato da un buon profumo di detersivi e diffusori per l'ambiente.
Guardò per un momento Jimin ridere e scherzare con il suo coetaneo Taehyung,  chiedendosi cosa si stessero dicendo di così divertente, poi venne richiamata da una voce alla sua sinistra.
« Hai freddo? »
Hoseok la guardava con un sorriso malizioso.
« Adesso no, perché? »
Gli rispose, con un sorriso gentile, seppur gli occhi fossero ancora un po' confusi per il suo sguardo.
« Ho visto che hai la giacca di Jimin. »
Yi-eun si era completamente dimenticata di quel particolare, infatti disse
« Oh, gliela ridò subito! »
Hoseok le prese un avambraccio con molta delicatezza quando la ragazza fece per avanzare verso Jimin, mentre camminavano verso l'appartamento di Da-mi.
« Non ti preoccupare, era soltanto un modo per iniziare la conversazione. Adesso che ho la tua attenzione, posso chiederti: monterai anche le nostre coreografie? »
Yi-eun rimase per un momento interdetta, ma poi, sempre con uno sguardo un po' perplesso, disse
« In teoria dovrei montarle io sulle prossime canzoni che avete intenzione di far uscire, ma non voglio rubarvi il lavoro quindi voglio che voi interveniate. »
Hoseok annuì e sembrò soddisfatto di ciò che si sentì dire, poi disse
« Sono felice di questo: gli altri tutor non volevano assolutamente che non ci "impicciassimo" nel loro lavoro. »
Yi-eun non gli disse che pensava che fosse stato il contrario, ma annuì solamente, per poi rincuorarlo
« Non preoccuparti. »
Quando si fermarono davanti alla porta dell'appartamento di Da-mi, nell'attesa che tutto il resto del gruppo entrasse nella piccola porta, Yi-eun colse lo sguardo di Jimin, e sembrava serio, pensieroso, diverso da quello che le aveva puntato tutto il tempo nello stanzino.
Lo guardò interrogatoria: cosa gli era successo?

Choreographer { Park Jimin }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora