Harry non è contento
Louis tornò sulla spiaggia più convinto di prima.
Era un cane che abbaiava al minimo movimento, che setacciava da cima a fondo quel luogo nella speranza di un qualcosa di stupido ma concreto. Aveva le orecchie drizzate come un pastore tedesco e se avesse avuto una coda questa sarebbe stata dritta come le orecchie.
La zona era completamente delimitata da dei fili retti da piccoli paletti piantati nel perimetro della piccola spiaggia, ma non ce n'era davvero bisogno perché era l'unico che aveva accesso a quelle zone, oltre a Harry.
Non lo vedeva da quella sera, da quando era sparito marciando come una furia fuori dal Resort, diretto chissà dove a fare chissà cosa.
Louis diresse lo sguardo verso la boscaglia, tenendo in mano il Metal Detector, quasi potesse vedere la roulotte di Harry al di là degli alberi che lo proteggevano da qualsiasi occhio esterno.
Era a piedi nudi. Probabilmente non doveva, poteva toccare qualcosa e rovinarlo o rovinare i suoi stessi piedi, ma non amava indossare le scarpe.
Il Metal Detector suonava ritmicamente, era piuttosto monotono, e più camminava più si avvicinava alla riva.
Le onde si abbattevano calme sulla battigia, c'erano poche barche lontane, rumori di natura selvaggia, tutto nella tipica norma di un ambiente del genere.
D'un tratto, però, facendo un passo avanti, il suo piede sprofondò per una decina di centimetri. Emise un sussulto, "cazzo", disse, e sollevò il piede.
La sabbia scivolò giù, Louis lasciò il Metal Detector a terra e si mise in ginocchio.
Scavò con le mani, fece sprofondare i pugni in varie parti della sabbia per vedere per quanto quella depressione si espandesse e più scavava più la sabbia scendeva verso il basso.
Si alzò in piedi, trafelato, il cuore riprese a battere veloce nel petto scosso da respiri irregolari.
Arrancò per qualche altro metro e bingo, un'altra depressione.
Contò i metri: cinque da ogni depressione.
Al quinto metro ne trovò un'altra.
Ripercorse la strada all'indietro evitando i grandi buchi che avrebbero potuto risucchiarlo e percorse cinque metri dalla prima depressione che aveva trovato.
Un'altra. Altri cinque metri. Un'altra ancora.
Louis si rigettò di nuovo a terra, con le mani immerse nella fossa, i capelli e i vestiti sporchi di sabbia. Incredibile.
Cos'era? Cosa poteva essere? Diga. Doveva avere a che fare con la diga. Ma che collegamenti poteva avere? Cinque depressioni di dimensioni notevoli. Tunnel? Massi giganti? Qualcuno le aveva messi lì, qualcuno stava tentando di nascondere qualcosa.
Osserva. Guarda oltre.
Puntò lo sguardo ovunque, sulla spiaggia, tentò di dar loro una direzione, una via, come la scia di chiodi. Era troppo confuso, non aveva senso, non in quel momento.
Se scopri qualcosa di importante chiamami, ti manderò una squadra per aiutarti.
"Non la voglio, la squadra", inveì.
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Oak Island
FanfictionLouis, per colpa del suo lavoro da archeologo al British Museum, viene spedito a Oak Island per indagare sul tesoro nascosto dell'isola, ma qualcuno non è molto contento del suo arrivo. O forse sono solo apparenze.