Mother Dear

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-Dove cavolo sei stata?-

Te pareva. Non mi bastava solo Giorgia, quel gran figo, ma anche mia mamma!

Posso dire che sono nel periodo fortunato, insomma.

-Mamma sono viva e vegeta non proccuparti! Ok?- dissi esaspertata

-No. No che non va bene!- mi rispose urlando -Sono le 10! Le dieci!-

-Non ne posso più di sto dannato mondo- urlai scoppiando in lacrime.

Non ne potevo più del mondo che mi circondava. Non ero così forte come la gente credeva, anzi. Ero sempre più debole. Avevo perso troppe persone nel giro di pochi mesi. Sono anch'io purtroppo un essere umano. Soppravivo, mio malgrando, ancora in questa dannata foresta.

Mi guardava con pena, con compassione. Ma mamma non lo capisci che io non volgio pietà, ma un aiuto? Non sono brava a consolarmi, ma credimi so consloare gli altri. Mi insegni? Voglio aiutarmi, ma come?

Si avvicinò con passo felpato, come se avesse paura di disturbare quel momento. Ormai mi ero accosciata a terra e le fece lo stesso, ma con un'eleganza da fare invidia.

-Amore mio cosa succede?- mi chiese baciandomi i capelli. Mi sembrava di essere tornata bambina. Ah che bei tempi! Niente amori, niente proccupazioni, ma soprattutto lei c'era...

Continuavo a piangere. La pioggia non si fermava e io non riuscivo a proferire parola. La mia voce sarebbe stata una stonatura in quella bellezza infinita. Mi capì e mi disse con una delicatezza che mi fece piangere ancora di più:

-Tesoro, lo so che pensi di essere debole, ma io so che questo periodo passerà. Accetterai tutto ciò perchè non hai tante soluzione. Spesso nella vita hai più possibiltà e devi scegliere, questa volta con mio rammento non hai scelta: andare vanti e accettare tutto questo. Un giorno incontrerai una persona che ti farà ricordare che cosa vuol dire essere felici, perchè amore non dico che devi sorridere. Ahimè sorridere lo sanno fare tutti, ma ridere ormai pochi. Ridere vuol dire sorridere, essere felici con l'anima. Non si tratta di curvare semplicemente le labbra, ma di essere se stessi, di sentirsi unici, di essere contenti della propria vita e di essere felici- conculse la mia saggia.

-Ma se non sucederà?- chiesi timidamente

-Paure legittime in questo periodo, ma tesoro tutti hanno un'anima gemella e tu incontrerari la tua.-

"E' in questi momenti che mi ricordi di quanto sono fortunata, di quanto ti voglio bene" avrei voluto dirle, invece le diedi un piccolo bacio sulla guancia e un sorriso tra le lacrime.

Stavo rileggendo "Orgoglio e pregudizio" il mio libro preferito. Piangevo ogni volta e questa non fece eccezione.

“Ho lottato invano. Non c’è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami.

Mgarai un giorno qualcuno me la dedicasse sarei la donna più felice al mondo, o come dice Jane:

Sono la creatura più felice dell’universo. Forse altri lo hanno detto prima di me, ma nessuno con tanta ragione.

Queso momento però è assai lontano. Già se qualcuno mi vorrà sarà qualcosa, figuriamoci se qualcuno potrà mai amarmi.

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