𝑹𝒂𝒊𝒏 𝒂𝒏𝒅 𝒕𝒉𝒐𝒖𝒈𝒉𝒕𝒔

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Taehyung pov's
"Ma quindi perché ieri sei andato via così?" Mi domandò Jimin camminando al mio fianco.
"C'è stato un casino a casa" sospirai pesantemente.
"Cosa è successo?" Continuò Hoseok.
"La neve ha sfondato il tetto di casa, facendo cadere dei pezzi sulla caldaia fracassandola e mettendola fuori uso, metà degli appartamenti è allagata per colpa di questa pioggia- indicai il mio ombrello pieno di goccioline- e ho una settimana per andarmene dopo di che mi buttano in strada" dissi.
"Mi dispiace Tae-iniziò Jin- purtroppo da me e Namjoon non c'è spazio ma ti avremmo ospitato" affermò mentre Namjoon mi lanciava uno sguardo dispiaciuto.
"Però potresti venire da noi!" Esclamò estasiato Jimin
"In effetti abbiamo una stanza degli ospiti inusata e vuota, e in più le spese dimezzeranno" continuò Hoseok con un grande sorriso.
"A me sta bene" accettò Yoongi.
"Quindi che ne dici?" Riprese parola Jimin.
"Ragazzi...grazie sarebbe fantastico!"
"Dopo domani ti aiuteremo a portare gli scatoloni a casa" intervenne Jungkook guardandomi negli occhi. Annui ringraziandolo con lo sguardo.
"Ora devo andare si sta facendo buio, grazie ancora ragazzi davvero" esclamai allontanandomi.




















Dopo aver impacchettato alcune delle cose che avrei dovuto portare mi sdraiai sul letto.
Tra le mani avevo una foto di qualche anno fa.
Mia madre, mio padre, mia sorella maggiore, io e mio fratello minore.
Mentirei se mi dicessi che mi mancavano.
I miei erano stati genitori assenti, quasi estranei, che temevo, i miei fratelli freddi e riservati.
Non avevo ricordi con loro, di famiglia felice e perfetta avevamo soltanto la facciata.
Una facciata che nascondeva la loro violenza psicologica verso di me.
Le critiche sul mio viso, sul mio carattere, sul mio corpo.
Per loro nulla andava bene di me.
Per loro ero soltanto lo sbaglio peggiore che avessero mai potuto fare.
Per non parlare di quando feci coming out.
Beh oltre a essere dei genitori di merda non poteva mancargli anche l'aggettivo "omofobi" almeno non erano credenti.
Rimase il fatto che iniziarono a urlarmi contro, mi tolsero, tablet, telefono e computer. Non potei più guardare neanche la TV. Quando compii 18 anni scappai dalle grinfie dei miei "genitori"-mi era difficile anche solo definirli tale- e andai a casa di mia nonna. Una donna bassina e dai capelli grigio cenere, una montatura sottile argentata e un sorriso dolce, riuscii ad entrare in una università a Daegu per poi riuscire a trasferirmi qui a Busan, soltanto due anni dopo.
Non sentivo i miei da allora.
Due anni.
Non sentivo la loro mancanza.
Si sa, non puoi sentire la mancanza di ciò che non hai mai avuto.



Angolo autrice
Scusate il capitolo corto e il ritardo
👉👈 ieri non ho avuto tempo, fra poco uscirà anche quello di oggi.
Ma volevo chiedervi, e se la rendessi mpregn?

-ame

talk to me boy || taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora