Le nostre scelte dicono chi siamo

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-Sembri un'anima in pena - la voce del più giovane fece sobbalzare il più vecchio.

Nel piazzale del tempio Luke si stava allenando con la spada laser sotto l'occhio vigile di Obi-Wan, il quale ogni tanto, correggeva i movimenti del giovane, mentre Leia li osservava entrambi cercando, forse di capirci qualcosa.

-Cosa ti fa pensare che io non lo sia? - domandò a sua volta il più grande.

Era appoggiato ad una delle colonne che davano sul cortile e osservava Luke e Leia, non si era girato per guardare il più giovane si era limitato a rispondere alla sua domanda con un'altra.

-Il tuo atteggiamento...c'è qualcosa che non ti fa soffrire? - domandò ancora il ragazzo appoggiando la mano sulla spalla dell'altro.

-Tutto quello che vedi intorno a noi mi fa soffrire, Anakin, perché ora vedo ciò che alla tua età non vidi. E questo fa male, tanto quanto scoprire di essere stato ingannato per anni, ed è per questo che sono qui, per impedire che accada quello che è successo nella linea del tempo originale - rispose il più grande.

-Non riesco ancora a credere che non ci siamo accorti di niente, come è possibile? -

-Semplicemente perché l'alto consiglio non ha ascoltato gli avvertimenti che gli sono stati dati. Non ha ascoltato il maestro Cordova, non ha dato retta a Dooku così come non ha ascoltato Qui-Gon. Si sono convinti di essere sempre nel giusto, peccando di superbia, facendo esattamente quello che imputavano ai Sith, loro nemesi naturali. Che anche lì si potrebbero aprire infinite parentesi. - dichiarò il più grande.

-Mi hai detto che mi avresti spiegato il lato oscuro -

-Va bene, ma non qui, non voglio che mi sentano, andiamo nell'appartamento di Takké - Anakin fece cenno al più giovane di seguirlo, e insieme raggiunsero uno speeder e filarono dritti verso l'appartamento di Takké.

-Deve essere difficile per te avere Padmé così vicina e doverle stare lontano - dichiarò il più giovane dopo che il più grande ebbe chiuso la porta alle loro spalle.

-Diciamo che ormai io e la sofferenza facciamo coppia fissa da tempo, quindi non ci faccio più caso. - fu la risposta del più grande.

-Hai detto che hai delle riposte sul lato oscuro, vero?

Il più grande annuì sedendosi sul divano ed Anakin notò quanto, ogni movimento del suo alterego fosse misurato, come se dovesse sempre mantenere il controllo di sé stesso, in ogni circostanza.

-E allora quali sono? - domandò l'altro impaziente.

-Conosci la tragica fine di Darth Plagueis, il Saggio? - ridacchiò il più grande spiazzando il più giovane il quale si avvicinò.

-Come fai a...?

-Io ho già vissuto tutto questo, ricordi?

A quel punto il più giovane comprese, cosa stava tentando di dirgli l'altro, il quale non aveva scelto certamente quelle parole a caso.

No, lo aveva fatto intenzionalmente, come ad intavolare un discorso.

-Il Cancelliere me lo ha raccontato - rispose il giovane.

-Lo immaginavo, è con quella storia che mi ha portato verso il lato oscuro, con quella illusione. - sospirò il più grande.

-Che vuoi dire?

-Che è vero che Darth Plagueis era un signore dei Sith potentissimo e sapiente, come è vero che che il suo apprendista lo uccise mentre dormiva, ma non è vero che riusciva a a salvare coloro che amava dalla morte, questa è solo una congettura inserita da Palpatine nella storia per farti credere che il lato oscuro sia la soluzione ai tuoi problemi, ma non è così - rispose il più grande scuotendo le spalle sotto l'ampio mantello da re.

-Perché mi dovrebbe mentire?

Anakin non pareva ancora convinto, certo il più grande gli avesse già raccontato la sua storia, dopo l'attentato all'appartamento di Padmé, tuttavia, nonostante questo il più giovane non riusciva ad accettare l'idea che il Cancelliere potesse essere il mostro di cui gli aveva parlato il più grande.

-Perché i Jedi da anni non studiano più i Sith e il lato oscuro, l'ultimo Jedi ad aver compito quegli studi fu Qui-Gon, infatti fu l'unico a riconoscere in Darth Maul ciò che era in realtà, ovvero un Sith. Ma, come spesso capitava, quando tornò su Coruscant riferendo il suo sospetto su Maul, l'alto consiglio non gli dette retta affermando che i Sith erano estinti da un millennio e che era impossibile che fossero tornati -

Fu la risposta del più grande che tornò ad osservare il cielo oltre la finestra.

Il sole era alto nel cielo e Anakin sapeva che i gemelli avevano in programma di andare prima da Padmé e poi di farsi un giro per la capitale.

L'uomo era d'accordo, aveva solo detto loro di stare attenti poiché si era comunque in guerra e la capitale non era un posto molto sicuro.

-Quindi la storia di Palpatine era una menzogna?

Il più giovane aveva l'aria contrariata di chi è pronto a tutto pur di negare l'evidenza, anche quando questa ti compare davanti sottoforma di te stesso adulto, il quale ha vissuto quello che tu vuoi negare a tutti i costi.

Il più grande quasi ammirò il tentativo del più giovane di negare, era una cosa che da ragazzo faceva spesso, forse perché non aveva mai avuto una vera e propria figura paterna e l'aveva sempre cercata.

Ora stava provando a fare al se stesso più giovane, quello che nessuno aveva fatto con lui, ovvero aveva provato a fare il padre.

Lui che padre lo era davvero, dei gemelli, anche se non gli era stato permesso, ma ora non voleva pensarci.

-Darth Plagueis disse al suo apprendista : Dimmi quale ritieni sia il tuo punto di maggior forza, così saprò come indebolirti ; dimmi della tua più grande paura, così saprò quale posso obbligarti ad affrontare; dimmi ciò a cui tieni di più, così saprò cosa sottrarti; e dimmi ciò che brami, così da potertelo negare... - dichiarò il più grande, mentre il più giovane spostava lo sguardo dal pavimento, al più grande.

All'Anakin più grande sembrò di vedere le rotelle del cervello del più giovane girare vorticosamente per mettere tutti i pezzi e forse, in quel momento il ragazzo parve capire.

Capire che Palpatine lo stava usando come un burattino, utilizzando quello che Anakin, ingenuamente, pensando di potersi fidare gli aveva confidato.

-Sono stato uno stupido! Come ho potuto fidarmi di lui? - domandò il ragazzo prendendosi il viso tra le mani.

Il più grande gli poggiò una mano sulla spalla, comprendendo fin troppo bene cosa stesse provando il più giovane.

Smarrimento, paura e la sensazione di essere stato tradito da una persona a cui lui voleva bene come ad un padre.

-Non potevi saperlo, nessuno sospetta di lui e tu sei il più fragile di tutti, e questo Palpatine lo ha  capito, è bravissimo a leggere gli animi delle persone - dichiarò il più grande.

-Sono stato comunque uno stupido - sbuffò il ragazzo.

-No, non lo sei, ricorda che sono le nostre scelte dicono chi siamo, e tu hai ancora la possibilità di scegliere. Non sei ancora caduto nel lato Oscuro, puoi ancora salvarti. Ricorda che il potere non dà felicità, Padmé morirà solo se continuerai ad ascoltare Palpatine, l'unica cosa di cui lei ha bisogno è il tuo amore, niente di più - il più grande in quel momento soffriva, nel dire quelle parole soffriva tanto, ma era la verità.

Se da giovane avesse avuto la possibilità di avere una guida che lo mettesse in guardia dai pericoli del lato oscuro allora non sarebbe mai diventato Darth Vader.

Ora aveva la possibilità di rimediare e lo avrebbe fatto.

-Hai ragione - sorrise il più giovane e Anakin avvertí la speranza nascere di nuovo nel suo cuore.

Nota dalla regia : Questa scena doveva collocarsi poco dopo il capitolo Parole pesanti, ma poi pensavo che avesse rallentato troppo il ritmo e così l'ho tagliata.
Voi cosa ne pensate? 😉 Fatemi sapere e che la Forza sia sempre con tutti noi :)

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