21 Capitolo - La chiamata

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< Secondo me la Makarova è, senza alcun dubbio, la ballerina russa più famosa di tutti i tempi. Flessibile, leggera e poi i suoi movimenti sono così fluidi ed eleganti. Sapete che è stata anche ospite di molte compagnie tipo la Royal Ballet e.. l'American Ballet Theatre?>

<Oh sì, ma io adoro la Lopatkina.. ho visto la sua Giselle ed è veramente qualcosa di pazzesco!> Mi risponde Monique con entusiasmo e con la coda dell'occhio guardao Megan che dal canto suo con altrettanta devozione continua imperterrita

  <Sì, vero. L'ho vista danzare in uno spettacolo, nel 2009 , al Royal Opera House nel lago dei cigni e..rasenta la perfezione!> Megan.

<Ci pensate? Magari un giorno anche noi danzeremo sui palcoscenici più importanti al mondo! >

< Beh se continui così, con quel musone, non salirai nemmeno sul nostro di palco. Madame inizia a stufarsi, sei sempre distratta, ma si può sapere perché sei sempre così di cattivo umore?>  Incalza Megan.

La guardo come se qualcuno mi avesse risbattuto con prepotenza in un incubo dalla quale ero volutamente scappata. Non ho molta voglia di parlare di Simone. Non né posso più di tenere per me tutti questi segreti, è tutta la vita che mi porto un fardello più grosso dell'altro sulle spalle ma mai potrei compromettere la sua carriera e non voglio essere ulteriore fonte di problemi. Decido quindi di strascicare qualche parola.

< Niente. L'attentato mi ha un pò scossa. Sai com'è! >

<Dai Monique, devi essere sempre così stronza? Ha vissuto un brutto quarto d'ora, non c'è bisogno di ammonirla.>

Sorrido a Megan e le sono grata. Monique ha ragione, credo sia tempo di fare un passo avanti. Non posso lasciare che la mia vita vada a rotoli. Non dopo tutto quello che mi sono costruita in questi anni e soprattutto non ho intenzione che ancora una volta un uomo mi rovini la vita. Sorseggio l'infuso fumante dalla tazza azzurra che stringo tra le mani e mi lascio inebriare dal profumo delle mandorle e della vaniglia che vibrano nel vapore. Annuso quell'aroma dolce e per la prima volta dopo tanti mesi vivo un momento di pace. Poi guardando un punto morto mi soffermo a pensare al fatto che io sia più forte di quanto non voglia ammetterlo. Porto ancora la tazza alle labbra e subito il liquido rilascia un profondo calore che dalla bocca scende lungo la gola fino a riscaldare lo stomaco ed ogni parte di me, sta volta però prestando più attenzione ai sapori e al profumo gradevole.

Beep.. Beep.. Beep.

Afferro distrattamente il cellulare ed il cuore mi risale in gola. Un solo nome e mille miglia di sensazioni razzolano giù nel mio petto.

< Ehi..  >
< Ciao..> Subito il cuore batte ad un ritmo irregolare in preda ad una sensazione di paura e ansia che mi afferra allo stomaco provocando inevitabilmente uno sbalzo di pressione che mi appesantisce gli occhi e le tempie.

Respiro lentamente.

< Come va? > Continua.
<Al solito! Chiacchieravo con Megan e Monique.>
  <Ho visto la tua scarpetta.>
<Oh beh, non devi tenerla se non vuoi, ho pensato che potesse farti sorridere..sai in ricordo di quella domenica!>

Porto il pollice e l'indice alle labbra mentre quella sensazione di ansia muore ancora una volta soffocata nella mia gola. Una sensazioni di nervosismo che genera la normale conseguenza della rottura dell'unghia del pollice.

<Simo.. >
<Dimmi.>
< Mi manchi..>

Due parole, otto lettere ed una bestemmia in aramaico antico. Stupida, stupida, stupida.. così l'hai spaventato..

< Ehi.. >

Guardo lo scandire del tempo che riecheggia nel silenzio della stanza.

Uno. Due. Tre. Quattro minuti e poi cinque e ancora sei, sette, dieci e quindi poi venti.. quei tre maledetti pallini appaiono e scompaiono in continuazione. E poi on, off, ed ancora on e poi... Off.

<Avrei così tante cose da dirti ma se è questa la tua volontà, se è questo quello che desideri e ti fa star bene, mi farò da parte..per te. Sogni d'oro Simone..che la vita possa regalarti tante belle emozioni. Tanti altri momenti di felicità infinita...la stessa che hai fatto provare a me.>

Chiudo gli occhi inumiditi e un nodo alla gola mi assale. Questa volta mi abbandono al letto fissando ancora ed ancora lo schermo nella vana speranza di un suo cenno conscia che mai arriverà. Stringo il telefono a me,come a voler assaporare ancora della sua presenza poi in un pianto silenzioso e disperato crollo tra le braccia di Marpheo.

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