Capitolo 20

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Trascorro altri 2 giorni a Milano e poi decido di fare ritorno a casa, nel mio paesino in Toscana dove dovrò riprendere in mano la mia vita, riprendere a lavorare e magari ritagliarmi un po' di tempo per gli acquerelli: sento la necessità di creare nuovi paesaggi in cui perdermi, dove l'azzurro del cielo accarezza le verdi valli in cui sono incastonati decine e decine di cipressi, proprio come quelli che posso guardare tutti i giorni dal terrazzo della mia casa. Fabrizio mi promette di farsi sentire più spesso e mi stupisce dicendo che sta preparando una sorpresa per il compleanno della sorella che si avvicina: cercherà di scendere a Roma, magari con Alice, per passare un po' di tempo con lei. Sono molto felice dell'intesa che hanno raggiunto e del rapporto che hanno creato tra loro; ricordo ancora quando da bambini litigavano e andava a finire sempre con le porte delle loro stanze sbattute in contemporanea. Allora andavo prima da uno e poi all'altra e cercavo di capire il problema, insieme poi trovavamo una soluzione e l'attimo dopo era come se non avessero mai litigato. Oggi sono uniti più che mai, si raccontano tutto e sono complici in tutto. Mi fermo a Roma qualche ora per salutare Federica: mi promette che appena può tornerà in paese per trascorrere qualche giorno con me. Così mi ritrovo sola, in macchina, sto guidando lentamente, non come facevo un tempo, oggi sto assaporando questo momento di solitudine e già sto organizzando mentalmente le mie giornate future. Appena impegno la diramazione autostradale per Firenze mi squilla il cellulare: è Alex, sono tre giorni che chiama ininterrottamente ma anche stavolta decido di non rispondere. Cosa potrei mai dirgli?! Che ho sbagliato a lasciarmi andare? Che in realtà stavo facendo l'amore con i miei ricordi e non con lui? Sarebbe davvero indelicato ed imbarazzante e oltretutto non merita questo mio atteggiamento, così decido di spegnere il cellulare e di alzare il volume della radio dove stanno passando un brano di Sia e inizio a canticchiare, e sento la mia forza inarrestabile, proprio come canta Sia. Già, devo davvero provare a non fermarmi alle apparenze, devo ricercare nel profondo di me stessa, ma soprattutto nelle azioni degli altri, la vera motivazione di questo malessere, devo scovarlo, devo stanarlo e combatterlo e prometto a me stessa che lo farò, che arriverò fino in fondo, che non mi arrenderò mai più al dolore e alla paura e aiuterò anche lui, affinché comprenda che ci sono altri modi di essere, altri modi di amare senza fare del male proprio a coloro che amiamo, che esiste un'altra opportunità per tutti e soprattutto per noi, perché il nostro amore è inarrestabile. Ecco, di nuovo a pensare a lui, la mia mente non si stacca da quel pensiero fisso, è come incatenata a questi maledetti ricordi e non riesce a fuggire. Ma prometto di provarci, provarci davvero, perché in fondo preferisco vivere al suo fianco, seppur un po' triste, un po' insoddisfatta anziché rimpiangere di non averci provato in nome di un amore da favola. Dopotutto quanti di noi vivono davvero come in una favola! In realtà non conosco nessuno libero dal malessere, dall'angoscia, dal dolore, dal sacrificio. Ognuno di noi attraversa momenti di sconforto e di abbandono, ognuno di noi ama a suo modo, ma senza gli affetti, senza le piccole certezze, senza le incomprensioni non potremmo capire il valore della felicità che ci donano i piccoli attimi, quei pochi istanti in cui ti senti appagata e felice. Arrivo finalmente a casa, lascio la macchina in garage e salgo su chiamando a squarciagola il mio fedele cagnolino. Rinasco ogni volta che mi si lancia addosso e inizia con le sue lunghe lappate a bagnarmi tutta. Lo abbraccio e gioco con le sue orecchie, poi vado in cucina e riempio le mie mani delle sue crocchette preferite che in meno di un secondo divora tutte. Ah, il mio mangione, "ti trovo in forma" gli dico, "si vede che Maria ti ha viziato per benino". Chiamo la mia vicina per ringraziarla di quanto ha fatto per lui e dico che domattina passerò a riprendere le chiavi di casa. Sono distrutta, in poco più di una settimana ho girato l'Italia in lungo e in largo, ho rivisto i miei vecchi amici di università, ho trascorso delle serate diverse e molto speciali e mi sono assicurata che Fabri e Fede sono in forma e soprattutto felici. Entro i bagno e apro l'acqua della vasca, poi scendo in cucina e apro una bottiglia di vino nero, mi verso un bicchiere e salgo di sopra. Mentre la vasca si riempie mi accendo una sigaretta ed esco in terrazzo: stasera i miei cipressi sono illuminati dalla luna piena: è talmente grande che sembra toccare le colline infondo alla tenuta, e per un po' scompaiono dalla mia mente tutti i pensieri negativi.

Il mio respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora