8. Flashback

19 2 0
                                    

<<È successo una solo volta! Te lo giuro>> cercavo di divincolarmi dalla sua presa, con le lacrime agli occhi. Lo amavo, come si amano gli adolescenti che sperano sempre in un lieto fine. Lui era lì, di fronte a me, che cercava di inventarsi qualche scusa a cui era consapevole non avrei creduto. <<Te lo giuro Demi, so di aver sbagliato! Cosa vuoi che faccia? Vuoi che mi inginocchio? Lo faccio!>>. Lo fece davvero. <<Alzati per favore, non so davvero come ti aspettavi che reagissi, ti avrei dovuto abbracciare e dire 'so che mi ami e che non lo farai più'? No, non sarà così e lo sai, mi conosci! Non posso credere più alle tue parole,scusami>> dissi girandomi e avanzando il passo dal lato opposto al suo, ignorandolo mentre mi chiamava.
Mi svegliai di soprassalto, con le lacrime agli occhi, turbata da quello strano sogno che mi riportava a quando io e Pietro ci siamo lasciati. Mi alzai piano con la testa che pulsava, cercando di ricordare come ero riuscita a tornare a casa e a mettermi il pigiama. Mi ero divertita parecchio e ora ne stavo pagando le conseguenze.
Indossai un paio di culotte sotto la felpa e uscii dalla stanza, nei paraggi c'era solo Stella che appena mi vide mi rivolse un sorriso.
<<Hai fatto baldoria ieri sera eh?>> riferendosi alle mie condizioni pietose.
<<Si, a quanto pare. Ho un gran mal di testa, vorrei solo tornare a letto e sprofondare nelle coperte>> risposi.
<<Questa l'ha lasciata Kristian stamattina uscendo dall'appartamento, mi ha detto di fartela prendere appena ti alzavi, sapeva che saresti stata male stamattina..>> disse allungandomi una pastiglia per il mal di testa e un bicchiere con dell'acqua. Kristian ha dormito qui? Con me? <<come dargli torto.. ma quanto hai bevuto?!>> aggiunse, quasi con tono severo. Io sorrisi imbarazzata e chiesi <<Kristian ha dormito qui?>>.<< É uscito dalla tua stanza stamattina presto, io mi ero svegliata e non riuscivo più a prendere sonno, stavo leggendo un libro sul divano>>.

Decisi di fare una doccia. Sotto l'acqua fredda cercavo di ricordare qualche cosa di quella notte, avevo solo brevi flashback ed ero ancora turbata dal sogno. Dopo la doccia sarei stata un po' meglio, anche se la stanchezza non se ne sarebbe andata. Ripresi a pensare a quella notte. Non sono abituata a bere tanto, ricordo che Kristian me l'aveva fatto notare. Ricordo di aver scambiato qualcuno per Pietro, ma poi i ricordi erano molto sfocati.

Mi decisi ad andare da Kristian a chiedere qualche informazione, ma mi anticipò, e, uscita dal bagno, con indosso una felpa lunga e il turbante, lui era lì, in salotto con Stella.

<<Va un po' meglio?>> disse sogghignando. <<Giusto un po', ascolta Kristian, puoi venire un attimo di là?>> risposi indicando la camera, dove io mi precipitai e lui mi seguii, mentre Stella osservava quella ambigua situazione.

<<É successo qualcosa?>> chiese preoccupato. E ora che gli dico?
<<Io...beh io non ricordo tantissimo di questa notte.. vorrei che tu, insomma, mi rinfrescassi la memoria... ho saputo da Stella che hai dormito qui..>> cercavo di sembrare più disinvolta possibile, fallendo miseramente.
<<Ci siamo divertiti alla festa, siamo stati con Lydia, tu hai alzato un po' il gomito e a quanto pare non bevi tantissimo>> rise e aggiunse <<così ti ho accompagnato qui>> mancava un bel pezzo della storia. cosa avevamo fatto? Come mi ero messa il pigiama? Perché aveva dormito qui? Forse vide la mia perplessità e aggiunse ancora <<Demi non farti strane idee, ti ho spogliata e ti ho messo io il pigiama, ma non ti ho sfiorata, nemmeno guardata, eri ubriaca persa e faticavi a stare seduta sul letto, figurati, ho deciso di riposare un po' qui perché ormai erano le 5 e alle 7, quando mi sono svegliato ed ero un po' più lucido, sono tornato nel mio appartamento>> lo guardavo mentre mi parlava, era sincero, gli credevo. Gli sorrisi e uscii dalla stanza seguita da lui, che ci salutò e andò nell'appartamento di fronte dove Dylan stava preparando qualcosa da mangiare.

Mangiammo tutti insieme gli spaghetti alla carbonara, accuratamente cucinati da Dylan, nel nostro appartamento.
Alla fine del pranzo decisi di andare a riposare e, quando i ragazzi tornarono nel loro appartamento, Stella bussò alla mia porta. <<Posso?>> chiese entrando, le sorrisi e annuí. Ero stesa sul letto e mi alzai a sedere. <<Tutto bene? Ti vedo sconvolta, hai una faccia>> nel mentre mi accarezzò il viso. <<Tutto bene, solo un grande mal di testa per via di tutto quello che ho bevuto ieri, non sono abituata e mi sono lasciata trasportare>> risposi e lei rise di gusto.

<<Ascolta, sapresti dirmi dove posso trovare una biblioteca qui vicino? Vorrei tanto leggere un romanzo, ma i miei li conosco ormai a memoria>> chiesi, e lei mi guardò iniziando a spiegare <<guarda che nel seminterrato del dormitorio c'è una biblioteca grandissima, io ci vado anche per passare un po' di tempo da sola>>.
Mi alzai, decisi di vestirmi e scendere.

Entrando nel seminterrato, mi ritrovai davanti questo grandissimo spazio, pieno di scaffali colmi di libri, divisi in settori, infondo alla sala c'era una macchinetta del caffè e dei divanetti dove potersi sedere a leggere, mentre tra i primi due scaffali c'erano due grandi tavoli rettangolari in legno. Mostrai il cartellino del dormitorio alla bibliotecaria, una donna sulla sessantina, minuta, con degli occhiali da vista a punta, che ingrandivano i suoi occhi azzurri, i capelli biancastri legati in uno chignon e un trucco leggero. Decisi di girare un po' tra gli scaffali dei romanzi classici, lasciandomi trasportare dalla tranquillità del luogo e da quell'odore magnifico di libri. Optai per Leonie, di Sveva Casati Modigliani, mi piacevano tutti i suoi libri e mi piaceva leggere le storie dei personaggi principali.

Mi andai a sedere su un divanetto e mi immersi nella lettura. A un certo punto fui riportata alla realtà da una voce familiare che mi chiamava <<Demi?!>> alzai gli occhi ed era proprio lui, di fronte a me. <<Pietro>> sussurrai, stupida di vederlo.

Solo con te!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora