12.

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[Louis]

Ero su un letto d'ospedale quando sentii squillare il telefono. Liam?
-Si?
-Ciao. Ho saputo che sei in ospedale. Non abbiamo tanta confidenza, ma come stai?
-Sono stato meglio. So che Zayn era con te quando l'ho chiamato. Immagino che tu sia preoccupato per lui.
-Hai sue notizie?
-È in centrale. Lo tengono lì per la notte per verificare la sua versione dei fatti e assicurarsi che sia innocente.
-Ok. Rimettiti presto.
Chiuse la chiamata.

[Liam]

Andai in centrale.
-Posso parlare con Zayn Malik?
-Lo conosci?
-Si, sono... io sono il suo vicino. Era a casa mia quando ha ricevuto la chiamata dal suo amico. Posso vederlo?
Mi accompagnarono davanti alla cella.
-Liam, che ci fai qui?
-Ho chiamato Louis. Mi ha detto che eri qui. Volevo vedere se stavi bene.
-Sto bene, non ti preoccupare. Fa parte del mestiere.
-Quindi Lou è un tuo cliente?
-Non proprio. Siamo amici. Gli ho insegnato a difendersi, ma si è distratto così sono dovuto andare a salvargli il culo.
-Sei innocente, vero?
-Non mi credi?
-Si che ti credo.
-Vai a casa.
-Che hai?
-Non ho niente. Torna a casa.
-Hey, puoi parlare con me.
-Non voglio parlarne.
-Ti offrirei una sigaretta, ma non posso.
Sorrisi cercando di tirarlo su di morale.
-Mi devono fare i tossicologici.
Si girò verso di me. Ci avvicinammo alle sbarre della cella e ci mettemmo seduti per terra vicini.
-Non hai avuto paura?
-Non lo so. Agisco sempre con la testa e ignoro le emozioni. Probabilmente avevo paura, ma la ignoravo. Con il lavoro che faccio sono obbligato a farlo.
-Non ti crea problemi?
-Ignoro anche quelli.

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