La partenza

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Sono solo le 4 del mattino e ancora non ho chiuso occhio.
Decido di alzarmi e di farmi una camomilla calda, spero riesca a farmi dormire.
Ho deciso di spengere il telefono, non voglio sentire nessuno al momento.
Ho deciso di non dire nulla a nessuno, non mi sento al sicuro.
Bel compleanno di merda.
Tanti auguri a me.
Mi preparo la camomilla e decido di mettermi sul divano a guardare netflix.
Un rumore mi fa staccare gli occhi dallo schermo del televisore.
Presa dal panico spengo tutto e rimango nell ombra, trattengo il respiro.
Sento dei passi, non capisco chi possa essere.
La persona accende la luce del salotto.
A quella vista tiro un sospiro di sollievo.
M: Ludo che ci fai al buio?
L: Mamma, non riuscivo a dormire così mi sono fatta una camomilla.
M: ah......neanche io riesco a dormire.
Detto questo si avvicina.
Non lho mai vista così, ha delle occhiaie violacee sotto gli occhi che fanno paura.
M: auguri amore mio.
Mi posa un bacio sulla fronte, proprio dove c'è un taglio fatto da Riccardo.
Proprio come quando ero piccola, ogni volta che ti facevi male e i baci della mamma ti facevano sentire meglio.
Stavolta è diverso, è un bacio amaro.
È un bacio che mi fa venire il magone.
Non voglio lasciarla.
Piano piano riesco ad addormentarmi cullata dalle sue braccia.
Anche se troppo tardi visto che 2 ore dopo dovevo svegliarmi.
Appena mi alzo decido di andarmi a lavare il viso.
Un risveglio un po troppo brusco per i miei gusti.
Sul mio viso c'è un campo di battaglia.
I lividi da rossi sono diventati viola.
Faccio quasi paura.
Lego i capelli per osservare meglio la mia pelle candida deturpata da quegli orribili lividi.
Mi sciaquo la faccia e vado a fare colazione.
M: prima di andare forse è meglio che provi a coprire i lividi, o almeno quelli più grandi.
L: si forse hai ragione.
Finito di fare colazione mi vesto velocemente e vado in bagno a truccarmi.
Provo a coprire le prove di un amore malato.
Di un amore che ti fa male.
Che lascia il segno.
E in questo caso nel vero senso della parola.
Il fondotinta copre un po i lividi ma sotto si vede il violaceo.
E se qualcuno mi ferma chiedendomi cosa è successo?
Spero di no.
Oppure parlare con uno sconosciuto può farmi bene.
Finisco di chiudere la valigia e prendo il cappotto.
Mi accompagnerà mio padre, perché se mi accompagnasse mia madre mi direbbe di non partire, di rimanere, anche se me lo ha detto lei.
Saluto mio padre, credevo di piangere, ma stranamente non scendono lacrime.
Arrivo al binario del treno che mi avrebbe portato a Milano.
Il treno proveniente da napoli centrale e diretto a milano centrale è in arrivo al binario 3.
Attenzione allontanarsi dalla linea gialla.
Ferma a Firenze, Torino porta nuova.

Respiro l'ultima volta l'aria di Roma.
Mi Mancherà.
Non sono convinta che milano mi piacerà, ma ormai non so cosa fare.
Appena arriva il treno salgo e cerco il mio posto.

Spero di non avere nessuno vicino o davanti.
Sarebbe strano dover spiegare perché sotto il fondotinta ci sono delle macchie violacee.
Anche se sono molto chiare.
La mia paura si fa reale.
Una ragazza si siede proprio di fronte a me.
È molto bella.
Ha dei tratti strani, non sono tratti italiani.
Mi fissa il collo.
Lo sapevo che sarebbe successo.
La sua bocca ricoperta dal rossetto rosso fuoco si incurva.
Non capisco se è un sorriso o una smorfia.

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