• Capitolo 36 •

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Da-mi ricordava bene il suo colloquio per diventare manager dei BTS: era sempre stata sicura di sé, determinata e carismatica, ed era sempre stata certa che erano state queste sue qualità a farla scegliere al presidente per essere colei che avrebbe guidato e gestito il gruppo.
Tuttavia, in quel momento dubitò delle sue capacità da leader e di quelle del presidente di assumere persone adatte per il lavoro che avrebbero dovuto svolgere.
Per la prima volta in tutta la sua vita, era rimasta zitta davanti a una ragazza che era sfilata via, non si sa dove, palesemente delusa, arrabbiata, disperata, impaurita. Rimase impassibile anche agli sguardi dei ragazzi davanti a lei, che continuavano a guardarla, in cerca di spiegazioni.
La guardavano con occhi grandi, proprio come quando nel lontano 2015 l'avevano conosciuta. Allora, le avevano dimostrato una gran voglia di lavorare, di spaccare, di essere i re del Kpop; adesso che gliel'avevano dimostrato con i fatti, era lei invece che doveva dimostrare loro che era stata sempre all'altezza dei loro talenti.
Tuttavia, si sentiva inerte, spaesata, impaurita, come se avesse collezionato tutte le emozioni che Yi-eun le aveva sputato addosso.
Era forse tutta colpa sua? Doveva dire loro subito del passato della loro tutor, e ormai amica più fidata?
« Allora? Voi lo sapevate? »
Namjoon la fece risvegliare dai suoi pensieri, che si erano appesi al piatto di noodles ai fagioli neri che quella sera avevano ordinato. Le era passata la fame.
Si schiarì la voce e si fece coraggio a guardare ancora una volta gli sguardi spezzati dei ragazzi, che sembravano non voler toccare cibo.
La sala comune era così silenziosa e fredda quella sera.
« Be', si. » Ho-ji prese coraggio per parlare al posto di Da-mi, evidentemente in difficoltà. Voleva abbracciarlo, ma doveva rimanere composta.
« Si, lo sapevamo. »
Aggiunse, a sua volta.
I ragazzi non si guardarono, ma Jin prese parola
« Nonostante voi lo sapeste, l'avete assunta comunque? Con tutti i rischi che potevate correre? »
Da-mi annuì e sorrise amaramente
« Certo, perché lei è l'unica che può capire cosa significa faticare per raggiungere un obbiettivo, cosa significa stare lontani dalla propria famiglia, dalla propria casa, cosa significa fare sacrifici, cosa significa essere Idol... »
A quel punto, i ragazzi si scambiarono uno sguardo dispiaciuto: come avevano potuto non pensarci prima?
« Per voi abbiamo rischiato tutto, e anche lei ha rischiato tutto insieme a noi. Adesso risolveremo la situazione, dato che nessuno sa che Yi-eun è la tutor dei BTS. »
Ho-ji cercò di rassicurare tutti, e anche un po' sé stesso, anche se in realtà ciò che aveva detto era vero.
I ragazzi, infatti, sembravano iniziare a sollevarsi.
« Non siate arrabbiati con lei, perché inizialmente ci eravamo accordati di non dirvi questa cosa. »
Continuò Ho-ji, e Da-mi aggiunse
« Pensavamo che se vi avessimo detto che lei è praticamente un'Idol mancata, vi sareste sentiti intimoriti. Evidentemente, sarebbe stato meglio dirvelo subito, ovviamente con il rischio di non ottenere un rapporto del genere con lei. »
Tutti abbassarono lo sguardo, constatando che ciò che aveva detto Da-mi non era altro che la verità.
Jimin si sentiva preso in ballo ancor di più, considerando anche il fatto che Rosé, la sua ex fidanzata, era colei che aveva tolto tutto a Yi-eun, ricordando anche la sua storia e tutti i sacrifici che aveva fatto per sua madre.
« So che ora è difficile, ma vi prego di perdonarla. Non vi chiedo di perdonare noi, ma lei si. Guardate quanti progressi fisici e mentali avete fatto insieme a lei. »
Ancora una volta, Da-mi aveva detto solo la verità, una bellissima verità.
I ragazzi sembravano pian piano convincersi, anche se avevano difficoltà nel guardare Yi-eun come prima.
« Sarà difficile guardarla come prima. »
Asserì Yoongi.
Ho-ji sorrise, poi affermò
« Sono certo che lei è sempre stata vera. Non vi ha nascosto nulla della sua persona, solo questo inutile dettaglio della sua vita, a parer mio. Anche senza dire che è una come voi, vi ha comunque dimostrato il suo talento. »
Da-mi, seppur fosse atea, ringraziò tutte le divinità di tutte le religioni diffuse nel mondo per avere avuto Ho-ji accanto a lei in quel momento così difficile.
Da sola non ce l'avrebbe mai fatta a far ragionare i ragazzi.
« Voi avete bisogno di lei, e lei ha bisogno di voi. » Affermò, infine, Da-mi, puntando gli occhi su Jimin, che afferrò il suo sguardo, che parlò più di mille parole.
Sì, aveva bisogno di lei.

Choreographer { Park Jimin }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora