7

53 3 0
                                    

Beatrice era sparita.
Non la si trovava da nessuna parte.
Sebastian non trovò alcun straccio d'indizio che lo potesse condurre a lei.
Era come se fosse sparita nel nulla, come se non fosse mai esistita.
Non riuscì nemmeno a percepire il suo odore da nessuna parte. L'unica pista che aveva era un gruppo disteso a terra di cadaveri nascosti tra gli alberi, che permettevano di osservare la sala passando inosservati. Proseguì la ricerca fino ad arrivare al fiume dove l'odore del sangue era ancor più forte del precedente. Sebastian vide altri corpi distesi dall'altra parte del fiume e in piedi in mezzo a loro c'era lo shinigami rosso voltato di spalle. Quest'ultimo non si accorse subito dalla presenza del demone finché non sentì un rumore proveniente dalle sue spalle, voltandosi di scatto trovando una figura inginocchiata accanto a un corpo. Grell strinse gli occhi per mettere ben a fuoco la figura chi stava dall'altra parte del fiume. Quando lo riconobbe iniziò a sbracciare salutando Sebastian, con il suo solito nomignolo che gli aveva affibbiato.

"Sebas-chan!"

Grell con occhi a cuoricino gli andò incontro tutto euforico.
Ignorato completamente dal demone che sospirò spazientito guardandosi attorno parlando tra sé e sé.

"Non ignorarmi Sebas-chan. Non è carino da parte tua!"

Sebastian guardò lo shinigami in silenzio, finché questo non tornò serio. Notando il comportamento repentino del demone che gli chiese da quanto tempo fosse lì. Grell ci pensò su, portandosi una mano sotto il mento e tenendo con l'altra la sua motosega ancora in mano.

"Da un po' di tempo ormai. C'erano un sacco di uomini carini, poco lontano dalla magione, prima che arrivassi qui da loro... Indicando i due cadaveri... Che peccato! Sempre i più carini se ne vanno! Death~"

Sebastian si portò una mano sotto il mento pensando a quanto lontana potesse essere andata la ragazza in quel lasso di tempo.

"Perché me lo chiedi?"

"Beatrix è scomparsa."

Beatrice si dimenò cercando di liberarsi inutilmente di quegli energumeni, che le avevano legato i polsi e sbattuta brutalmente sul tavolo delle torture per ottenere delle informazioni sul conte Phantomhive.
Un uomo ben vestito si presentò al suo capezzale, avvicinandosi a lei per accarezzarle il viso con il dorso delle dita. La mora gli morse con forza le dita dell'uomo  che urlò dal dolore indietreggiando tenendosi il polso. Dando l'ordine al suo aguzzino di procedere con la tortura. L'energumeno mise un panno sulla bocca di Beatrice, che provò a liberarsene scuotendo il capo a destra e a sinistra finendo ugualmente per ingerire l'acqua che il suo aguzzino le stava versando. Questo la portò a dimenarsi con maggior audacia, nel tentativo di liberasi e di poter dare tregua ai polmoni che le iniziarono a bruciare per la mancanza d'ossigeno. 
L'uomo che sembrò essere il capo dell'organizzazione si tenne un panno sulla ferita, facendo un cenno del capo al suo scagnozzo per farlo smettere. La mora tossi rispuntando tutta l'acqua ingerita fino ad annaspare in cerca d'aria. 

"Spero que ahora tu sia dispuesta a hablar."

La mora si dimenò come una belva in gabbia, ma venne bloccata con altrettanta brutalità al tavolo su cui si ritrovava. Ottenendo la reazione che voleva da parte dell'uomo, che la teneva lì contro la sua volontà. Quest'ultimo si allontanò da lei spaventato per paura che lo mordesse nuovamente.

"Cof, cof... Non siete nemmeno ... Cortese... Cof, cof... N-Non... Ti sei presentato nemmeno... Cof,cof..."

"Tienes razón. Siamo partiti con el pie izquierdo. (Il piede sbagliato). Non che tu, me ne abbia dato la oportunidad."

"Perdonatemi. Non che voi, mi abbiate accolto a braccia aperte."

L'uomo rise di gusto, imitato dai suoi scagnozzi.

Black Butler? Really?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora