Mi sveglio dolorante, i miei occhi si schiudono scrutando l'ambiente in cui mi trovo, sono solo in una stanza abbastanza grande tendente al grigio, non ricordo molto della nottata precedente.
Fisso il vuoto ancora assonnato, indosso una maglietta oversize e un paio di pantaloncini che mi arrivano al ginocchio.
Cerco di mettermi seduto, i miei piedi vengono a contatto con il parquet freddo di quella stanza.
Dopo poco provo ad alzarmi, le mie gambe vengono soggette a un dolore allucinante, mi ributto sul letto mentre distruggo le mie labbra cercando di non emettere rumore, poco dopo fisso i miei arti segnati dalle violenze e i ricordi della serata precedente riaffiorano in me.
Le mie gambe sono costellate da colossali lividi e le mie braccia sono ancora rosacee per i tagli e le botte ricevute in precedenza.
Dopo svariati tentativi decido di arrendermi all'idea di alzarmi, mi distendo sul letto cercando di riprendere sonno.
Non ci riesco, ora che la mia mente è di nuovo lucida si focalizza soprattutto sul dolore non permettendomi di spegnere il mio corpo.
Mille pensieri mi irradiano, forse dovrei far entrare qualcuno nella mia vita, dovrei abbattere il muro che divide me dal resto del mondo esponendo la mia situazione a una persona. No, probabilmente finirei solo per peggiorare le cose, inizierebbero a prendermi per debole, per uno stupido ragazzino che non ha la forza di reagire, per uno stupido ragazzino che si fa sottomettere senza lamentarsi, per uno stupido ragazzino che dovrebbe solo porre fine alla propria esistenza, perché è questo quello che sono, un inutile stupido scarto, immondizia.
Io non vivo per vivere, io vivo per morire, ogni istante della mia vita è stato tessuto solo dal dolore e dal dispiacere, e ogni volta che un filo di felicità entra a far parte della tela viene subito scucito via e gettato nell'oblio.
Oppure magari rivelando a qualcuno il mio passato tutto questo scomparirebbe,
Smetterei di essere solo.
Smetterei di pensare al suicidio.
Le mie orecchie intrappolano un lieve rumore, mi volto di scatto incrociando gli occhi del corvino, mi perdo all'interno di essi, il loro blu oltremare mi avvolge.
"Ciao Kags" dico sperando che non abbia notato il mio corpo che sto cercando di coprire con le lenzuola.
Lentamente si avvicina al letto, ha un passo calmo e pacato, il suo sguardo invece è lievemente cupo.
Le sue braccia avvolgono il mio fragile busto.
Mi stringe lievemente a se mentre sento la mia spalla inumidirsi, stava piangendo.
Il calore del suo abbraccio si espande velocemente per il mio corpo, mi sento leggero.
"H-hey Kags p-perchè piangi?" dico balbettando.
"Sta zitto boke"
Le mie guance vengono lentamente ricoperte da una lieve patina d'acqua, una piccola superficie bagnata che esprime tutto quello che ho da dire.
Sta succedendo ancora, non posso mostrarmi debole, non posso permettermi di mostrare a qualcuno il mio lato fragile un'altra volta.
Non riesco più a mantenere il respiro, ancora una volta mi ritrovo ad annegare nella mia vita, ad annegare in me stesso sopraffatto da tutto il dolore che porto costantemente sulle spalle, che lentamente mi farà affondare.
I miei sensi si appannano, la mia vista è vincolata dalle lacrime salate che ormai cadono dai miei occhi come pioggia.
Il mio cuore è soggetto a un dolore immenso, non ne posso più, fa troppo male, troppo male, troppo.
Il corvino si stringe maggiormente a me mentre io cerco invano di tornare in superficie.
Sto per rompere la bolla che sono riuscito a creare negli anni, la bolla che mi ha sempre protetto dagli sguardi altrui, la bolla che tiene rinchiusa la mia orribile personalità.
La mia bocca emette un urlo, scarico tramite esso l'immenso dolore che sto provando, presto viene spezzato dai numerosi singhiozzi che riecheggiano nella stanza.
Stringo a me Tobio soffocando i miei lamenti nel suo petto, devo smettere di mostrarmi per quello che sono, lo sto solo spaventando, forse stavamo anche diventando amici, invece ora ho rovinato tutto.
chiudo i pugni violentemente facendo aprire delle fessure all'interno del palmo della mia mano, le mie unghie sono lievemente coperte da una patina scarlatta e le mie mani sanguinano.
Questo è ciò che merito,
dolore.
Ciao gente, mi auguro che il capitolo sia di vostro gradimento, secondo me non è malaccio, forse mi sono focalizzato troppo sui pensieri tralasciando magari qualche dialogo.
Comunque, se vi è piaciuto fatemelo sapere che mi fa un botto piacere, in più volevo ringraziare tutti coloro che hanno votato e commentato la mia storia, mi rendete felicissimoooo😁.
Ultima cosa, se notate qualche errore o trovate qualche incoerenza fatemelo sapere subito.
Ciao e buona notte✨
-lattedinoci
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° 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒° -𝑘𝑎𝑔𝑒ℎ𝑖𝑛𝑎
FanfictionLa mia pallida pelle è dipinta con molti lividi e le mie braccia sono ancora infiammate per i tagli, potrei descrivere il mio corpo come un quadro, un quadro dipinto dalla crudeltà di un'uomo e del propio figlio. Passo delicatamente una mano su ogni...