Essendo l'ultimo capitolo è leggermente più lungo dei precedenti e mi scocciava dividerlo in due.
E niente, buona lettura :3○
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○Il cavallo era lanciato alla corsa attraversando le dune del deserto, gli zoccoli alzavano piccole nuvole di sabbia rossa. Il cavaliere continuava a guardarsi indietro mentre si teneva stretto alle redini, spronando il cavallo. Pregava con tutto se stesso che l'odogaron non l'avesse seguito mentre scappava verso Roccasole. Arrivò alla porta della città e percorse le strade affollate, prestando attenzione a non travolgere gli uomini e le donne al mercato, dirigendosi verso la rocca. Smontò da cavallo, lasciandolo a pascolare nel giardino dell'entrata, per poi correre verso la sala principale, dove trovò Hunter discutere con alcuni uomini, ma appena entrò i loro sguardi si posarono silenziosi su di lui.
《Signore》 iniziò il cavaliere senza fiato 《Il ragazzo, Lo abbiamo trovato! Ma l'odogaron era con lui, ci ha teso un’imboscata, ha ucciso tutti i miei compagni, sono l'unico che è sopravvissuto.》
Hunter si avvicinò lentamente al cavaliere, scrutandolo con sguardo severo.
《E come mai tu sei tornato vivo, ma a mani vuote?》 Gli chiese con voce bassa e tagliente.
《Il mio cavallo si è spaventato, ma anche se fossi rimasto non avrei avuto speranze contro il mostro.》
《Perciò mi stai dicendo che quel ragazzo è ancora vivo.》
《Probabilmente si…》
《Non avevate un cacciatore con voi?》
《Non c'è stato il tempo di ingaggiarlo.》 Disse abbassando la testa.
《Miles mi aveva comunicato che avreste avuto un cacciatore con voi! Questo errore vi è costato caro, non dovevate sottovalutare la situazione!》
Hunter era furibondo. La possibilità di riportare quel dannato ragazzo al suo cospetto gli era appena scivolata dalle mani. L'uomo rimproverò il cavaliere, minacciandolo di sollevarlo dal suo incarico, quando una giovane guardia spalancò la porta di legno, irrompendo nella stanza, senza fiato.
《Signore, i corvi! Stanno arrivando! Da est!》
《Cosa?》 Urlò Hunter sconcertato.
《Gli esploratori hanno avvistato una gigantesca armata dirigersi verso di noi, hanno contato centinaia e centinaia di uomini. Probabilmente saranno qui all'alba.》
《Eccolo qui il bastardo.》 Disse da sé e sé.
Hunter lasciò perdere le azioni del cavaliere e si diresse dietro la scrivania. Ora aveva altri problemi a cui pensare.
《Evacuate i cittadini nelle cave, dobbiamo proteggerli tutti. E barricheremo le mura. Dobbiamo prepararci.》
Quando Mason riaprì gli occhi si ritrovò sdraiato a terra, il sole era ormai alto nel cielo e del rathalos non c'era traccia. Ciò che restava del piccolo falò della sera prima erano alcuni pezzi di legno carbonizzati. Si stiracchiò facendo volare lo sguardo attorno al nido, recuperando la spada e il pugnale, per legarli alla cintura. Gli venne il dubbio che il rathalos lo avesse abbandonato lì, ma scartò l'opzione quando lo vide volare poco dopo in lontananza. Man mano che si avvicinava, i contorni dell'animale diventavano più evidenti e notò che la viverna teneva qualcosa tra le zampe. Quando arrivò sopra il nido lasciò cadere una carcassa di Aptonoth, un mostro erbivoro, per poi atterrare vicino al ragazzo, salutandolo con un verso gutturale.
《Ciao a te, vedo che hai portato la colazione.》 Disse Mason sorridendo al mostro. Il ragazzo si avvicinò alla carcassa estraendo io coltello per poi staccare un pezzo di carne, lasciando il resto al rathalos. Accesero un fuoco e, mentre mangiavano, Mason osservò il rathalos divorare la carcassa voracemente, strappando la carne dalle ossa, domandandosi quanti anni potesse avere l'animale. Il rathalos notò lo sguardo di Mason e, ancora con brandelli di carne in bocca, osservò il ragazzo a sua volta, inclinando la testa. Mason trovò quella reazione divertente.
《Sembri una creatura così innocente.》 Pensò mentre si dirigeva verso la sella. Il rathalos, sapendo cosa significasse, abbandonò il pasto e seguì il suo nuovo cavaliere, facendosi mettere la sella.
《Devo trovarti un nome…》 pensò Mason ad alta voce, legando le cinghie della sella attorno all'addome del rathalos.
L’animale si limitò ad osservarlo. Gli piaceva ascoltare ciò che il ragazzo diceva, anche se non lo capiva. Forse gli ricordava il suo vecchio cavaliere e veniva preso dalla nostalgia, ma erano ricordi positivi. Visse gli ultimi attimi con lui ad occhi aperti finchè il ragazzo non disse qualcosa che lo riportò alla realtà.
《Dijn!》 Esclamò Mason all’improvviso.
Come previsto, il rathalos rispose al richiamo, guardando il ragazzo.
《Bravo bello.》 Lo lodò il ragazzo accarezzandogli il muso.
Mason attese con impazienza l'arrivo della notte. Per trascorrere le ultime ore di sole insegnò al rathalos a rispondere al suo richiamo. Lo lasciava volare attorno al nido e quando fischiava l'animale tornava da Mason, che lo premiava con della carne. I due si esercitarono alcune ore aspettando che fosse notte inoltrata.
Il ragazzo guardò il cielo, osservando la luna piena circondata dalle numerose stelle. Era il momento di andare. I due lasciarono il nido, volando silenziosamente sopra le intricate fronde degli alberi, nascosti dal buio e solcarono le dune desertiche, brulicanti di mostri. La luna era ormai coperta da una coltre di nuvole grigie, quasi da temporale, e davanti a loro c'era solo una distesa di sabbia buia e monotona. Erano quasi arrivati a Roccasole quando delle luci in lontananza attirarono l'attenzione di Mason. A primo impatto sembrarono solo torce di una qualche carovana, ma man mano che si avvicinarono trasalì: un enorme armata di soldati, a piedi e a cavallo, avanzava nel deserto reggendo torce, stendardi e trasportando catapulte. Si estendevano a perdita d'occhio, come un enorme millepiedi di luce. Il rathalos volò sopra il gruppo e, vinto dalla curiosità, scese di quota. Le scaglie rosse vennero illuminate dalla luce delle torce, attirando l'attenzione di alcuni soldati, che alla vista della viverna gridarono:
《Rathalos!》
Subito dopo si sentì un rumore metallico e una rete venne scagliata contro l'animale, che schivò la trappola.
《Portatelo giù!》 Urlarono gli uomini.
《Andiamocene.》 Disse Mason.
Il rathalos lo ascoltò, ruggì contro gli aggressori e virò, dirigendosi verso le ormai vicine porte della città.
A quanto pare avevano scelto il momento migliore per tornare in città, e quando volarono sopra Roccasole Mason notò le barricate, sulle mura erano state disposte baliste e catapulte affiancate da soldati armati di spade e archi. Era impossibile entrare dall'alto, erano troppo scoperti.
《Piccolo cambio di programma.》 Disse Mason guardando l'armata avvicinarsi. 《Aspetteremo che facciano breccia, saranno un diversivo perfetto. Però devo entrare da solo, tu ti farai un giro.》 Continuò accarezzandogli il collo.
Un brusio lontano si fece strada tra le mura cittadine. La numerosa armata avanzò a cavallo a tutta velocità contro la città. Un'enorme ariete di ferro venne posto all’entrata, davanti all'imponente portone di legno. Le guardie all’interno delle mura si misero davanti alla porta per poter rallentare i nemici, senza successo. Un'orda di soldati sciamò all'interno della città come locuste, attaccando le guardie cittadine. Gli arcieri scoccavano frecce dalla punta infuocata, le catapulte scagliavano macigni e altri cavalieri uscirono dalla città per andare incontro ai nemici. La battaglia infuriava fuori e dentro le mura, il clangore delle spade riecheggiava nella notte mentre i primi lampi illuminavano il cielo coperto di nuvole nere, prime gocce di pioggia iniziarono a cadere.
《È il momento, andiamo..》 Disse Mason, pronto a saltare giù dal rathalos.
Al passaggio del mostro alcune guardie si fermarono, guardando l'arrivo dell'enorme viverna volare sopra di loro, per poi scuoterli con il suo ruggito.
《Ma che diavolo?! Hanno un rathalos?》 Urlò una guardia confusa.
Mason stava per saltare giù in una zona priva di combattenti quando una freccia gli sfiorò il viso, costringendolo a restare in groppa. Un'altra freccia colpì il collo del mostro, rimbalzando sulla pelle coriacea. Il rathalos, non avendo gradito il gesto, invertì la rotta di volo, dirigendosi verso l'arciere. L'addome del mostro si illuminò di rosso iniziando a brillare leggermente, la gola si accese e lunghi getti di fuoco investirono l'aggressore. Il rathalos sputò fuoco per tutto il tragitto che fece a bassa quota, inghiottendo soldati e guardie e distruggendo alcune catapulte con le sue fiamme. Mason colse l'occasione per scendere, atterrando sull'erba bruciata. Il rathalos afferrò un ultimo soldato con le zampe, scaraventandolo in aria, ruggendo con rabbia per poi riprendere quota, volando oltre la battaglia.
《Vai bello, allontanati da qui.》 Pensò lui, guardandosi attorno. Il buio rendeva difficile vedere lontano e la pioggia copriva i runiri, ma le luci provenienti dalla città rendevano l'orientamento più semplice. I corpi sciolti dei soldati nelle loro armature erano sparsi davanti al muro di mattoni, dove un enorme buco creato da una catapulta permetteva l'entrata in città. Mason scavalcò la breccia per poi dirigersi a passo svelto verso la rocca con la spada tra le mani. Le case di legno e mattoni erano in fiamme e i tetti erano collassati, arsi da un fuoco incurante della pioggia. Non c'erano cittadini in strada, a parte qualche corpo senza vita incastrato sotto le macerie. In lontananza si sentivano alcune voci di uomini mischiate al rumore della pioggia. Mason evitò i gruppi di soldati, restando nell'ombra. Ogni tanto riusciva a sentire i ruggiti del rathalos in lontananza, seguiti dalle urla terrorizzate degli uomini. Dopo alcuni minuti di camminata giunse davanti alla strada principale dove infuriava la battaglia tra i soldati nemici e le guardie della città, che tentavano disperatamente di respingere gli intrusi. Sbirciò da dietro una casa, cercando il momento giusto per procedere verso il giardino della rocca, quando una mano gli afferrò la spalla, voltandolo. Un uomo dalla barba ispida e i capelli ricci arruffati stava in piedi davanti a lui. La faccia era nera di fuliggine e indossava un’armatura di ferro. Il simbolo sullo spallaccio attirò l'attenzione di Mason, lo stemma raffigurava due ali nere.
《Che cosa ci fai qui moccioso?》 Gli chiese con un’espressione disgustosamente felice, estraendo un coltello.
《Moccioso?!》 Fu l’unica cosa che riuscì a rispondere Mason per poi tirargli un pugno in pieno viso, facendolo barcollare indietro. Senza esitare alzò la spada, trapassandogli il collo con un fendente deciso. L'uomo cadde in ginocchio per poi accasciarsi su un fianco, morto. Mason tremava, aveva agito senza pensare e per un attimo si sentì in colpa, ma poi fece un respiro profondo, ricordandosi che doveva continuare. Quando si volse verso la strada principale, non c'era più nessuno se non i corpi delle guardie a terra, sconfitte dai nemici. Attraversò quel fiume di cadaveri e si diresse verso il giardino. Le mura che lo recintavano erano nere a causa della cenere e una parte dell'arco di pietra era crollato, costando la vita ad alcuni uomini. Percorse il piccolo sentiero circondato da erba bruciata ed entrò nella rocca. Alcuni corpi erano appoggiati ai muri con delle frecce conficcate nel petto e Mason colse l’occasione per riempirsi la faretra. In fondo al corridoio si sentivano echi di voci, non stavano combattendo, parlavano. Mason avanzò di qualche passo quando uno scricchiolio lo fece voltare. Un altro uomo stava in piedi all'entrata del corridoio, tendendo l’arco verso di lui. D'istinto Mason si scansò di lato, riparandosi nella rientranza del muro del corridoio, proteggendosi dalla freccia scagliata dall'arciere.
《Avanti vieni fuori, non fare il codardo!》 Urlò l'uomo incoccando un'altra freccia, avanzando verso il nascondiglio del ragazzo 《Hai ammazzato mio fratello come se fosse un cane! Te la farò pagare!》lo minacciò.
Mason alzò gli occhi al cielo, estraendo l'arco e incoccando una freccia.
《Mi dispiace! Ma sarebbe toccato a me.》
Si espose lentamente per mirare ma con sua sorpresa l'uomo era già davanti a lui. Mason imprecò, abbassandosi per evitare la seconda freccia, mollando l'arco ai piedi dell'uomo che ora torreggiava su di lui. Il ragazzo era spalle al muro e il soldato, vedendo l’arco a terra, lo calpestò, spezzandolo. Messo alle strette Mason estrasse velocemente il pugnale, piantandolo nella caviglia dell'aggressore, facendolo gemere di dolore. Il ragazzo tentò di strisciare via e il soldato, ribollente di rabbia, allungò velocemente la mano per prendere un’altra freccia dalla faretra sulle sue spalle ma scoprì di averle finite, perciò bloccò il ragazzo a terra con lo stivale per poi colpirlo più volte in volto con il flettente dell'arco, riversando tutta la sua rabbia in quei colpi. Mason non riusciva a liberarsi, poteva solo incassare i colpi, che riecheggiarono per tutto il corridoio. Quando l'uomo si fermò una parte del flettente era color cremisi e a Mason sembrò di morire. Il sapore ferroso del sangue gli inondava la bocca, tanto da fargli venire la nausea. L'uomo, dopo aver gettato l'arco a terra, prese Mason per il collo della maglia facendolo sussultare e lo sbattè schiena contro il muro, lasciandolo a mezz’aria mentre lo guardava negli occhi, tenendolo saldamente attaccato alla parete ruvida.
《Mi chiedo》 iniziò l'uomo, 《da dove posso iniziare?》 Chiese sottovoce per poi estrarre il pugnale dalla sua caviglia e appoggiarne la punta sul collo di Mason.
《Lasciami.》 Gemette lui, tentando di liberarsi forzando la stretta dell'uomo, ma senza successo.
《Hey Garan, amico calmati, devi imparare a gestire la rabbia.》
Dall'ombra del corridoio apparve un ragazzo, alto, capelli neri raccolti in un codino e la stessa armatura dell'uomo. Si avvicinò ai due con un sorriso stampato in volto, come se fosse divertito dalla scena.
《Fatti gli affari tuoi Imar, sto solo risolvendo un piccolo conto in sospeso.》 Disse l’uomo per poi guardare Mason con espressione accigliata.
《Ti ricordo che dovevamo solo entrare, non c’è più bisogno di ucciderne altri.》 Disse sorridendo.
《Beh questo si.》 Sbottò l'uomo stringendo la presa.
《Garan, non l’ho detto io, ordini del capo. Perciò mettilo giù, non voglio ricevere un'altra sfuriata. Portiamoglielo, penso ne sarà felice.》 lo convinse.
Finalmente Garan allentò la presa, lasciando Mason crollare a terra. Il ragazzo tossì più volte portandosi una mano al collo, riprendendo fiato.
《Cazzo l'hai ridotto proprio male.》 Osservò l'uomo.
《Male? Nah, ho fatto di peggio. E poi lui mi ha piantato un coltello sul piede! Questo è il minimo.》 Si giustificò.
《Si chiama autodifesa.》 Intervenne all'improvviso Mason con voce roca, ancora frastornato.
Garan si girò verso il ragazzo. 《Ti consiglio di tapparti la bocca, assassino.》
《Va bene basta.》 Li interruppe Imar mettendosi in mezzo ai due.
Garan grugnì.
《Hey, ragazzo》 Disse Imar rivolgendosi a Mason 《prendi, datti una pulita.》 Gli porse un pezzo di stoffa.
《Grazie.》 Ringraziò Mason con tono incerto per poi tamponarsi il naso con una smorfia di dolore, alzandosi da terra.
《Ora è meglio se andiamo, ma questa la prendo io.》 Annunciò Imar sfilando la spada dal fodero di Mason.
《Hey!》 Protestò lui.
《Sei comunque un prigioniero.》 Gli rispose Imar con un ampio sorriso. 《Garan, accompagnalo tu.》 Fece cenno al compagno.
L'uomo si affiancò a Mason fulminandolo con lo sguardo. 《Avanti.》 Lo spintonò.
《Ci risiamo…》 commentò lui seccato.
I tre arrivarono nell’ampia stanza, illuminata solo dalla luce del fuoco del caminetto, che gettava le sue ombre rosse sul pavimento. I trofei dei mostri erano illuminati da una luce quasi spettrale e le loro sagome si allungavano sui muri di pietra, danzando in modo macabro. La stanza era diversa da come Mason se la ricordava. Forse per la poca luce oppure per le numerose persone presenti. Al centro del gruppo c'era un uomo in piedi e con la schiena rivolta verso di lui. Aveva un'enorme spada nella mano destra e nella sinistra teneva quella che sembrava una lettera. C'era qualcuno inginocchiato davanti a lui ma vedeva solo la sua sagoma. L'uomo di spalle stava parlando con qualcuno, blaterando di vendetta e giustizia. Tutti i soldati ascoltavano attentamente.
《Resta qui.》 Gli ordinò Garan tenendolo per una spalla, legandogli le mani con delle corde.
Mason notò due figure familiari accanto a lui. Dexter e Jack, assieme ad altre guardie, stavano in piedi dietro a due soldati, anche loro con le mani legate.
《Mason?》 Bisbiglio Dexter. 《che cazzo fai di nuovo qui?》
《Avevo alcune cose in sospeso…》 Anche se era di Dexter, Mason era grato di vedere una faccia conosciuta. 《Vedo che sono venuti a trovarvi degli amici.》
《Spiritoso.》 Rispose lui.
《Chi diavolo è questa gente?》 Chiese bisbigliando.
《Dei pazzi fanatici fissati con l'onore e altre cazzate. Ti consiglio di non parlare se non vuoi che ti piantino un coltello dritto nello stomaco.》
《Lo terrò a mente.》
A distoglierli dalla conversazione furono le risate dei soldati. L'uomo di spalle si alzò andando verso il camino per gettare la lettera e Mason riconobbe la sagoma di Hunter inginocchiata al centro della stanza. Quella dell'uomo, risaltata dalle fiamme, ora le girava attorno, esaminando la lama della sua spada mentre parlava con voce roca. Indossava un'enorme armatura dalla quale sembravano spuntare due ampie ali nere dalle scapole, o almeno era quello che Mason vedeva, la luce del caminetto illuminava appena le sagome e la sua vista non si era ancora abituata alla luce arancione.
《...ho dato a tutti la possibilità di aderire alla nostra causa, già molto tempo fa, eppure non fate altro che ignorare. È un peccato, speravo fossi più intelligente Hunter, non posso permettermi ulteriori ostacoli.》 Stava dicendo l'uomo in armatura, la sua voce attuta dall'elmo.
《Akhan, torna in te! Che diavolo significa tutto questo? La gente di questo posto non si arrenderà per nulla al mondo, e non sarò di certo io a convincerli del contrario. Guardati attorno! Ciò che state facendo causerà solo altre vittime!》
Sembrava che Hunter conoscesse quella persona e stesse cercando in tutti i modi farla ragionare, anche se sembrava che la cosa non stesse funzionando.
《Mi dispiace Hunter...》 continuò l'uomo 《...ma mi aspettavo una migliore decisione, almeno per quanto riguarda la tua gente. Ma sembra che dovremmo procedere con metodi estremi, dopotutto non tutte le menti possono essere cambiate.》
Dopo quella frase, Akhan alzò la spada, facendola poi cadere sulla testa di Hunter. Mason distolse lo sguardo. Doveva assolutamente trovare Zara e andarsene da lì.
L'uomo avanzò verso i pochi prigionieri sopravvissuti, guardie o cittadini abbastanza coraggiosi da difendere la propria casa con le loro stesse mani.
《Ebbene.》 Cominciò squadrando i presenti, la sua voce decisa era attutita dall'elmo 《Questi sono i valorosi che hanno difeso la loro casa. Congratulazioni, ora non avrete nulla da temere.》 Dal tono sembrava sorridesse. 《Allora, cosa avete di interessante da mostrarmi?》 Chiese ai suoi soldati. 《Per cominciare avete trovato il resto dei cittadini?》
《Stiamo ancora cercando signore.》 Intervenne un soldato 《Stiamo setacciando tutte le miniere della zona.》
《E quel rathalos? Sapete dirmi qualcosa a riguardo?》
《Signore》 Prese la parola Imar. 《non abbiamo il rathalos ma abbiamo il cavaliere.》 Disse poggiando una mano alla spalla di Mason. Gli occhi dell'uomo si illuminarono.
《Un…cavaliere? 》
《Si signore.》 Confermò Omar sorridendo.
L'uomo rise avvicinandosi.
《È da molto tempo che non ne vedo uno vivo. Ci sarà molto utile, ben fatto Imar.》 Lo lodò scrutando Mason.
《Visto che hai fatto bene a non ucciderlo.》 Disse Imar rivolgendosi a Garan a bassa voce. Lui sbuffò alzando gli occhi al cielo.
《Quindi, domatore di mostri, tu sei anche colui che è fuggito dall’arena in groppa all'odogaron, dico bene? Ma certo, come dimenticarlo. Mi aspetterò grandi cose da te.》 Disse ridendo.
《Qui invece chi abbiamo?》 Continuò guardando Jack. 《Non siete delle guardie vero? Sembrate più mercenari.》
《Si siamo mercenari…non vedo come potremmo esservi utili.》 Prese la parola Dexter.
Mentre l’uomo passava in rassegna tutti i prigionieri Mason vagò con lo sguardo. La luce del fuoco aveva un effetto rilassante su di lui e fissò la fiamma danzante del camino quando notò del movimento nel corridoio buio. Delle ombre si muovevano silenziose, quando una piccola sfera venne lanciata all’interno della stanza, fermandosi al centro del salone, tintinnando. Un soldato la vide e urlò.
《Intrusi!》
Subito dopo la sfera esplose rilasciando una densa nube di fumo nella stanza. Uomini armati di balestre e archi irruppero nella stanza e i soldati impugnarono le armi. Approfittando del trambusto, Dexter si liberò dalle corde con il pugnale che aveva nascosto nelle maniche, procedendo a liberare Jack, Mason e gli altri.
《Grazie.》 Gli disse Mason con un cenno del capo. 《Ma queste persone...》
《Nostri amici.》 Disse facendo l'occhiolino al ragazzo per poi lanciarsi nella mischia, seguito a ruota da Jack.
Mason corse immediatamente su per le scale, allontanandosi dalla battaglia, quando alcune guardie lo videro.
《Non deve scappare!》 Urlarono per poi lanciarsi all’inseguimento.
Il ragazzo corse fino alla fine delle scale arrivando ad un bivio, girò a sinistra, seguito dai tre uomini in armatura, e provò a sbarrare loro la strada rovesciando mobili e armature pesanti.
《In alto.》 Pensò cercando altre scale, per poi percorrerle a perdifiato. 《Questo posto è un labirinto!》
Continuò a salire quando raggiunse un vicolo cieco, i soldati erano all’inizio del corridoio. Mason provò ad aprire alcune porte, ma senza successo.
《In fondo!》 Sentì provenire dalle scale.
Doveva fare in fretta. Il rumore di una porta che si chiudeva attirò la sua attenzione. Andò dinanzi alla piccola porta per poi tentare di aprirla il più velocemente possibile. I passi dei soldati sempre più vicini.
《Dannazione!》imprecò in preda alla frustrazione, sfondando la porta con un calcio secco, precipitando letteralmente nella stanza. Cadde a terra e quando si girò si ritrovò la punta di un pugnale davanti agli occhi.
《Woah, calma!》 Disse alzando le mani, ma quando guardò il suo aggressore riconobbe la giovane ragazza.
《Zara?》
Lei sbarrò gli occhi, lasciando cadere il coltello a terra, per poi abbracciare il ragazzo.
《Non ci credo.》 Disse lei quasi piangendo dalla gioia.
《Te l’ho detto che era una promessa.》 Disse lui sorridendo. 《Ora ce ne dobbiamo andare e in fretta.》
《Che diavolo è successo di sotto?》 Chiese lei impaurita.
《Qualcuno ha fatto irruzione nella rocca e ha ucciso Hunter.》
A Zara venne un tuffo al cuore. 《Revon...》 disse a denti stretti.
《Chi?》
《Akhan Revon, faceva parte dei piani alti dell’Occhio del Sole, prima che...》 Zara sospirò seccata. 《Non pensavo sarebbe arrivato a tanto...》
《Mi dispiace... Ma ora dobbiamo andarcene prima che ammazzi anche noi.
Le voci fuori dal corridoio li riportano al presente e Mason chiuse velocemente la porta sfondata.
《Si può sapere chi sono tutti questi soldati? Sono tantissimi.》 Chiese mentre sbirciava dalle fessure della porta.
《Corvi. Vecchi nemici di Roccasole...》
《Beh, loro sono un motivo in più per andarsene da qui. Sai se ci sono altre uscite?》
Lei scosse la testa 《No, solo quella principale.》
Mason fece una smorfia delusa 《È sorvegliata, o almeno credo. C'è un po' di trambusto all'entrata. Potremmo provare ad aprirci un varco ma…non ho armi.》
Zara raccolse il pugnale da terra, porgendolo a Mason. 《Abbiamo questo.》
Lui lo prese, facendo spallucce. 《È già qualcosa.》
Mason aprì la porta leggermente, facendo cenno a Zara di aspettare. Sbirciò fuori, un uomo pattugliava il corridoio. Quando continuò ad aprire la porta i cardini arrugginiti cigolarono e il soldato si girò di scatto. Il rumore attirò l'attenzione del soldato, che sbarrò gli occhi.
《È qui!》 Urlò.
Mason chiuse la porta di scatto barricandola con alcune casse.
《D'accordo, cambio di programma. Sono qua fuori, non possiamo scendere.》
Gli uomini iniziarono a battere sulla porta, cercando di entrare.
《Siamo in trappola!》 Disse Zara guardando Mason in cerca di aiuto.
Lui si guardò attorno, cercando qualcosa da scagliare contro gli invasori, quando vide la finestra.
《Ho un idea.》 Disse sporgendosi dalla finestra per poi fischiare. 《Dobbiamo saltare.》
《Cosa? No!》
《Fidati di me.》
《Ma siamo troppo in alto.》
《Zara》 Mason gli porse la mano. 《fidati di me. Altrimenti…》 guardò la porta. Un’ascia stava spaccando la porta e si intravedevano i volti di alcuni uomini.
《Io-io non ci riesco.》 Stava tremando Zara.
《Un passo alla volta.》 La rassicurò lui mentre saliva sul bordo. 《Non sono un pazzo suicida se te lo stai chiedendo.》 Disse abbozzando un sorriso per smorzare la tensione.
Il buco nella porta si stava allargando e l'ascia macinava legno senza sosta.
《D'accordo!》 Si rassegnò lei.
Mason le prese la mano, facendola sedere sul bordo accanto a lui. Erano nel punto più alto della rocca, nessuno sarebbe sopravvissuto ad una caduta simile. Un salto nel vuoto mentre la pioggia scrosciava sopra di loro.
《Non devi mollare la mia mano, hai capito? È importante. E stai pronta ad aggrapparti se ne avrai la possibilità.》
《Aggrapparmi a cosa? Qual è il piano?》 Chiese confusa.
La porta venne scardinata e dal buco iniziarono a strisciare dentro alcuni soldati.
《Se te lo dicessi non salteresti.》 Disse per poi saltare, trascinando con sé la ragazza.
《Cos- no Mason aspetta!》 Urlò Zara terrorizzata.
I due erano in caduta libera e dalla finestra i soldati erano sconcertati.
《Avanti bello dove sei?》 Pensò Mason cercano di scrutare il cielo con gli occhi socchiusi.
Dal buio emerse la figura del rathalos che li raggiunse, prendendoli al volo. Mason si aggrappò alla sella, tenendo stretta la mano della ragazza.
《Ti tengo! Aggrappati alla sella e tirati su.》 Urlò per contrastare il rumore del vento.
Zara era incredula, ma avrebbe lasciato le domande per dopo. Si aggrappò alle scaglie per poi raggiungere la sella e tirarsi su, sedendosi dietro a Mason.
Il ragazzo accarezzo il collo dell’animale.
《Bravissimo bello, giusto in tempo.》 Il rathalos era felice di rivedere il cavaliere e fece un mugolio contento.
Dall'alto si vedeva chiaramente la rocca, circondata da un anello di fuoco e distruzione. Zara si sporse tenendosi saldamente ai fianchi del ragazzo.
《È…alto.》 Disse lei guardando in basso.
《Il segreto è non guardare giù. Ora andiamocene da qui.》
Il rathalos salì di quota, oltrepassando la fitta coltre di nuvole grigie. Il sole stava sorgendo da dietro le dune sabbiose e una calda luce rosea illuminava ogni cosa.
Le ombre si allungavano e i mostri ritornavano nelle foreste, cercando rifugio nell'ombra degli alberi. Zara volse un ultimo sguardo a Roccasole per poi guardare l’orizzonte davanti a sé. Sorrise, era libera.L’ombra del rathalos si proiettava sull’erba ricoperta dalla brina del mattino, mettendo in fuga i piccoli roditori che si rifugiavano nelle loro tane. La neve non si era ancora completamente sciolta nonostante fosse primavera inoltrata, dopotutto le Terre Gelate si era guadagnate quel nome per un motivo. L'aria era ancora fredda e pungente ma i piccoli corsi d'acqua si erano scongelati e il sole era più caldo. I versi degli uccelli rompevano il silenzio assieme al rumore dell’’acqua.
《Ora va.》 Disse tristemente il ragazzo al rathalos mentre gli toglieva la sella dal dorso. 《Hai fatto più che abbastanza bello, meriti la libertà.》
Il rathalos non capì subito il significato di quel gesto, ma quando guardò il ragazzo era sicuro di una cosa, non se ne sarebbe andato. La viverna inclinò la testa per poi accovacciarsi vicino al ragazzo. Zara rise.
《Non penso se ne voglia andare. E penso non lo voglia nemmeno tu.》 Disse lei.
Il rathalos guardava i due a turno, brontolando.
《Dai guardalo, è troppo tenero.》 Disse la ragazza.
《Veramente pensi che un rathalos possa essere definito tenero?》 Le chiese Mason.
《Si!》 Rispose lei senza esitare.
Mason sorrise 《Molto bene. Zara, ti presento Dijn.》 Disse dando una leggera pacca sul muso alla viverna. 《Dijn, ti presento Zara.》 Continuò indicando la ragazza con un cenno del capo.
《Quindi lo terremo?》 l'espressione di Zara era come quella di una bambina che pregava i genitori di tenere un gatto randagio.
Mason non riuscì a restare serio difronte a quella scena.
《Si,resterà.》 Disse lui ridendo, dando una carezza al muso della viverna.Nel deserto di Pietra Liscia la pioggia fine cadeva ormai senza sosta e le nuvole grigie circondavano la città creando un tetto oscuro e vorticoso, dentro al quale fulmini rossi provocavano bagliori luminosi che illuminavano la città distrutta e arsa dalle fiamme ormai estinte.
《Signore.》 Uno dei Corvi andò al cospetto di Revon, incaricato di comunicare la fuga dei prigionieri.
《Si?》 Chiese l'uomo, mentre osservava il paesaggio da un’ampia finestra. La sua già alta figura era accentuata dall'imponente armatura e la sua voce era ancora più profonda di quella che sembrava a causa dell'elmo. Dettagli che avevano iniziato ad intimorire i soldati dei Corvi, i quali avevano notato un drastico cambiamento nella personalità dall'uomo e di cui avevano paura di scatenarne l’ira.
《Il domatore di mostri... ci è sfuggito...》 il soldato cercava di imprimere tutto il suo senso di colpa in quelle parole così difficili da pronunciare. Comunicata la notizia, il soldato si aspettò di ricevere una sfuriata da parte dell'uomo, ma fu sorpreso nel sentirlo ridere.
《Tipico dei cavalieri. Scappare di fronte al pericolo.》 Disse Revon in tono sprezzante《 Nulla di cui preoccuparsi, non ci darà più fastidio.》 Disse voltandosi verso il Corvo.
《Però abbiamo una buona notizia》 aggiunse in fretta il soldato abbassando lo sguardo 《abbiamo trovato i cittadini. Si sono nascosti in una cava poco più a nord.》
A Revon gli si illuminarono gli occhi e fece un sorriso soddisfatto, sorriso celato sotto l'elmo nero. 《Molto bene. Andrò li appena possibile.》 Annunciò per poi voltarsi di nuovo verso la finestra, inspirando l'aria portata da quella pioggia innaturale. 《Chiudeteli dentro, non ne deve scappare nemmeno uno.》 Ordinò al soldato, che annuì per poi allontanarsi velocemente, congedandosi.
《È perfetto, è ciò che volevamo e di cui avevamo bisogno...》 Disse Revon, come se parlasse con qualcuno, benchè nella stanza ci fosse solo lui.
Un tuono rimbombò nella distanza, mentre fulmini rossi colpivano il tetto piatto della rocca, proiettando sul muro di mattoni l'ombra dall’uomo, che mutò, allungandosi e prendendo la forma slanciata di un muso di drago.

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[IN REVISIONE] Legami di ghiaccio e fuoco - A Monster Hunter Tale
AdventureQuesta storia è ambientata in parte nell'universo di Monster Hunter, i mostri sono presenti ma i luoghi e i personaggi sono di mia invenzione. ° ° ° Mason è un giovane ragazzo delle Terre Gelate e, in una mattina di inizio primavera, la sua vita ve...