Gorgonzola & Radicchio

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[Leslie]

Non essendo mai stata una persona popolare tra i miei coetanei, non avrei mai immaginato di trovarmi in una simile situazione; il mio cellulare squillava ininterrottamente, il mio laptop continuava a segnalarmi delle notifiche ogni cinque minuti, ed il campanello di casa non era mai stato suonato così tante volte di seguito. I miei genitori erano esausti e mi imploravano di fare qualcosa a riguardo, e onestamente non avevano tutti i torti: essere così ricercata era trementamente irritante.

Infastidita da ciò che stava accadendo, mi decisi ad aprire la porta sapendo di trovare Spencer fiducioso di potermi riconquistare con chissà quale scusa; ma pur di liberarmene, sarei stata al gioco per allontanarlo una volta per tutte.

"Ciao Leslie, speravo di poterti parlare." Si schiarì la voce il ragazzo di fronte a me; sembrava quasi che lo avessi colto di sorpresa, forse non si aspettava di avere una possibilità dopo tutti i tentativi falliti di contattarmi.
"Vorrei dire è un piacere vederti, ma non lo è." Alzai gli occhi al cielo, facendogli segno di entrare.

Non appena ci sedemmo sul divano del salotto, vidi Spencer visibilmente imbarazzato, e forse anche un po' dispiaciuto. Ma che dico? Se avesse avuto un minimo di buon senso non si sarebbe mai comportato in quel modo nei confronti di Drake.
"Devi sapere che non era mia intenzione tradirti con Katerina" Iniziò, strofinandosi le mani l'una con l'altra con evidente disagio. "Pensavo di volere te, ma poi qualcosa è scattato con lei e non sapevo come dirtelo." Mi rivolse uno sguardo pentito; certo che sapeva proprio essere un bravo attore.

A dire il vero sapevo già l'intera storia, anche Katerina non aveva fatto altro che mandarmi messaggi per scusarsi e spiegarmi come fossero andate veramente le cose; io l'avevo serenamente tranquillizzata, raccontandole anche il gesto di Spencer. Ma questo lui non lo sapeva, e avrei continuato a fingermi delusa e arrabbiata.

"E che mi dici a proposito di Drake?" Chiesi con tono infastidito, incrociando le braccia al petto.
"Mi dispiace, volevo solo dargli sui nervi."
"Perché poi non gli hai detto che avrebbe potuto nuovamente rivolgermi la parola?"
"È semplice. Una parola, otto lettere: orgoglio."
Alzò le spalle, lasciandosi scappare un ridolino.
"Sai che ti dico Spencer?" Scattai in piedi.
"Una parola, otto lettere: sparisci."
Anche io sapevo essere proprio una brava attrice.

Più tardi quel pomeriggio raccontai a Drake della mia mattinata infernale, e dell'espressione di Spencer non appena lo cacciai malamente da casa mia; fu talmente incredulo che avrei voluto scattargli una foto per poi farci beffe di lui.
Di tutta risposta Drake rise sonoramente, mostrandomi di sentirsi molto meglio rispetto alla sera precedente. A confermarlo fu il fatto che mi propose di uscire insieme quello stesso giorno, non appena avrebbe fatto ritorno dall'ospedale insieme a sua nonna. I ricordi del dolore, della tristezza e della rabbia causati dall'annuncio di Azura mi tornarono alla mente, ma li scacciai immediatamente, intenta a volermi finalmente godere una serata con Drake.

Tanto entusiasta da iniziare a prepararmi con un largo anticipo. Avevo letteralmente programmato un paio d'ore all'insegna delle coccole di bellezza: mi ero messa sul viso una maschera all'argilla e avevo preparato un bel bagno caldo.
E come ultima cosa, ma non per importanza, mi ero accuratamente depilata le gambe.

Così, per sicurezza.

Mentre mi trovavo in un piacevolissimo stato di relax, il mio telefono squillò e mi riportò alla realtà. "Mia, tesoro!" - Non chiamarmi così, sono incavolata nera con te. Perché non so nulla dei recenti avvenimenti nella tua vita da fiction? - Sorrisi istintivamente, scuotendo la testa. "Scusami, sono stata un po' distratta ultimamente."
- Ci credo! Raccontami tutto, altrimenti mi presento alla tua porta. - Provò a minacciarmi con tono severo, ma sapevo che stesse provando in tutti i modi a non lasciarsi scappare una risata.
Trascorsi tre quarti d'ora buoni a raccontarle tutti gli avvenimenti dei giorni precedenti e sorprendentemente la mia migliore amica mi ascoltò senza interrompermi una sola volta.

Finita la nostra conversazione, terminai di prepararmi e mi avviai alla porta.
"Mamma, sto uscendo." La avvisai, ma prima che potessi aprirla mi bloccò, rivolgendomi un sorrisetto malizioso. "Dai ti prego, non farmi questo." La implorai piagnucolando, non volevo che il mio appuntamento con Drake diventasse da subito all'insegna dell'imbarazzo. "Per favore" Mi implorò lei. "Presto partirò per un nuovo viaggio di lavoro e non so per quanto tempo." Riflettei per una manciata di secondi, poi mi decisi ad accontentarla.

Io e mia madre ci incamminammo lungo il vialetto per raggiungere la macchina di Drake. "Questa è mia mamma, ci teneva molto a conoscerti." Annunciai con tono scherzoso, roteando gli occhi. Il ragazzo si aggiustò la camicia, si schiarì la voce e porse una mano. "Sono Drake, è un piacere incontrarla." "È un piacere anche per me, figliolo." Sorrise mia madre, ma notai come furtivamente rivolse a Drake uno sguardo intimidatorio, come a indicargli di comportarsi con rispetto nei miei confronti. Ad ogni modo, a mio parere quell'incontro stava durando anche troppo, quindi mi affrettai a salire in auto e la salutammo.

"Com'è andata la visita di tua nonna?" Domandai preoccupata, ricordandomi che Drake l'avesse da poco accompagnata in ospedale. "Non molto bene, ma dovremo farci l'abitudine." Si limitò a dire, ed io annuii osservando i muscoli del suo braccio tendersi mentre tentava di concentrarsi sulla guida.
"Sei sicuro di non voler passare del tempo con la tua famiglia, in questo momento?" Cercai di mostrarmi comprensiva, potevo solo immaginare il dolore che ogni giorno dovevano provare, sapendo che avrebbero presto perso la persona a loro più cara."Possiamo rimandare il nostro appuntamento, non è un problema." Continuai, tentando il più possibile di rassicurarlo.

"Non vorrai piantarmi in asso!" Ridacchiò lui, mentre con l'auto accostò e si voltò verso di me.
"No, no voglio dire..." Iniziai, ma presto Drake mise un dito sulle mie labbra, indicandomi di ammutolirmi. "Leslie" Sospirò lui, poggiando delicatamente la sua mano sulla mia guancia.
"Se non ti ritenessi abbastanza importante non sarei qui." Mi rivolse un timido sorriso, avvicinando il suo viso al mio, per poi guardarmi dritto negli occhi."Non ruberei il tuo tempo se non mi facesse piacere la tua compagnia. Ti fidi di me?"

Annuii senza dire una parola e d'istinto chiusi gli occhi, come a voler assaporare quelle sue ultime parole. Presto sentii la sensazione di qualcosa di caldo e morbido sulle labbra: ci stavamo baciando.

Pizza-Line Bling (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora