CAOS E SORPRESE
18 dicembre 2017
- Volete darvi una mossa? Siamo già in ritardo e la colpa è soprattutto tua, Jeonghan.- Uno sguardo di rimprovero seguì le parole. -Potevi evitare di addormentarti di nuovo sul divano, Joshua è dovuto correre a chiamarti. Stavamo per lasciarti a casa!- continuò il ragazzo più basso, senza ricevere risposta. Joshua si girò verso il ritardatario, sperando che quello non ribattesse nulla. Jihoon era già irritato e una sola parola lo avrebbe fatto cambiare idea sul viaggio.
Li attendevano 13 ore di volo. Avevano prenotato un albergo in Canada, a Toronto, per le vacanze invernali, partendo in quattro: Jeonghan e Jihoon, i due sul piede di guerra, rispettivamente il più grande e il più piccolo del gruppo, Joshua, una specie di pacifista incaricato di tenere a bada il maggiore, e, Wonwoo, il più intelligente, che era solito ignorare le faide che si creavano di tanto in tanto, ma che, alla fine, si ritrovava a risolvere tutti i guai creati. Una combinazione un po' stravagante, ma che contribuiva a mantenere l'equilibrio nel gruppo.
-Jeonghan, sei seduto vicino a me. -disse il ragazzo con gli occhiali.
-Arrivo, Wonu- rispose il ragazzo dai capelli biondo ossigenato, chiamando l'altro con il suo soprannome.
-Jihoon, credi che Wonwoo riuscirà a tenere a bada Hannie?- si ritrovò a chiedere Joshua, con un tono che tradiva una leggera tensione.
Jeonghan era il tipico timidino, il ragazzo introverso che si apriva solo con chi si trovava a suo agio. Tuttavia agli occhi degli amici era più un "angelo nero" che rinchiudeva in sé tratti caratteriali turbolenti e difficili da gestire. Un bambino mai cresciuto o un ragazzo furbo consapevole delle sue azioni? Nessuno avrebbe potuto dirlo. Tuttavia, ciò che i suoi amici avrebbero potuto dire sicuramente di lui era il fatto che, nonostante l'apparenza, nel suo cuore ognuno di loro aveva un posto, abitanti di uno spazio altrimenti arido e freddo. Gli altri ragazzi avevano imparato a capirlo, anche se Jihoon era quello che ancora faticava a volte; sapevano che poteva passare da un demone portatore di caos, a un amico appassionato, fino a un angelo calmo e pacifico.
In quel momento Joshua aveva paura della parte caotica dell'amico e aveva continuato a gettare sguardi verso di lui finché non avevano preso posto sull'aereo, uno davanti all'altro: Joshua era seduto vicino a Jihoon e davanti a loro avevano preso posto Jeonghan e Wonwoo.
Mentre gli altri passeggeri prendevano posto, i quattro continuarono a sistemarsi. Jeonghan sembrava immerso nei suoi pensieri e guardava fuori dall'oblò, Wonwoo era occupato a mettersi comodo, con tanto di mascherina per gli occhi e cuscino da viaggio, Joshua controllava il suo cellulare, prima di doverlo spegnere, e Jihoon stava sistemando le borse nello spazio porta bagagli sulle loro teste.
-Ho sete- disse improvvisamente Jeonghan, voltandosi verso Joshua. -Shua, hai un po' d'acqua?
-Si,un attimo- gli rispose il moro.
Jihoon intanto si era seduto e aveva osservato tutta la scena. - Davvero? Non potevi aspettare? - disse, come per fare la paternale al più grande.
-Ascoltare le tue lamentele mi ha fatto venire sete- rispose piatto quello. -Vuoi bere anche tu?-
- No graz- -Jihoon non riuscì a finire che una scia di acqua lo colpì in pieno viso. Gli schizzi arrivarono ovunque. Anche alcuni passeggeri avevano assaggiato l'acqua di Jeonghan e si erano alzati sconvolti e irritati.
- Yoon Jeonghan!- urlò il più piccolo. Joshua aveva alzato gli occhi al cielo, pronto per quello che sarebbe successo.
-Che è successo?- aveva, invece, chiesto Wonwoo, abbassando la mascherina per gli occhi e guardandosi intorno.
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NORTHERN HEART
Fanfiction17 dicembre 2017, cittadina di Kanelberg, L' Hotel Northern Heart, situato ai piedi di una delle montagne della cittadina, sta passando un periodo difficile. Gli ospiti sono rari, le mance esigue e il direttore dell'albergo, Choi Seungcheol, è tart...