10.

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[Liam]

Andai al solito bar per fare colazione con Niall. Avevo nelle cuffie la musica al massimo. Speravo riuscisse a sovrastare il ronzio continuo dei miei pensieri.
-Di nuovo musica alta per non pensare? Sai che non funziona, vero?
-Si, lo so. Hai già ordinato?
-Ho presi il solito. Ho ordinato anche per te, tanto prendi sempre le stesse cose.
-Grazie.
Mi stropicciai la faccia.
-Non hai dormito?
-Ho dormito se va bene un'ora, se non meno, grazie ai tuoi magnifici consigli.
-Erano le tre del mattino. Ti aspettavi che potessi dirti cose utili a quell'ora e appena sveglio?
-Non lo so, non ho pensato a quello. Stavo pensando a quanto sono un dannato coglione che riesce a innamorarsi sempre per rimanere ferito.
Il ragazzo tinto mi guardò. Arrivarono due cappuccini e due brioches. Niall addentò la sua.
-Cosa pensi di fare? Vuoi parlargli? Vedere se la cosa è reciproca?
-Non ci siamo più visti da quando non l'ho quasi buttato giù dalle scale.
-Ma è stato il momento in cui l'hai quasi baciato e l'hai preso dai fianchi.
-Giusto. Non so davvero che fare. Potrei invitarlo a pranzo a casa mia. Una cosa tranquilla che farebbero dei bravi vicini di casa. Secondo te è troppo?
-No, ci sta. Così potete anche scambiarvi i numeri.
-E se non accettasse? Ci farei la figura dell'idiota.
-No, semplicemente sei stato gentile offrendo il pranzo al tuo vicino.
-Sicuro?
-Si, non farti troppi problemi.
-Grazie Niall.
-Hai fatto tutto da solo.
Lasciai dei soldi sul tavolo e andai in studio.
-Ci stai con la testa oggi?
-Meglio di ieri.
Risposi. Passai la mattina lì e tornai a casa. Trovai Zayn che apriva la porta di casa sua.
-Ciao, ehm... ti... ti va di fare pranzo da me?
Dissi imbarazzato. Il ragazzo sorrise.
-Ok. Sono tutto sudato, mi do una sciacquata.
-Ok, intanto inizio a preparare.
Entrò in casa sua.
Ha accettato. Oh mio Dio ha accettato. Cosa preparo? Cazzo non ci avevo pensato. Spero gli vada bene una pasta. Come la faccio? Pesto? Carbonara? E se non gli piace? Mio dio, ho fatto una stronzata. Dovevo prima conoscerlo meglio per sapere cosa gli piace. Beh la pasta piace a tutti, no?
Misi una pentola di acqua sul gas.
Come la faccio? Amatriciana? Zucchine e gamberetti? Dio, non lo so. Non so neanche se ha qualche allergia. Ho fatto una stronzata.
Chiamai Niall.
-Calmati Liam. Fai una pasta normale, come se avessi mangiato da solo.
-Grazie.
Chiusi la chiamata.
Amatriciana.
Sentii bussare.
-È aperto.
Il ragazzo entrò lentamente.
-Permesso.
-Entra pure, fai come se fossi a casa tua. Ho fatto una pasta.
-Perfetto. Amatriciana?
Lo guardai aggrottando le sopracciglia.
-Ho visto guanciale e pomodoro.
-Ti piace?
-Si.
Disse sorridendo.
-Serve una mano?
-Se controlli che non bruci niente, io preparo il tavolo.
Il ragazzo si diresse in cucina. Si stava spostando per vedere una notifica sul cellulare quando inciampò. Me lo ritrovai addosso. Lo avevo preso in vita e lui aveva appoggiato le sua mani sul petto.
-Stai bene?
Sussurrai.
-Si.
Sentivo il suo respiro sulle sue labbra. Rimanemmo in quella posizione per degli attimi che mi sembrarono infiniti.
-Credo che il guanciale stia per bruciare.
Andò a girare il contenuto della pentola e versò il pomodoro.
-Quindi sei un bodyguard?
-Si. Tu sei un cantante, no?
-Si.
-È un bel lavoro.
-Lo pensano in tanti.
-Non lo è?
-Diciamo che più persone ti conoscono più odio ricevi.
-Ma ci sono anche tante persone che ti amano.
-Amano l'idea che hanno di me, non amano me.
-Magari ci sono persone che ti amano davvero.
-Può darsi. Com'è il tuo lavoro?
-Pericoloso, ma mi piace. Posso menare una persona senza essere denunciato per aggressione.
Disse sorridendo.
-Ovviamente solo per legittima difesa.
Aggiunse vedendo la mia faccia.
-Comunque è parecchio stressante come lavoro.
Aggiunse.
-Immagino. Sei sempre preoccupato per l'incolumità del cliente. Devi avere mille occhi per controllare che nessuno cerchi di ferirti o ferire la persona che devi proteggere. Non penso potrei mai fare un lavoro del genere.
-Dopo un po' ci si abitua. Ormai anche nella vita di tutti i giorni mi guardo intorno cercando dei possibili pericoli da evitare.
Continuammo a mangiare in silenzio.

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