-Posso sapere cosa ti turba? - la voce di Padmé fece trasalire Anakin, il quale non si aspettava certo che la sua amata fosse lì.
Si trovavano nell'appartamento di Takké e Anakin non si aspettava certamente la visita di Padmé, anche perché voleva stare da solo a pensare.
Inoltre era certo che nessuno sarebbe venuto a cercarlo, soprattutto perché Padmé, nella linea del tempo originale sarebbe dovuta essere in Senato, quindi, nei calcoli di Anakin avrebbe potuto crogiolarsi nel suo dolore ancora per un po'.
Ma ora che lei era lì non poteva ignorarla.
Gli era mancata come l'aria che respirava, come la luce del sole, dalla morte della sua amata, per Anakin Skywalker il sole aveva smesso di sorgere.
-Non dovresti essere in Senato? - domandò l'uomo senza voltarsi.
Padmé osservò le ampie spalle coperte dal mantello rosso sangue, era così diverso e al tempo stesso così uguale al ragazzo che lei amava più della vita stessa, forse era per questo che si sentiva legata anche al più grande.
-Dovrei, ma tu e Anakin siete più importanti, ho mandato le mie ancelle, sanno destreggiarsi benissimo in Senato, anche senza di me.
L'uomo voltò leggermente il capo, quasi a controllare che lei fosse ancora lì, e lasciò andare un sospiro.
-Posso sapere perché sei venuta? C'entrano i gemelli? - domandò Anakin e Padmé si chiese per quale motivo l'uomo non pensasse che lei poteva essere andata fin lì per lui.
-No, i gemelli non c'entrano, sono straordinari, no sono venuta per te -
Anakin a quel punto si voltò verso di lei e Padmé notò quanto l'uomo presse stanco e provato.
Le occhiaie segnavano gli occhi cerulei del guerriero, la stanchezza aveva lasciato segni sul volto di Anakin spingendo Padmé ad avvicinarsi.
Cercò di sfiorargli il viso, ma Anakin si allontanò leggermente, era come se non volesse farsi aiutare, voleva fare il sostenuto, ma Padmé sapeva cosa stava passando, sentiva la sua sofferenza.
-Se penso a quello che ti ho fatto... - la voce di Anakin si incrinò leggermente.
-Non pensarci, non è ancora successo - rispose la donna baciando quello che era, a tutti gli effetti, suo marito.
Anakin la strinse ricambiando il bacio, quella era una dolce e terribile tortura.
La più dolce delle torture.
Padmé scese sul collo del suo sposo lasciando una scia di dolci baci.
Si lasciarono scivolare sul divano, incapaci di staccarsi uno dall'altro.
Fu Anakin ad interrompere quel contatto tanto desiderato, ma al tempo stesso rifuggito, in quanto la vicinanza di Padmé era la cosa più vicina alla cura per il suo cuore ferito, anzi lei era la cura, ma lui non voleva essere curato, si meritava tutta la sofferenza.
-Dovrei allontanarti, dovrei impedirti di avvicinarti a me, ma non ci riesco, mi attiri verso di te come una calamita. - Anakin accarezzò i capelli della moglie che sorrise.
-Perché? Anakin io sono qui per te, so quello che è successo me lo hai raccontato, ma io voglio guarire quelle ferite che hai nel cuore. Ti amo e li sai non potrei mai lasciarti. - Di nuovo Padmé si avvicinò.
Anakin la lasciò fare, mentre lei gli toglieva il mantello rosso, mostrando le cicatrici di cui il suo corpo era cosparso.
L'uomo non aveva messo la maglia, forse pensando che non ce n'era bisogno visto che era da solo.
-Non posso permettere che ti facciano del male, non pensavo che la prima persona da cui avrei dovuto proteggerti sarei dovuto essere io - dichiarò Anakin.
-Hai fatto degli errori, ma anche io ho fatto degli errori, primo fra tutti appoggiare Palpatine nella sua ascesa al potere. Lui ha ingannato tutti, è lui il vero colpevole - affermò Padmé.
-Ti ho raccontato quello che ho fatto, ho ucciso, mutilato, torturato, persone innocenti, non merito di essere aiutato io merito solo le fiamme dell'inferno - gli occhi dell'uomo si velarono di rabbia verso se stesso.
La donna comprese quanto Anakin dovesse odiarsi per quello che era successo nella linea del tempo originale, e non riusciva a perdonarsi.
-Ci credo, amore mio, lo so, sento la tua sofferenza e non voglio che tu continui a soffrire, voglio guarire le tue ferite, sono qui anche per questo.
-Non voglio mettere in crisi il rapporto tra te e Anakin - affermò l'uomo.
-Non accadrà, voi due siete la stessa persona. - rispose la senatrice.
Anakin sospirò appoggiandosi allo schienale del divano.
La presenza di Padmé aveva il potere straordinario di calmarlo e di farlo sentire meglio.
Di nuovo la senatrice lo baciò e Anakin ricambiò, senza pensarci su due volte, gli era mancata troppo.
Il mantello scivolò a terra con un tonfo morbido mentre lei scendeva sul collo sfiorandogli le spalle, Padmé avrebbe voluto che i suoi baci potessero veramente quelle ferite, soprattutto quella che si vedeva all'altezza del cuore.
Anakin chiuse gli occhi lasciandosi, semplicemente, andare.
-Ti amo, mio angelo.
Nota dalla regia : Questa non è una vera e propria scena eliminata, ma volevo scrivere questa parte e l'ho messa qui spero vi piaccia :) alla prossima e che la Forza sia sempre con noi :)
STAI LEGGENDO
Il Vento del Destino - Scene eliminate
FanfictionEcco a voi una serie di capitoli, oppure one shot, definitele come credere più opportuno, ma io le definisco semplicemente scene eliminate, pezzi di capitoli o capitoli interi che non ho inserito nella storia originale perché non vi era spazio o per...