8° Capitolo - La semplicità dell'amore

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Lascio che le mie mani scorrano lungo il manto di tasti bianchi e neri sottoposti al mio tatto ed immediatamente lungo l'intera stanza riecheggiano note ora più acute ora più gravi.
Nella mente il mio corpo scivola sul duro legno del pavimento formando dei cerchi concentrici che riprendo allungando le braccia o le gambe eseguendo un affondo o una piroetta quale parte di una sequenza più lunga di una nuova coreografia.
Le ciglia poi si poggiano sulle gote e perso in quella melodia intravedo il suo volto roseo, così delicato che mi par di vedere il verde di quella piccola vena, sulla guancia sinistra, risalire e scomparire nella lucentezza dei suoi occhi che mi ricordano il colore brillante dei prati irlandesi.
In questi lunghi anni non avevo mai perso il suo sguardo. Non l'ho mai più fatto da quella terribile sera, quando, quel maledetto violò il suo corpo e da allora tutta la mia vita è stata interamente votata alla sua dolcezza, alla sua anima...a lei.
Non è, e non era un caso che mi trovassi lì quella domenica, così come non è un caso che io sia qui ad esso e nemmeno i nostri incontri "fortuiti " in tutti questi anni.
La verità è che io lo l'amo.. l'ho sempre amata ma la paura di cedere alle mie debolezze mi spaventano: non potrei mai sopportare di perderla.
I giorni che seguirono l'aggressione, restavo per ore ed ore seduto sotto casa sua.
Non riuscivo a perdonarmi di non essere intervenuto qualche minuto prima. Di giorno le lasciavo dei fiori o chiedevo nuove ai suoi genitori e di sera mi sedevo sotto un albero posto in corrispondenza della sua camera e mi beavo della flebile luce della sua lampada. Alle volte mi sembrava di intravederla ed il mio cuore sussultava.. volevo che si fidasse di me, che si buttasse quanto prima alle spalle quell'atroce sofferenza e che tornasse a vivere. E questo successe..esattamente quattro mesi più tardi. Riuscimmo a passare del tempo assieme, non la forzavo in nulla, cercavo di assecondarla in ogni suo desiderio. Parlavamo tanto e ogni volta che diventava triste cercavo di farla sorridere, di rassicurarla. Non la perdevo mai di vista. Mi assicuravo che rincasasse e durante gli allenamenti ero sempre fuori la porta della sala...

- ad un passo da te- le ripetevo.

E poi i giorni passarono e lei iniziò a metabolizzare quanto fosse successo, e più si rendeva conto più si ritraeva. Iniziò a diventare scontrosa, tutto le faceva paura. Così nel giro di qualche settimana riuscì ad allontanare chiunque. E poi.. e poi mi resi conto che non c'era più spazio per me nella sua vita. Decisi per il suo bene di fare un passo indietro. Lo feci per davvero.. ma quella promessa io non l'ho mai dimenticata. L'ho vista diventare lentamente una ragazzina, una donna meravigliosa ed ora una ballerina straordinaria. Non so se lei si sia mai accorta ma non l'ho mai dimenticata. Ho cercato in altre lei, lo ammetto, ma la verità è che non mi sono mai rassegnato.

< Simone..>

Mi volto e sorrido. Non ho bisogno si vedere chi sia è il suo profumo che precede sua candida voce.

< Camilla. >

Lascio le mani improvvisamente dal pianoforte e mi alzo di fronte a lei osservandola nella sua fragilità.

<Oh no, ti prego continua.>

Sorride.Si appoggia al piano con una eleganza eterea. Sembra un angelo ed io.. io dipendo da lei.

<Volevo ringraziarti per oggi. Ecco.. volevo solo, dirti grazie.>

<Non capisco a cosa tu ti stia riferendo, non ho fatto nulla. >

Coraggio guardami piccola..

<Sarà dura. Ma sono felice di essere stata selezionata!> E lo fa. Lo fa con una naturalezza disarmante. Lo fa a lungo perdendosi nei miei occhi bramosi di un suo contatto.

< Sei stata bravissima, davvero. Ma..lasciati andare, non aver paura di mostrare quello che hai dentro. > La vedo annuire stringendo tra  le mani una piccola scarpetta alla quale sono legate a stretto nodo delle chiavi.

<Anzi.. ti va di venire con me in un posto domani sera ?> Insisto  < Ti prego.. sarei onorato se tu mi tenessi compagnia, ti giuro che non faremo tardi e..>

<Va bene! Solo se prometti di non lasciarmi sola.. nemmeno per un solo istante.>

Conclude tormentando il labbro inferiore ed io resisto all'ennesimo impulso di baciarla.

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