Capitolo 7

19 4 0
                                    

TROVARE L'AMORE

22 dicembre 2017

I primi raggi del sole avevano appena illuminato le cime delle montagne quando Seungcheol aveva aperto la porta di casa per andare a lavoro. Quel giorno sarebbe stato uno importante perché avrebbero mostrato la carta vincente del Northern Heart, il progetto messo in atto in pochissimo tempo che, agli occhi del ragazzo, sembrava invitante tanto quanto una scialuppa di salvataggio ad un naufrago. 

Il vento gelido della notte gli colpì la faccia colorandogli il viso di spruzzate rosee, irritandogli la pelle, mentre lo faceva stringere di più nel cappotto. Un berretto gli circondava la testa e un paio di guanti le mani, tenendolo  al caldo. La strada non era lunga e, spesso, Seungcheol preferiva andare a piedi, ma quel giorno era importante che arrivasse in anticipo: avrebbe potuto semplicemente dormire in hotel così come avevano fatto molti dello staff, ma il giorno prima era stato a ritirare un pacco a valle e, al ritorno, si era fermato semplicemente a casa sua. Aveva comprato quella casa cinque anni prima, con i suoi ultimi risparmi, e ci si era affezionato. Si trattava di un piccolissimo cottage di legno e pietra, grande abbastanza per una sola persona, che, in quel momento, era talmente trascurato da essere sommerso dalla neve che sarebbe dovuta essere spalata giorni prima. 

Quella mattina il ragazzo non si guardò indietro mentre usciva di casa: il suo pensiero era tutto rivolto all'hotel. Erano finiti i giorni in cui i dubbi lo assalivano fino a togliergli la voglia di fare qualsiasi cosa, era finito anche il tempo in cui il suo unico pensiero era evitare i continui avvisi della banca. Un sorriso gli riempì il volto, mentre gli occhi si erano leggermente affinati per proteggere la vista dai raggi del sole che intanto avevano raggiunto le strade. La neve aveva finalmente smesso di cadere, lasciando il posto ad un cielo limpido, dopo una notte tempestosa durante la quale nemmeno i lupi sembravano essere usciti dalle loro tane. 

Si preparò a parcheggiare l'auto, sterzando lentamente, attento a non rimanere bloccato nella neve fresca. Non appena scese dall'auto notò Seungkwan e Chris che se ne stavano chini nel vialetto, che portava alle porte dell'albergo, intenti a spalare, abbracciati nei loro cappotti. Il piccolo spazio che si apriva di fronte all'entrata era stato curato totalmente da Christopher il primo anno che era arrivato e aveva, poi, continuato a prendersene cura all'arrivo di ogni primavera. In quel momento la neve copriva totalmente le fini piante erbacee e i cespugli sempreverdi, posizionati con precisione geometrica a creare intricati giochi di colori e forme. La neve sembrava essere la purificazione della terra, posandosi sul marcio della flora indebolita dal freddo, come un mantello protettivo, garanzia di nuova vita in primavera.

-Buongiorno ragazzi- salutò il direttore, alzando leggermente una mano. -Vi aiuto anche io- propose poi.

-No, Cheol, prima devi andare a vedere dentro.- rispose Seungkwan con un'espressione soddisfatta, mentre indicava con la punta della scopa la porta d'ingresso.

Seungcheol non ci pensò due volte: era troppo eccitato al pensiero di quello che erano riusciti a creare i suoi amici. Aprì la porta, facendo attenzione a portare all'interno meno neve possibile, pulendo attentamente i suoi stivali. L'aria calda gli bloccò per un attimo il respiro e lasciò abituare il suo corpo gelato alla nuova temperatura. Un profumo di pane e dolci appena sfornati gli fece schiudere leggermente la bocca, mentre il suo stomaco protestava per aver ricevuto solo una tazza di caffè quella mattina: Felix probabilmente aveva già preparato la colazione per tutti. 

-Seungcheol ben arrivato!- lo salutò Minha, che gli corse incontro saltellando, felice di vederlo e di essere la persona che lo avrebbe accompagnato a vedere il loro progetto. Si udiva un vociare concitato provenire dalla sala da pranzo e la cameriera lo stava trascinando proprio verso quella direzione. Le porte scorrevoli della stanza erano state lasciate aperte. La prima cosa che il ragazzo notò appena entrato fu una specie di scultura a forma di albero: un salice, forse? Il ragazzo non tirò ad indovinare, non ne sapeva molto per poterne identificare la natura. Sembrava essere stato tirato su con fil di ferro e aste di metallo più doppie, color bronzo, che facevano raggiungere alla scultura quasi la sua altezza. Agli estremi di ogni ramo, inclinato verso il basso, pendevano casette per gli uccelli, fiocchi di neve tridimensionali e stalattiti in plastica trasparente. 

NORTHERN HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora