La mia mente riprende lucidità, l'oscurità è ancora fitta nella mia camera e la sveglia ha appena smesso di suonare.
Osservo il paesaggio fuori dalla finestra, la luna è più grande del solito e sfuma sul giallo, intorno ad essa rimangono sveglie poche stelle che presto scompariranno.
Mi alzo dal letto abbandonando la comoda tana che il mio piumone è solito fornirmi, ancora assopito mi dirigo verso il bagno barcollando.
Accendo la luce e fisso la mia figura allo specchio
sospiro
Mi volto verso l'armadietto e prendo delle nuove bende che poco dopo sostituisco con quelle della giornata precedente, ormai i tagli si sono rimarginati e la mia pelle ha perso il rossore che sono solito vedere dopo un mio "sfogo".
Fissandola noto che i vecchi tagli hanno lasciato posto a delle cicatrici rosacee.
Mi sciacquo e mi dirigo verso camera mia, indosso la divisa scolastica e la mia preziosa maschera.
Grazie ad essa posso sembrare un ragazzo privo di angoscie che predilige la felicità
posso passare inosservato.
Sollevo da terra la mia borsa a tracolla e mi dirigo verso l'edificio scolastico in bicicletta, questo posso descriverlo come uno dei miei pochi momenti di spensieratezza.
L'aria accarezza il mio viso e il freddo mi scivola addosso provocandomi dei brividi.
Arrivo davanti all'istituto e lego la bici ad un palo poco distante, mi incammino notando una figura altezzosa che mi scruta.
velocemente inizio a correre seguito da quella figura, il mio fiato aumenta e le mie gambe si muovono rapidamente.
"SONO ARRIVATO PRIMA BAKEYAMA!"
"MA COSA VAI A DIRE STUPIDO MANDARINO?"
"KAGS è INUTILE ESSERE GELOSI, LO SANNO TUTTI CHE SONO Più VELOCE" gli dico stuzzicandolo.
Prima che il corvino potesse controbattere arriva Sugamama a calmarci.
(...) sarebbe skip time
Cammino velocemente verso la palestra cercando di non farmi vedere, le fessure che mi ero procurato hanno iniziato a sanguinare di nuovo perciò devo cambiare la garza prima degli allenamenti.
Entro nello spogliatoio e mi avvicino al lavandino, mi sfilo la felpa rimanendo in maglietta, fisso il mio braccio con orrore.
mi faccio schifo, faccio schifo.
Slego lentamente la benda per poi riporla in un piccolo sacchetto di plastica, faccio scorrere il getto d'acqua sui miei tagli pulendoli, è una sensazione piacevole.
Avvolgo le ferite in una nuova benda e dopo poco mi copro con la felpa, mi siedo per terra venendo a contatto con il parquet aspettando gli altri.
'Dovrei farla finita?' questo è l'unico pensiero che viaggia per la mia mente, non credo dispiacerebbe a qualcuno se un giorno scomparissi, probabilmente nessuno noterebbe la mia assenza.
Una mano si posa sulla mia nuca facendomi sobbalzare, i miei occhi iniziano a perdere lacrime ricordando la serata precedente dove mio padre strattonò i miei capelli esattamente in quel punto.
"Hinata cosa succede, ti ho fatto male?" mi chiede il corvino notando la mia reazione a quel tocco.
Mi volto perdendomi nei suoi occhi, velocemente raccolgo la 'maschera' che avevo abbassato per pochi istanti prima, mi maledico per quello stupido errore.
"I-ieri è venuto a mancare m-mio nonno" dico.
Mi sento male, sono costretto a mentire, anche se non voglio.
Vengo stretto dalle braccia del mio alzatore, a quel contatto rabbrividisco, il suo calore si diffonde velocemente per il mio corpo, la mia testa si posa dolcemente sulla sua spalla mentre delle lacrime salate scendono silenziose verso il suolo.
"Mi dispiace Shoyo" mi dice rafforzando la circonferenza creata dalle sue braccia intorno al mio corpo.
Singhiozzo.
Vorrei veramente piangere per una cosa simile, per la semplice morte di un parente, invece mi ritrovo ad annegare nella vasca dei sentimenti che ormai sopprimo da anni.
Il dolore e la tristezza ormai sono le mie uniche emozioni, eppure quel contatto mi fa stare bene, mi sento protetto per la prima volta.
Vorrei che tutto ciò non finisse, vorrei bloccare il tempo, vorrei poter assaporare questa felicità ogni giorno,
ma per me è una cosa impossibile.
Riemergo dalla vasca , esco da quella soffocante tortura e mi stacco dal corvino che mi guarda arrossendo, a quella vista anche le mie guance si tingono di rosso.
"Grazie" gli dico fissandolo.
"Figurati" mi dice voltandosi.
"Qualunque cosa succeda sai vero che puoi parlarmene?" mi chiede in fine.
"Certo" gli dico sorridendo.
Un'altra bugia, non voglio coinvolgere nessuno, non voglio che qualcuno provi pena per me, voglio solo
scomparire.
Holaa gente, mi auguro che vi sia piaciuto il capitolo, secondo me è venuto decentemente :)
Comunque se avete idee per migliorare la storia le apprezzo molto.
byeeeeee
-lattedinoci
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° 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒° -𝑘𝑎𝑔𝑒ℎ𝑖𝑛𝑎
FanfictionLa mia pallida pelle è dipinta con molti lividi e le mie braccia sono ancora infiammate per i tagli, potrei descrivere il mio corpo come un quadro, un quadro dipinto dalla crudeltà di un'uomo e del propio figlio. Passo delicatamente una mano su ogni...