9

38 2 0
                                    

Portai una mano alle labbra, toccando con le punta dei polpastrelli qualcosa di appiccicoso fino a strofinarli tra di loro, guardandoli per un istante annusando l'odore che emetteva storcendo il naso. Spostai lo sguardo verso il cielo notturno, fuori dalla finestra, notando una luna particolarmente luminosa rispetto al solito.
Scesi cautamente dal letto sentendo il bisogno di ripulirmi il viso.
Entrai in bagno per lavarmi il viso con dell'acqua fredda, finendo per osservare il mio stesso riflesso allo specchio. Tenendomi saldamente con le mani al bordo del lavello, facendo dei bei respiri profondi.

"Va tutto bene. Sei al sicuro... "

Scacciai i pensieri negativi, portando una mano a coppa sotto il getto d'acqua avvicinandola alla bocca per berne un sorso. 

Girai la manovella per chiudere il flusso d'acqua, asciugandomi la bocca con il dorso della mano libera.

Uscì dalla camera con cautela, cercando di non far troppo rumore. Lentamente a piedi nudi, iniziai a camminare lungo il corridoio. Cercando di capire dove mi trovassi, mentre abituavo i miei occhi all'oscurità.
Passeggiai lungo i corridoi della villa finendo per perdermi.
Provai a ripercorrere i passi fatti fino a quel momento, finendo da tutt'altra parte. Riprovai e riprovai più volte fino a ritrovarmi ad aprire alcune porte. In una di queste c'era la libreria del principe Soma. Vi entrai lasciando socchiusa la porta, in modo da poter trovare la tenda che oscurava la stanza e la spostai per far entrare un po' di luce. Lasciandomi travolgere da quella meravigliosa e profumata libreria che emanava l'odore di carta che solo i libri emettono. Mi persi nelle loro scritte e decori, che rendevano i libri diversi l'uno dall'altro.

Sebastian richiuse la porta della camera del suo bocchan, dopo averlo calmato dal suo ennesimo incubo. Percorrendo il corridoio per tornare nella sua stanza fino al sorgere del sole, ma qualcosa attirò l'attenzione del demone portandolo a scoprire di cosa si trattasse.

Giunse difronte alla porta socchiusa, sbirciandovi al suo interno. Trovando una figura esile, dai contorni illuminati dalla luce che la luna rispecchiava. Entrò senza che lei si accorgesse della sua presenza. La guardò sfogliare distrattamente una pagina del libro, facendo scorrere con la punta dell'indice le parole scritte sopra muovendo assieme ad esso le labbra come se stesse leggendo ad alta voce. La guardò come se fosse la cosa più preziosa e fragile che abbia mai visto.
Poi lei tolse la mano dal libro per togliersi dal viso una ciocca ribelle, portandosela dietro l'orecchio, con un elegante gesto della mano. Permettendogli di ammirare i lineamenti delicati del suo visino illuminato dalla luce lunare.
Beatrice si accorse della presenza nella stanza quando rialzò lo sguardo dal libro, sobbalzando dallo spavento lasciando scivolare il libro per terra. Il rumore del tonfo che fece, venne ben presto sostituito da un silenzio sovrannaturale.

"E' maleducazione toccare cose che non ci appartengono, senza chiedere il permesso al proprietario."

Sebastian ruppe il silenzio, rimproverandola.

"Io... Non era mi intenzione, cioè ..."

Il cuore le batteva forte nel petto, temendo che anche lui potesse sentirne il suono ad ogni passo che faceva avvicinandosi sempre di più a lei. Sbatté più e più volte le palpebre, gesticolando con le mani guardandosi attorno mentre balbettava. Fino a fermarmi di scatto, dandosi una calmata. Infine si abbassò a raccogliere il libro da terra, ripulendolo dalla sporcizia prima di chiuderlo e riporlo sull'apposito scaffale.

"Mi sono persa. Stavo cercando la mia stanza, dopo essermi svegliata di sopr ..."

Sebastian rimase in silenzio ad aspettare che lei continuasse, ma non proseguì il suo discorso. Come se si vergognasse di qualcosa, come se non volesse mostrarsi fragile e debole ai suoi occhi.

"???"

Sebastian eliminò ogni distanza tra loro, guardandola con uno sguardo lascivo. Facendola sentire maggiormente a disagio dove distolse lo sguardo, portando difronte a sé le mani in segno di resa. Sfiorando il suo petto, fino a sentirne il calore.
Premette leggermente sul suo petto, cercando di allontanarlo da sé. Senza ottenere alcun risultato, si voltò trovandosi a pochi centimetri dalle sue labbra. Ritrovandosi a guardarle. Sentendo crescere il desiderio dentro di lei di poterle mordere, baciare e assaporare ogni qualvolta ne avesse avuto l'occasione. Sentiva il suo respiro sulla sua pelle, i loro nasi si sfioravano e una parte di lei desiderava solo chiudere gli occhi e lasciarsi andare. L'altra quella razionale, le ricordava che quello difronte a lei era un demone senza cuore che probabilmente si stava burlando di lei.
Lei si morse il labbro inferiore, puntando i suoi occhi in quelli ambrati di lui. Perdendosi dentro esse, desiderando di potersi perdere ancora una volta in quelle iridi.

"Dovremmo uscire."

Bisbigliò poco convinta rompendo l'atmosfera creatasi tra loro. Lui rimase in silenzio a guardarla scostarsi di lato allontanandosi da lui dirigendosi verso l'uscita. 

D'un tratto lei si fermò, voltandosi e mandando a quel paese tutto e tutti. Tornò indietro afferrando il colletto del frac tirandolo a sé, facendo scontrare le loro labbra.
Gli occhi del demone si spalancarono appena per la sorpresa.
Indietreggiò sentendo la lieve pressione sul suo petto, proveniente dalle mani della mora che lo spingevano contro gli scaffali. Le sue mani scivolarono tra i suoi capelli, tirandoglieli appena facendolo gemere tra le sue labbra. Le assaporò e le morse come desiderava. Le mani del demone scesero lungo i fianchi fino a finire sotto le sue cosce, costringendola a saltare cingendo le sua vita con le gambe di lei. La sorresse capovolgendo le posizioni, sbattendola contro lo scaffale. Fermò il suono del gemito catturando le sue labbra con le proprie, intanto che lei cercava di aggrapparsi alla mensola con le mani per non pesargli troppo. 
La foga del momento li stava inebriando. Sebastian le mordeva e succhiava avidamente il collo, facendola gemere dal piacere. Cercando disperatamente le sue labbra, come se fosse l'unica fonte d'ossigeno. Con foga la mora allontanò il busto del demone, per potergli sbottonare i pantaloni. Liberando (la bestia) la sua erezione. Lasciando che le loro intimità si scontrassero, prima di fondersi per diventare una cosa sola.
Le mano di Beatrice risalirono lungo il collo del demone, stringendo piccoli ciuffi di capelli tra le dita tirandolo appena.
Baciandosi con passione, staccandosi di tanto in tanto per riprendere fiato. Spostando le mani da sotto le cosce, fin sotto le ginocchia per sollevare maggiormente le sue gambe. Permettendogli di andare più a fondo, procurando maggior piacere ad entrambe. Sebastian le continuava a torturare il collo tra morsi e succhiotti, risalendo di tanto in tanto per catturare quelle soffici labbra con le sue. 

"S-Sebastian... S-Sto per ..."

Lui aumentò le spinte sentendo di essere ormai al culmine. I due raggiunsero l'orgasmo assieme, scivolando lentamente sul pavimento. Rimanendo fermo tra le braccia della ragazza cullato dalle carezze  mentre lo teneva stretto a sé. Poco dopo si separò da quel corpo caldo, rialzandosi in piedi ricomponendosi. Lei posò un gomito sul ginocchio, sorreggendo il viso con la mano senza perdere di vista il demone. Lui si accorse dello sguardo indagatore della mora su di sé e allungò una mano nella sua direzione invitandola ad alzarsi.Lei si lasciò aiutare ad alzarsi da terra, pensando che le lasciasse andare subito la mano come se si fosse scottato. Invece fece qualcosa di inaspettato. La tirò a sé lasciando che il suo esile corpo si scontrasse contro il suo, cingendole un braccio attorno alla vita posando le sue labbra contro la fronte di lei. Sebastian si piegò appena di lato, abbassandosi per prendere le gambe della mora sollevandola da terra per riportarla in camera sua. 


Black Butler? Really?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora