Capitolo 5

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Luke sospirò
"Immagino che ci convenga scendere" disse guardando fuori dal finestrino

Difatti eravamo ingolfati nel traffico di New York da dieci minuti.

Argo grugnì e aprì le porte.

Misi lo zaino sulle spalle e mi alzai con i miei compagni.

"Grazie di tutto Argo"disse Luke

Quello battè le palpebre di una decina di occhi in una macabra, e venuta male, imitazione di un occhiolino.

Scesimo dal furgone e ci ritrovammo sul marciapiede di una via, molto probabilmente vicina a Times Square.

"E ora? Dove andiamo?" chiesi

"E lo chiedi anche? Siamo vicini a Times Square, qui c'è il miglior Starbucks della città"disse Luke

"Ti sembra il caso? Siamo in missione"disse Maya
Mi sembrava strana senza mantello da pretore, nonostante portasse ancora la coda tirata che la distingueva e le dava l'aria regale.

"Certo che si, fidatevi di me"rispose il moro incamminandosi

Io e Maya ci guardammo, sospirammo, e lo seguimmo.
Luke camminò tutto il tempo per farci strada e io ebbi modo di notare che non avesse una spada.
Al suo fianco, però, attaccato a un passante del jeans, un cappellino degli yankees continuava a sbattere. Mi chiesi se fosse il famoso capello incantato e se, dopo la battaglia contro Gea, funzionasse ancora.

Dopo due angoli intravidimo uno Starbucks.

"Oh miei dei.." disse Maya guardando l'insegna

Aggrottai le sopracciglia, poi alzai gli occhi.
Non potevo credere ai miei occhi: al posto del solito logo con la sirena, la testa di medusa, con gli occhi chiusi, troneggiava sullo sfondo verde.

"Sul serio non siete mai venute da Starbucks?" chiese Luke, sconcertato, mentre entrava nella caffetteria

"Mia madre è più tipa da Costa Coffee" ribattei io prima di entrare con Maya

Quando entrammo Luke stava battendo il pugno a uno dei camerieri, un tipo spilungone, con gli occhiali e il grembiule con il logo Starbucks.

"Come va amico?" chiese Luke

"Una meraviglia" sorrise il ragazzo
"Cosa vi porto?"

"Per me il solito, per le ragazze due cappuccini con l'aggiunta di nettare" rispose Luke mettendo sul bancone delle dracme

Gli occhi del ragazzo si illuminarono e il volto gli si aprì in un grande sorriso.
"Subito" disse chiudendo la cassa con un tonfo

Si spostò dietro a un altro bancone e lo vidi trafficare energicamente.

Mi sporsi un po' in avanti e notai che aveva una cosa come cento braccia, che al momento erano occupate tutte in movimenti diversi per preparare tre caffè contemporaneamente.

Fischiò e indicò con una mano la mia cintura.
"Come fai andare in giro con quella?" chiese riferendosi alla mia spada

"Nello stesso modo in cui tu vai in giro con quelle" ribattei indicandogli le braccia

Lui fece un alzata di spalle e mise sul bancone, contemporaneamente, tre bicchieri di cartone.
"Caramel macchiato e due cappuccini più aggiunta"disse

"Grazie mille, amico" disse Luke mentre prendavamo le nostre bevande
"Aspettatemi fuori, devo parlare di una cosa con Bob"

Io e Maya aggrottammo le sopracciglia e annuimmo, prima di uscire.

"Quello era un gigante centimano?" mi sussurrò Maya

"Me lo sarei aspettato più..gigante" dissi

Poi misi le labbra sul bicchiere e bevvi un sorso.
Una sensazione di calore e dolcezza mi permeò il corpo, dandomi sicurezza e forza, e riportandomi a bei ricordi.

"Ouh, è troppo dolce"si lamentò Maya

"Il nettare non é mai troppo dolce!" ribattè Luke, uscendo in quel momento

"Bob mi ha dato qualche consiglio, a est e troveremo qualcuno che ci aiuterà" disse poi

"E come ci arriviamo in questo posto? Dovremmo almeno uscire da New York ma non abbiamo una macchina o altro" disse Maya

Luke sorrise appena e disse:
"Andiamo a est, no?"

Poi si incamminò verso qualche strada di New York a me sconosciuta e, per la seconda volta, in quella breve mattinata, io e Maya lo seguimmo.

Venti minuti dopo, e un caffè dopo, eravamo difronte a un piccolo appartamento dell'Upper East Side e avevamo suonato al campanello, sotto il nome "Stockfiss"

Ci aprì una donna, abbastanza alta e leggermente formosa, con i capelli neri striati appena di grigio, nonostante avesse meno di trent'anni, e gli occhi verdi.

"Zia!" sorrise Luke
"Che ci fai qui? Credevo fossi all'università per gli ultimi esami" continuò abbracciandola

La donna aggrottò le sopracciglia.
"Dovrei essere io a chiederti che ci fai qui, questa è casa mia"sorrise

Maya alzò la mano, in saluto, e si presentò.

Io la imitai.
"Piacere, Elisabeth Cresswell" dissi

"Lei è mia zia Estelle" disse Luke
"Dov'è la nonna, ho bisogno di un favore"continuò mentre entravamo

"È il mio Luke quello che sento?" disse una voce amorevole

Una donna sulla sessantina, con bei capelli grigi e gli occhi azzurri confortanti, uscì dalla cucina.

La donna e Luke si abbracciarono.
"Sono così contenta di vederti!" disse la donna

"Anche io, nonna" rispose Luke baciandole la guancia

Poi la donna allentò l'abbraccio con il nipote e ci guardò.

"Oh dio.."sospirò
"Dimmi solo che l'hai detto ai tuoi genitori"

"Si, e credevo che l'avrebbero presa peggio, invece mi hanno solo riempito di consigli"rispose Luke
"Hanno capito, conoscono le questioni semidivine"

"In realtà noi siamo semidee, tu sei un discendente degli dei"puntualizzai io, solo per dargli fastidio

Luke mi fulmino con lo sguardo e la donna mi sorrise.
"Sono Sally, tu sei?" chiese

Prima che potessi rispondere, Estelle ci interruppe.
"Io non ho capito cosa sta succedendo" disse

"Siamo in missione per una nuova grande profezia"disse Maya

Estelle sospirò e si sedette sulla poltrona.
"Ci voleva solo questa.."disse

"Cosa ti serve?" chiese Sally, verso il nipote

Luke sorrise, cercando di addolcirla.
"La macchina, dovremmo andare verso est e il treno o il pullman ci renderebbero troppo visibili" disse

Sally sospirò e andò verso l'entrata, prese un mazzo di chiavi, da uno svuotatasche, e lo lanciò a Luke.

"La rivoglio sana è salva, è la vecchia auto di Paul, tuo padre ha imparato a guidarci su quella" disse la donna

Luke sorrise annuì.
"Certo, te lo prometto" disse

Poi baciò la zia e la nonna e si avviò alla porta.
"Grazie mille della macchina" disse Maya

"Di niente, tornati tutti interi però" disse Sally

Annuimmo e uscimmo dalla casa.

"Vi voglio bene, ditelo anche a nonno Paul" disse infine Luke

Angolo scrittrice:
Primo capitolo della missione vera e propria, come vi sembra?

Oggi è la giornata della memoria, perciò vi invito a riflettere (e a ricordare) su quello che persone innocenti hanno passato per colpa di persone intolleranti e ignoranti.
Ricordiamo nella speranza che tutto questo non si ripeta un'altra volta❤️

The fire of power || Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora