Capitolo 1

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Sono passati tanti anni da quelle promesse e oggi mi sento più forte, più matura, più responsabile e meno avvezza a piangermi addosso. Sarà perché è una splendida giornata di primavera e mi trovo nella mia amata Roma per lavoro.

Sono un avvocato e per anni ho tirato avanti tra alti e bassi: il lavoro dei miei sogni si è rivelato essere un incubo, pochi clienti, perlopiù rompiscatole in cerca di successo e soldi, ho lavorato con banche ed enti locali ma il lavoro è sempre stato sottopagato, a causa dei milioni delle vecchie lire che i colleghi negli anni passati hanno stra-guadagnato. Da un po' di anni la legislazione in merito agli incarichi pubblici è cambiata e io mi sono ritrovata a fare il lavoro che desideravo desiderando guadagnare il minimo per vivere. Non mi lamento più, ho capito che nella vita c'è anche altro e se a volte ti toglie la stabilità di un lavoro ben pagato, ti dà comunque altre occasioni per vivere. Io ho superato tutto ciò grazie alla mia capacità di adattamento e all'amore per tutto ciò che ho intorno: adoro la musica e grazie agli studi fatti da piccola sono diventata una discreta pianista....ma suono solo per me e per qualche amico. Suonare mi ha sempre fatto bene, mi trasporta in luoghi magici, dove non esistono paure, competizioni e rancori. Quello però che mi ha dato la vera forza in questi anni per affrontare le mie delusioni è stata la pittura: per gioco un giorno presi in mano gli acquerelli e da allora non li abbandono più, come una terapia la mia mente si allontana da tutto e la mia mano inizia a dipingere. Qualcuno vedendo le mie pennellate mi ha "costretto" a fare una piccola mostra e da allora continuo a dipingere per me e da qualche anno per la mia Fondazione. Sì ho creato una Fondazione per aiutare i bambini orfani, i bambini malati e i ragazzi con problemi di D.A. e grazie a questa Fondazione nata per scommessa oggi, grazie a molte altre persone e alla generosità di chi ha più di noi, riesco ad aiutare tanti bambini e tanti ragazzi in difficoltà. Sono in contatto con il Centro Nazionale per l'adozione e con numerosi ospedali, anche all'estero, per la cura delle malattie più gravi dei bambini, oltre a centri specializzati per l'anoressia e la bulimia.

Oggi sono a Roma perché ci sarà un evento creato per raccogliere consensi e quindi danaro per i bambini afgani e la mia Fondazione è stata chiamata a partecipare insieme ad altre associazioni che hanno il mio stesso scopo. Giro per la città con il naso all'insù e chiudo gli occhi spesso, fermandomi per strada, imbambolata a guardare una strada o un parco e ricordando i miei anni di università trascorsi qui, quando ancora credevo all'amore, quando ancora i miei occhi riuscivano a sorridere, quando credevo che avrei potuto realizzare tutti i miei sogni, senza però capire quali fossero in realtà, quando ancora guardavo lui con ammirazione ed amore, quando credevo che la passione non ci avrebbe mai abbandonati, quando anche solo il profumo di un fiore mi faceva sentire viva e completa. "Lara?" – mi sento chiamare e mi giro di scatto. "Tesoro, finalmente" dico e la mia amica si avvicina, quasi corre ad abbracciarmi. "Laura, da quanto tempo" e sembriamo due pazze mentre ci abbracciamo in mezzo alla strada e le macchine ci strombazzano passandoci al lato. Ancora ricordo quante ne abbiamo fatte insieme durante gli anni di Università: se quel primo giorno alla Sapienza non avessi incontrato lei, probabilmente oggi Roma mi risulterebbe più triste, più mesta, più buia. Invece ogni volta che vengo il mio cuore si rallegra e rivivo la spensieratezza di quel tempo grazie a lei, che qui ci è nata e che continua a viverci con la sua famiglia E la mia famiglia?

Il mio respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora