Sembra passata una eternità eppure sento ancora le tue mani risalire con prepotenza sul mio corpo. Il tuo profumo non ha ancora abbandonato le mie carni ma è la tua voce che più di tutto mi dà il tormento. Intorno a me solo il nero della notte circonda lo spazio sottostante. Punto gli occhi in uno squarcio morto del paesaggio e sorrido amareggiata ripensando al tuo putrido odore sulla mia pelle. Mi disgusto. Mi faccio schifo da sola.
Vedo il mio corpo e provo vergogna ed imbarazzo. Come hai osato invadere la mia vita? Come hai potuto farmi questo? Ero solo una ragazzina.
Sono passati dieci lunghissimi anni da quel giorno ma non nella mia anima. Mi chiamo Camilla e questa è la mia storia. Una storia non semplice, non facile ma è la mia. Nessuno mi ha chiesto cosa volessi veramente ma di certo quello che mi è capitato ha sconvolto la mia esistenza e quella della mia famiglia.
E così da quel maledetto 21 Dicembre 1990 niente è stato più lo stesso. Avevo appena 11 anni. Sognavo di solcare i palcoscenici più importanti d'Europa e invece ... e invece tutto è naufragato: i miei sogni, le speranze, i buoni propositi e le intuizioni ma non le passioni. La mia analista dice che sono pronta. La verità è che ancora mi fa male. La ferita non si rimarginerà mai più probabilmente perché diavolo dovrei fidarmi ancora di qualcuno? Guardo le mie scarpette da punta.
Sfioro delicatamente la tomaia in raso e mi mordo il labbro inferiore. Continuo a toccarle su e giù come se da esse trovassi la forza necessaria per combattere. Poi con forza piego la suola a tre quarti della lunghezza, concentrandomi sulla zona della mezza punta per ammorbidirle. È un rituale sacro che ripeto ogni qualvolta lo reputo necessario.
Fu la mia prima insegnante, madame De bois, che mi spiegò come fare. Non è complicato ma bisogna sapere bene dove piegare. Non troppo in alto e mai nel mezzo perché si rischia di romperle. Un pò come le persone no? Bisogna essere cauti nel toccarle o si rischia di spezzarle in mille pezzi.
Allaccio per bene i nastri. Facendo bene attenzione agli incroci sulle caviglie così che non si sciolgano facilmente e..<un due e tre!>
Volteggio libera. Sì libera di volare nel mio cielo. Non ho paura quando lo faccio... posso essere me stessa.
Distendo le braccia, le gambe e assumo poi la quinta posizione. Cerco di tenere ferma la testa quando eseguo il plié e subito dopo concludo in retirè en avant..Il segreto è quello di fissare un punto così posso tenere perfettamente l ' equilibrio.< Maledizione. > urlo a gran voce. Rieccoci. Un ennesimo tentativo andato male. La madame mi ammonisce con lo sguardo invitandomi ad assumere la prima posizione. Respiro lentamente, chiudo gli occhi e ci riprovo allontanando da me ogni timore.
Un, deux, trois...
Vibro volteggiando ancora una volta nell'immenso spazio sacro e..
ce l'ho fatta!
Sono Camille..e sono una ballerina.
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Scarpette
RomanceCamilla vittima di una violenza trova la forza di riscattarsi grazie alla danza e al suo eterno angelo custode Simone. Sarà in grado di affrontare un dolore ancora più grande? "I nostri sguardi s'incrociano e ho l'impressione che nulla sarà mai più...