Amore Intangibile

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La vidi e subito capii quanto lei fosse speciale, e perciò, non potei non avvicinarmi con una meraviglia che mi danzava negli occhi e che mi esplodeva nell'animo. Lei era perfetta. La guardavo e m'innamoravo. Il suo collo era perfetto. Le sue caviglie erano sottili ed eleganti e i suoi occhi erano senza fine; neri. Profondi come un buco nero. E come un buco nero che assorbe tutta la luce grazie al suo enorme campo gravitazionale, quando la guardavo nulla più esisteva intorno a me. Il mondo veniva assorbito da lei e nel mio animo si formava un'altra dimensione in cui noi due stavamo insieme.

Andai a parlarle. Ero sicuro, e dalla mia avevo un bel po' di charme. Anche perché il parlare come un uomo d'altri tempi mi rendeva affascinante per un qualche motivo a me sconosciuto. Mi avvicinai e mi presentai.

"Salve, Signorina", dissi con finto disinteresse, ma sicuro. "Ho notato che mi stava guardando da un bel po' e non potevo non presentarmi."

Lei rise.

"Ah vi guardavo dunque?"

"Massì dai. Non c'è niente di male nel notare un uomo altezzoso come quello che il vostro sguardo sta ammirando."

"Ovviamente", disse tentando di mascherare un sorriso.

Diede un sorso dal suo bicchiere, e poi si coprì la bocca con la mano guizzando gli occhi.

"Non mi avete ancora detto il vostro nome."

"Io sono chiunque si possa essere", dissi tenendole la mano.

Lei dapprima fu incerta, poi la strinse.
"Usate spesso comportavi e parlare in questo modo?"

Ignorai la domanda. "Mi concedete questo ballo?"

Fu incuriosita dalla mia domanda, ma dopo un breve sussulto accettò.
Le presi la mano cautamente e gliela baciai.

"Tu sei davvero strano", mi rise.

La presi per il braccio e la tirai leggermente verso di me e la portai vicino la Band che suonava al centro della piazza. Era una di quelle Band indipendenti.

In genere non balla nessuno, e io non ne capisco davvero il motivo. Perché non ballare quanto c'è della bella musica che invade l'aria? È come rimanere a digiuno di fronte ad un banchetto.

Ballammo insieme come due scimpanzé, con gli occhi delle persone su di noi. Poi alcuni presero coraggio e unendosi a noi altri giovani ci fecero compagnia ballando e saltando.

Lucia, Che bel nome. E ora una donna con un bel nome e con un altrettanto bel viso sta ballando con me. Alessia, davvero un bel nome.

Mentre ballavamo non riuscivo quasi a distogliere lo sguardo dalla sua figura e dal suo sorriso, che formava dei perfetti piegamenti sulla pelle del suo viso.

A fine canzone mi sorrise, leggermente a disagio, e ci spostammo in un bar lì vicino.

"Allora?", chiesi.

"A cosa vi riferite?"

"Non sono il miglior danzatore che abbiate mai visto?"

"Non sei uno dei peggiori."

Arrivò un cameriere dall'aspetto lungo e raffinato e con un viso talmente fermo che sembrava esser stato scolpito su bronzo da uno dei migliori artisti rinascimentali.

"Buonasera, signori. Ordinate qualcosa?"

Mi girai verso Roberta. "Desiderate qualcosa?"

"Ehm... Non lo so. Ho appena finito il drink."

Memorie Di Uno StupratoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora