Capitolo 7

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Dario si era svegliato con il mal di testa. Stranamente non aveva faticato a prendere sonno ma aveva comunque dormito male durante la notte.
Arrivato a casa, la sera prima, si accorse di aver dimenticato il giubbotto da Nicolas. Ora doveva inviargli un messaggio per chiedergli quando potesse andarlo a prendere.
Pensò bene di procrastinare l'invio del messaggio, aveva tutta la giornata davanti e non voleva rovinare quella mattina.
Doveva scrivere un articolo per experience.

La verità è che un litigio può valere molto più di cento baci, perché grazie al litigio possono venire a galla sensazioni normalmente represse, che difficilmente potrebbero palesarsi in altro modo.

Questa era una delle ultime frasi con cui concluse l'articolo.
Loro tre la sera prima avevano litigato? Davvero Nic pensava che non tenesse abbastanza a loro?
D'altronde lui, come uno stupido, aveva pure confermato le affermazioni di Nicolas.
Continuare ad allontanarli non lo stava portando da nessuna parte, lo portava a soffrire e a non riuscire a pensare ad un vita senza di loro.
Forse doveva chiudere e basta. Senza lasciare neanche mezzo spiraglio aperto.
Avrebbe ammesso di amare ancora i due, doveva confessare per lasciare il passato alle spalle.
Decise che quando sarebbe andare a prendere il giubbotto, avrebbe affrontato l'argomento.
Mandò un messaggio a Nicolas per avvertirlo di aver dimenticato il capo da lui e chiedergli quando sarebbe potuto andare a riprenderlo.

Da Nicolas
Sono in studio per tutta la giornata oggi. Torno verso le 19:30, se vuoi puoi passare per le 20

A Nicolas
Va bene Nic, allora passo alle 20. Grazie e scusa per il disturbo

Dario iniziò a scrivere un discorso, nella speranza di riuscire ad avere le palle per affrontarli sul serio.
Non sarebbe stato facile dire "vi amo però vi lascio andare per sempre".

Alle 20 spaccate Dario suonò il campanello di casa Paruolo, che prontamente gli aprì il portone e poi la porta di casa.
«Ehi Nic, ciao. Scusa per il giubbotto.»
«E di che? Tranquillo.»
«Volevo chiederti, non è che potremmo organizzare un giorno per vederci tutti e tre? Avrei bisogno di parlarvi.»
«Se vuoi anche ora. Cesare è sotto la doccia, dovrebbe uscire tra pochi minuti.»
«Sarebbe perfetto.»
«Allora entra, siediti pure sul divano» disse Nicolas con gentilezza «ti do un bicchiere d'acqua o di qualcos'altro?»
«Un bicchiere d'acqua lo accetto, grazie»
Nicolas andò in cucina e non appena tornó in salotto per portare a Dario il bicchiere pieno d'acqua vide comparire Cesare a torso nudo, con l'asciugamano che gli copriva soltanto la parte inferiore del corpo.
«Amore era Dario? Ha preso il giubbot-» Cesare si bloccò trovandosi davanti la persona appena nominata.
«Dio mio, io così non resisto però» disse Dario dirigendosi verso Cesare e sbattendolo al muro «cazzo se sei eccitante» sussurrò prima di baciarlo con passione.
«Sei un idiota» ribatté Cesare aggrappandosi alla sua maglia.
«Lo so.»
«Ragazzi un attimo, calmatevi. Dovevamo parlare.» attirò la loro attenzione Nicolas.
«Perché non ti sei ancora avvicinato?» gli chiese Dario.
«Perché avevi detto di voler parlare, quindi ora parliamo.» fu la risposta.
Dario si tolse la maglietta, dirigendosi verso Nicolas. Gli poggiò la mano dietro la nuca e lo avvicinò a se.
«Nic» lo baciò sotto l'orecchio «amore mio, parliamo dopo, va bene?» gli passò una mano sulla schiena «ora questa la togliamo» gli disse con voce roca, tirandogli via la maglietta.
«Dario» sospirò Nicolas.
Dario lo baciò, con passione, come non faceva da tempo.
«Cazzo se mi siete mancati.» disse Dario senza staccarsi dalle labbra di Nicolas.
Il suono del citofono fece tornare tutti e tre i ragazzi alla realtà.
«Merda!» esclamò Nicolas a denti stretti «voi andate di là, io vedo chi è e vi raggiungo subito.» continuò dirigendosi verso il citofono.
«Chi è?» chiese «ah Tone, sì me ne ero completamente dimenticato, sali.»
Nicolas si maledisse mentalmente: aveva dimenticato che sarebbe passato Francesco a prendere un cavetto USB per poter passare dei file nell'hard disk.
«Ohi Bic! Il cavo alla fine ce l'hai?»
«Tonee, sì è qui» rispose passandogli il cavetto USB «mi raccomando, domani riportarmelo in studio che sennò rimango senza.»
«Sì tranquillo, non so come abbiamo fatto a perdere tutti quelli che avevamo in studio.»
«Eh già non lo so, ora però devo andare» cercò di liquidarlo velocemente «ci vediamo domani in studio.»
«Oh ma mi cacci così?»
«É che devo sbrigare delle cose e vado di fretta.»
«Ah ho capito, c'è il Cesu eh! Sporcaccioni. Io vado però poi domani mi racconti tutti i dettagli» disse Francesco facendogli l'occhiolino.
«Sicuro di voler sapere i dettagli?»
«In realtà no, a domani Nic»
«A domani Tone»

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