Stamattina Roma è più caotica del solito, sarà perché ieri sera con Federica, la mia piccola di casa, abbiamo fatto tardi, girando per la Capitale come due ragazzine, ma ho un forte mal di testa, come se la mia mente fosse piena di una nebbiolina scura e appiccicosa che non mi fa vedere bene. Torno a chiudere gli occhi per qualche minuto ma continua questa foschia, è come se il mondo intorno fosse oscurato e i suoni ovattati. Pazienza, passerà penso, e la prima cosa che faccio è telefonare a mio figlio Fabrizio a Milano, voglio sapere come sta e soprattutto voglio sentire la sua voce: con la sua calma riesce a calmare anche la mia anima, con la sua dolcezza riesce ad addolcire sempre le mie giornate e con i suoi abbracci è sempre riuscito a trasmettermi pace e tranquillità, oltre all'amore incondizionato. Ed è per questo che prima ancora che mi risponda ho già deciso: andrò a trovarlo e passerò un po' di tempo con lui. "Mamma? E quasi mi perfora l'orecchio, "è successo qualcosa?" subito all'erta. "No amore, volevo sentirti, mica disturbo!?" rispondo, e mi rendo conto che è l'alba, che forse dormiva ancora. Che sciocca, certo che è spaventato, e prima ancora di dargli la possibilità di chiedermi altro gli dico al volo: "Tesoro, che ne dici, ti spiace se vengo a trovarti per qualche giorno?". Un lungo silenzio ci separa, forse ho sconvolto i suoi piani, ma lui si riprende presto e risponde che non ci sono problemi, posso arrivare anche oggi, non vede l'ora di riabbracciarmi. Wow, che meravigliosa creatura, una delle poche che riesce a farmi sentire viva anche solo con un ciao. Fabrizio sin da piccolo è sempre stato così: disponibile, empatico, dolce; mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento scontroso nei riguardi di chicchessia, sempre pronto a dare una mano dove richiesta, sempre attento a non ferire gli altri anche se questi ferivano lui. Un angelo di figlio che nonostante alcune difficoltà ha sempre creduto in se stesso, cercando di dare il massimo per il suo futuro e il suo avvenire, e io sono fiera di lui e di quanto sia sempre stato comprensivo nei riguardi degli altri e soprattutto di quanto sia stato tenace nel raggiungere le sue aspettative. Ci accordiamo sull'arrivo e chiudiamo la comunicazione, e il mio cruccio ora sarà dover dire a Federica che parto, che vado a trovare il fratello, senza che pensi alla mia partenza come ad un abbandono. Eh, già, la mia principessa, sin da piccola, ha sempre creduto che io fossi più attaccata al fratello che a lei, che le volessi meno bene, senza immaginare che io mi comportavo nel modo in cui loro desideravano che mi comportassi. Mi spiego: Federica, al contrario di Fabrizio non ama ricevere le coccole, o meglio le vuole soltanto quando le gira, ma guai se l'accarezzi quando non te lo richiede, diventa aggressiva o annoiata. Fabrizio invece potevi accarezzarlo in qualunque momento, accettava incondizionatamente le coccole senza mai sbuffare come la sorella e quindi io mi sono adattata ai loro caratteri. Ma da bambini, a volte, non si comprende tutto ciò: così lei ha continuato a sentirsi sempre seconda al fratello, senza capire in realtà che io li amo indistintamente e che senza un loro sorriso morirei. Penso a come dirle che sto per andare a Milano quando mi squilla il cellulare: chi sarà a quest'ora, uffa, proprio on mi va di rispondere, ma per abitudine mi schiarisco la voce e sono pronta a scoprire chi sia l'interlocutore: sicuramente una rottura di lavoro. "Buongiorno fuggitiva" dice la voce che subito riconosco e mi chiedo come abbia ottenuto il mio numero. "Buongiorno a te Alex, come hai avuto il mio numero?" chiedo di rimando. "Se ti svelo il segreto che gusto c'è!?" subito contrattacca. Mah, che persona strana penso, chissà cosa vorrà da me. "Come mai mi cerchi?" "Ti ho sognata stanotte, sarà perché sei scivolata all'improvviso via dalle mia braccia all'evento e quindi ne ho approfittato e ti ho stretta nel mio sogno". Cazzo, ma sta scherzando questo, vero?! "Umhhh, Alex, non scherzare di prima mattina, dai" e cerco di sbarazzarmi di questo tumulto che sento nel petto. Mi chiede cosa farò nella giornata e quando penso di organizzare un evento tutto mio per la Fondazione. Mi spiega che ha delle buone idee per ampliare la platea dei sostenitori della mia causa e che vorrebbe parlarmene al più presto. Però, mica mi aspettavo tutto questo interesse per la beneficenza da una persona come lui, sempre sorridente sulle riviste, desiderato da tutte le riviste di gossip e tanto attivo sui social, magari si scopre che la sua è tutta una facciata e che ha un cuore grande che nessuno immagina neanche. Mi piacerebbe discutere con lui della faccenda ma sono costretta a rinviare perché ho deciso di partire e prendermi una pausa tutta per me, così gli rispondo: "Alex sarà un piacere parlarne appena potremo rivederci, perché in questo momento sto facendo le valigie, sono in partenza". "Lara, non fuggire più, almeno non fuggire da me... se ti va fuggiamo insieme". Porca miseria ladra, ma che sta farneticando, davvero ha detto questo! "Alex, ma dai, smettila di scherzare, cerca di essere serio, non sono una ragazzina su cui fare colpo" dico con voce squillante, ma lui insiste, dicendo che dobbiamo parlare e che è disposto ad inseguirmi dovunque andrò perché è importante per lui. Allora gli spiego che ho necessità di partire per Milano, che ho degli affari da concludere lì e che quando tornerò ne riparleremo. A malincuore accetta e mi saluta, "cerca di riguardarti allora, ti aspetterò e ci rivedremo prestissimo". Lo saluto e con un sorriso ebete sulle labbra vado a prepararmi un caffè. Sveglio la mia principessa e dopo averle detto di Milano insieme a lei preparo una piccola valigia per la partenza. Mentre infilo indumenti a caso nella valigia Federica mi guarda in silenzio e io mi sento imbarazzata: è la prima volta che non sbuffa, che non parla incessantemente, che non sbraita perché ho deciso questa partenza senza di lei. Cerco di spiegarle che ho bisogno di allontanarmi da Roma per qualche giorno ma che tornerò presto e lei subito mi blocca, e mi dice prendendo le mie mani che non la smettono di piegare gli indumenti "Mamma, sono felice che vai via, hai bisogno di riposare la tua mente; tu pensi che non mi sia accorta che sei sempre presa dal lavoro, dalla fondazione, da noi! Ma non pensi mai a te, a cosa ti fa stare bene, a quanto hai bisogno di rilassarti e prenderti cura di te stessa!" Wow, la mia piccolina è cresciuta davvero, non mi aspettavo un simile discorso. "Ultimamente ti sento triste, distante, lontana, anche se sei qui con me, è come se ti mancasse una parte di te stessa, e poi ti vedo affaticata, sempre con quel mal di testa continuo; vai, dovunque tu voglia, hai bisogno di riprendere in mano la tua vita, ma ricordati che io e Fabrizio siamo qui, vicino a te, e se avrai bisogno di noi saremo sempre pronti ad aiutarti, se solo ci raccontassi cosa ti turba tanto". Mio Dio, cosa mi turba, non saprei, fino a qualche giorno fa credevo di non aver alcun pensiero per la testa, se non quello di dimenticare il dolore che avevo dentro, ma oggi? Abbraccio mia figlia, ormai diventata donna -e lei nemmeno se ne sarà accorta- di quanto è maturata in questi mesi sola qui, di quanto è dolce e forte allo stesso tempo, l'abbraccio e spero con tutto il cuore che un giorno possa essere amata senza compromessi e senza ostacoli. La mia piccolina ricambia il mio abbraccio e mi annuncia che è disponibile ad accompagnarmi alla stazione Termini, così farò in fretta. Alla Stazione il treno è in partenza e lo prendo al volo dopo aver trascinato il trolley lungo la banchina. Trovo il mio posto e mi sistemo immediatamente, voglio godermi il paesaggio che corre via lontano, mentre sto seduta a sognare ad occhi aperti che la mia vita sarà migliore, che ho un lavoro più o meno gratificante e che i miei figli saranno sempre il mio porto sicuro. Chiudo gli occhi e ripenso ad un altro treno, in un'altra città, sembra quasi un'altra vita e non la mia, quando di fianco a me avevo il mio bellissimo amore che mi solleticava per non farmi addormentare, cullata dallo sferragliare del treno sui binari, quando mi baciava e subito dopo mi mordeva il labbro e poi mi guardava con quei suoi occhi profondi e sorridenti per scusarsi e io mi perdevo nei suoi sorrisi, quando non vedevamo l'ora di arrivare in Stazione per correre a casa ed amarci ancora una volta. "E' libero il posto vero?". No, non ci credo, "Alex, per la miseria, che ci fai su questo treno?" "Ah, Lara Lara, ti avevo detto che si saremmo rivisti prestissimo, che ci faccio? Fuggiamo insieme, no?". "Tu sei pazzo Alex" e lui mi risponde come mai avrebbe dovuto: "Si, io sono pazzo di te e fuggirò da tutto e tutti se tu sarai sempre al mio fianco, con me".
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Il mio respiro
RomantizmTra passato e presente, tra sogno e realtà Lara analizza la sua vita e il suo rapporto speciale con l'uomo dei suoi sogni, con il suo unico amore, attraverso l'incontro inaspettato con Alex, attraente imprenditore di successo, desiderio di ogni donn...