10. La lettera

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La mattina successiva mi svegliai verso le 7, alle 9 sarebbero cominciate le lezioni e volevo fare le cose con calma. Sentivo un braccio che mi circondava la vita e ricordai tutto. Cavolo che nottataccia.

Mi alzai facendo piano per non svegliare presto Stella, che dormiva tranquilla, spostando lentamente il braccio sul letto.
Andai in doccia e mi lavai con acqua bollente. Quello era un buon rimedio per alleggerire lo stress. Con l'accappatoio addosso e il turbante blu sui capelli mi diressi verso la cucina per preparare una camomilla. Mentre aspettavo che l'acqua bollisse indossai una camicia lunga nera a fiori e dei jeans larghi, mi truccai e feci colazione. Nel frattempo Stella si era svegliata, aveva indossato una camicia bianca con sopra un maglioncino nero e dei jeans cuciti con delle toppe. Si era preparata un caffè, siccome con la camomilla le sarebbe venuto di nuovo sonno

Andammo all'università insieme, con la sua mini bianca. Solo all'entrata notai Kristian che scendeva dalla moto.
<<Buongiorno ragazze>> disse avvicinandosi. Indossava una felpa beige e dei jeans neri , sulle spalle portava uno zaino dello stesso colore, della Vans. Aveva un piercing al sopracciglio che non avevo mai notato. O forse semplicemente non indossava sempre.
<<Buongiorno>> rispondemmo in coro io e Stella.
<<Kristian, io oggi frequento solo le prime due ore, accompagneresti Demi al dormitorio a fine lezioni? Fatti allungare il casco da Dylan semmai, io ho un impegno>> aggiunse stella come se fosse la mia babysitter, forse non voleva che stessi sola dopo la brutta nottata, ma stavo bene, dovevo farglielo capire.
<<Posso tornare tranquillamente da sola a piedi, non sono neanche 15 minuti, dai>> risposi io al posto di Kristian.
<<Non se ne parla, mi faccio allungare il casco, ci vediamo alle 12 qui>> ribadì Kristian prima di scomparire nella folla di studenti, pronti ad entrare.

Le lezioni passarono velocemente, cercavo di incanalare più informazioni possibili e prendevo degli appunti sul mio quaderno (lo facevo da quando ero piccola, mi ha sempre aiutata a studiare).

Alle 12, come da 'accordo', ero dove quella mattina Kristian mi aveva detto di aspettarlo e infatti era lì, ma ad aspettarmi era lui.
<<Come é andato il primo giorno?>> chiese allungandomi un casco nero.
<<Tutto bene, ma ora sono veramente stanca, non ricordavo quanto fosse dura stare fuori casa tutta la mattina>> risposi e lui rise.

Ci mettemmo 5 minuti ad arrivare e,dopo aver salutato Kristian, mi diressi verso l'appartamento, avevo una fame da lupi e mi preparai una bella frittata. Di Stella nessuna notizia, non era in casa e non mi aveva avvisata. Decisi di chiamarla ma, nel momento in cui stavo prendendo il telefono, mi arrivò un messaggio da parte di Stephen.

Con Caterina tutto finito
Ti spiegherò con calma

Tutto finito? Di già? Che cosa diavolo era successo? Perché non mi diceva nulla? Entrai nella rubrica del telefono pronta per chiamarlo, ma un pensiero mi frenò. Magari non mi chiama perché non ha voglia di parlare, ma mi ha mandato un messaggio per tenermi al corrente, come aveva sempre fatto. Gli darò un po' di spazio. Non troppo.

Stella era stata evasiva e io non avrei insistito più di tanto per telefono, tanto sapevo che mi avrebbe raccontato tutto una volta arrivata a casa. Ormai eravamo come sorelle. Un rapporto bellissimo. La sorella 'maggiore' che non avevo mai avuto.

Era suonata la sveglia delle 7 e mi svegliai raggomitolata sul divano, con due coperte ben sistemate su di me. Che diavolo era successo? Presi il telefono per capire se mi ero solo appisolata, invece erano davvero le 7. Mi sono sicuramente addormentata mentre aspettavo Stella ieri sera e guardavo la tv, l'avrà spenta lei stanotte. A che diavolo di ora era tornata? Dove era stata? Arrossisco al pensiero di essere cosi curiosa. Ma volevo sapere.

Mi alzai e svolsi la mia solita routine da mattina. Doccia, camomilla, vestiti e trucco. Finché non sbucò Stella dalla sua porta, assonnata e ancora in pigiama. <<Oggi non vengo, prova a sentire Kristian per un passaggio. Torno a riposare>> cosa?! Scherza?
<<A che ora sei tornata?>> urlai abbastanza da farmi sentire mentre chiudeva la porta della sua camera. Si girò, mi sorrise ancora con gli occhi socchiusi e il volto stanco, poi aggiunse <<Ci vediamo a pranzo>>.

Kristian mi propose di fare colazione da lui, e mi aggiornò che anche Dylan era a letto e aveva avvisato che non sarebbe andato all'università. La mia curiosità si placò un po', sicuramente avranno passato un giorno insieme chissà dove.

Kristian, siccome c'ero anche io e il casco lo aveva lasciato nella stanza di Dylan, perché suo, decise di prendere la macchina, con mio stupore una jeep Wrangler, quella che volevo tanto anche io, con i vetri oscurati. <<Magnifica>> dissi ammirandola e girandoci intorno. <<Un giorno ne voglio una, proprio come questa qui>> aggiunsi sognando, con la testa chissà dove. 'Svegliati scema! Ti sta guardando' . Tornai in me e salí sulla macchina, e mentre notavo il ghigno che aveva in faccia Kristian, arrossí di conseguenza.

<<Ci vediamo alle 12 qui, come ieri>> disse Kristian lasciandomi davanti a scuola, prima di andare a parcheggiare la macchina nei parcheggi privati. <<Ah, Demi... un giorno te la farò provare>> aggiunse sorridendo. Poi scosse il capo e proseguí dritto. E io rimasi li. Immobile. Sorridendo come un ebete. Dai cavolo siamo amici Demi, che cosa diavolo vai a pensare. Eddai.

Ritornata in me, passai la mattinata tra una lezione e l'altra. Seguendo attentamente. Non mi ero distratta nemmeno dalle mie vicine che si lamentavano della voce del professor Rossi, che spesso risultava noiosa è pesante da seguire. Invece a me sembrava solo un sessantenne dolce, che vorrebbe trasmettere tanto, che parla come un nonno innamorato alla nipotina. È capitato che si fermasse, guardasse i volti stanchi e aggiungesse <<facciamo una pausa di 10 minuti e riprendiamo da dove abbiamo lasciato. Su. Fate due passi>>

Mentre mi dirigevo verso l'uscita per incontrare Kristian, a fine lezioni, vidi un ragazzo da lontano, che veniva dritto verso di me. Aveva i capelli neri scompigliati, una camicetta blu e dei jeans. Giurerei di non averlo mai visto. <<Sei Demi?>> chiese appena arrivato di fronte a me. Lo osservai e cercai di capire se lo conoscevo. O comunque che cosa stava accadendo. <<Allora?>> aggiunse lui stanco di aspettare una risposta.
<<Sono proprio io>> risposi in modo barbaro, dopo il suo insistere.
<<Questa é per te>> e mi posò in mano una busta con una lettera, ben sigillata. Poi scomparve tra la folla. Scritto in penna nera sopra si notava 'Per Demi' con un piccolo punto esclamativo. Conoscevo quella scrittura.

* * *
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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 25, 2021 ⏰

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