Il suolo sembrava sciogliersi come neve sotto i miei piedi, e la luna illuminava fioca una strada oscura. Erano le sue lacrime di luce che spostavano nebbia e paura dal mio cammino. Lumi tetri, fiori appassiti sui balconi e qualche risata roca accompagnavano i miei passi. Le stelle sparivano dietro la sorella del sole, che amorevolmente veglia sugli umani durante l'assenza dell'odioso fratello. Solo il cappuccio difendeva le mie orecchie dall'aria gelida.
Una panchina solitaria era l'unica testimone del mio passaggio, o di un mio possibile omicidio.
La raggiunsi, la superai, e arrivai a uno svincolo. Svoltai a destra e continuai il mio silenzioso viaggio verso il nulla.Un desolato sentiero m'invitava a percorrerlo.
Il silenzio, mi raggiunse di soppiatto mentre mi allontanavo dalle umbratili casupole. Sentivo la solitudine starmi vicino e rendermi meno solo, e
Il tutto mi trasmetteva un lieve senso di disperazione.
Fossi morto non sarebbe importato a nessuno. Avrei potuto uccidere chiunque e forse sarei stato ricordato per qualcosa. Forse era l'unica cosa sensata da fare.
Vagabondando mi ritrovai alla stazione, e ancora nulla sembrò sorprendermi.
Uomini tremolanti e notturni, che camminavano ondeggiando per le strade pericolosamente vicini ai binari.
Animi crepuscolari con sguardi bassi e braccia penzolanti.Forse aspettavano qualcuno.
Forse attendevano il passare della loro vita.
Forse nessuna delle due, e quello che vedevo, forse, non era altro che frutto della narrazione della mia mente.
Ogni tanto un treno si fermava, e gli spettri sembravano guardarlo sperando deragliasse solo per dare un senso alla loro presenza là in quel momento.
Esseri senza forma scendevano dal mezzo come anime che approdavano all'inferno dalla barca di Caronte.Tuttavia, in mezzo a quei cadaveri, percepii qualcosa di vivo. Sentii qualcuno smuovere la bruma, leggiadra e a passo di piuma.
Qualcosa di meravigliosamente umano sembrava essermi vicino.
Fu lì, in una visione opaca come quella di un quadro di Rembrandt, che la vidi.
Una veste bianca, come quella di una sposa, segnava i suoi movimenti sottili.
L'astro notturno sembrava perdere la sua luminosità in confronto al bagliore della sua gemella umana.
Io, vestito di nero, mi mimetizzavo nell'ombra, mentre lei, bianca e candida risplendeva di una luce propria.
Il mio intero essere venne smosso da un maremoto sensoriale e ogni cosa attorno svaniva.
La bruttura che occupava quella notte si dileguava di fronte al suo sguardo che seminava tempesta. Per un solo attimo i nostri occhi s'incontrarono.Uno tsunami emotivo si abbatté su di me lasciandomi confuso e nullificando il mio essere per qualche secondo.
Quei pochi istanti bastarono affinché anche lei potesse scomparire.Muovendomi a scatti veloci e rigidi cominciai a guardarmi intorno e a cercarla.
Mi disperai.
Attraversai i binari correndo, facendomi quasi uccidere pur di controllare l'altra sponda della ferrovia. Tutti mi guardarono sconvolti non capendo che il mio non era un tentato suicidio, ma solo il tentativo di trovare un amore che, purtroppo, era ormai disapparso.La luna, orgogliosa e fiera, si fece scudo di nebbia e nuvole per non mostrare la sua tristezza datole dalla mia perdita.
Non potei credere di averla persa così stupidamente.
Continuai a vagare per tutto il resto della sera, osservando scrupolosamente ogni ambiente che mi conteneva pur di trovarla.
Poi il sole cominciò a mostrarsi, segnando la fine delle mie avventure.
Come i vampiri, la mia vita era legata a un cielo nero, e il mio sonno era legato agli ingombranti raggi solari.
Il dì sognavo a occhi chiusi per poter poi sognare a occhi aperti sotto un cielo stellato, con le stelle che fanno da pubblico al teatro della mia fantasia.La sera seguente, quando mi svegliai, venni colto da un'asprezza d'animo superiore a quella precedente.
Lei, come una maga austera o come una musa greca, ispirava i miei viaggi onirici e mi apparve in molteplici sogni meravigliosi che, purtroppo per me, rimanevano solo sogni.
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Memorie Di Uno Stupratore
Short StoryRaccolta di One-Shot sullo stupro e sulla corruzione e varie forme dell'amore, visto da vari punti vista e dallo sguardo di più individui, vittime, carnefici o entrambi.