Confessioni

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-Dove vuoi che mi fermi?-
-Non ha importanza. Lì, puoi fermarti lì-
Marta si rese conto tardi che il parcheggio ad S da lei indicato era un po' astioso, ma Ransom in poche manovre sistemò la sua Lancia perfettamente.
Si erano diretti a nord, verso il centro di una piccola cittadina di cui non aveva prestato attenzione al nome; poco lontano si intravedevano il porto e il viale era puntellato di piccoli ristoranti.
Marta scese dalla macchina chiudendo bruscamente lo sportello e si diresse con le mani infilate nel pesante cappotto grigio sulla banchina del Mistyc River.
-Dove stai andando?- Ransom chiuse la macchina e la seguì, quasi correndo, per raggiungerla.
-Da nessuna parte, faccio solo un giro. Devo schiarirmi le idee-
A quell'ora e in quella fredda mattina ormai invernale davvero poca gente era presente nelle vie laterali e sulla strada principale che affiancava il sottile fiume.
Ransom non rispose e, capendo la sua situazione, si limitò a camminarle affianco.
Per Marta era contrastante la sua presenza: se da un lato non avrebbe voluto altro che rimanere sola con i suoi pensieri, cercando di trovare una soluzione a tutto quello che stava accadendo, dall'altro il fatto che Ransom fosse lì con lei le dava un certo conforto. Non sapeva bene perchè.
Probabilmente si trattava della solidarietà dell'essere le due persone più detestate dai Thrombey in quel momento. Ora come ora perfino i suoi genitori dovevano essere veramente furenti dalla rabbia con lui; averla aiutata a scappare dalla villa era stato sicuramente considerato un "alto tradimento", per immaginare le parole di Linda.
Il freddo che sentiva al naso e alle orecchie, per non parlare dei piedi, spinse Marta a cercare con lo sguardo un qualche bar in cui poter sgattaiolare all'interno. Ma prima che potesse mettere a fuoco i locali dall'altro lato della carreggiata, il ragazzo al suo fianco attirò la sua attenzione: -Lo sapevi? Sapevi che Harlan ti stava lasciando tutto il suo malloppo?-
-Ti sembra forse la faccia di una che ha la vaga idea di cosa stia succedendo?- indicò il suo viso frustrato e sconvolto, oltre che con le guance ormai rosse dal freddo.
-Beh no ma magari è perchè non ti aspettavi la reazione del cazzo che hanno avuto. Sono veramente dei mangia soldi- commentò Ransom, probabilmente senza riflettere che soltanto perchè non era lecchino come i parenti non significava fosse un ragazzo indipendente.
-La verità è che credo che Harlan non sapesse a chi lasciare tutto quanto. Forse il punto è che il problema siete voi, e non che si è affezionato tanto a me- Marta era stata sincera. Lo aveva avuto sulla punta della lingua per tutto il tragitto e ora attendeva una reazione da parte di Ransom. Se un minimo lo conosceva non si sarebbe alterato per una frase tanto onesta.
Era innegabile che questa fosse la situazione, specialmente dopo le discussioni che l'anziano scrittore aveva avuto di recente con quasi tutti i suoi parenti.
Quando Harlan l'aveva aiutata, quella notte, sapeva che se avessero scoperto tutto non solo la madre di Marta sarebbe stata cacciata dagli Stati Uniti ma la ragazza avrebbe anche perso tutto il diritto all'eredità, anche se erano le sue stesse disposizioni.
Una criminale non poteva certo detenere tutti quei beni.
Sarebbe finito tutto nelle mani dei Thrombey.
Harlan quella notte aveva protetto non solo Marta, ma anche tutte le sue proprietà.
Tuttavia lei non aveva la più pallida idea di come gestirle. Proprio nessuna. Anzi, doveva ancora metabolizzare se tutto corrispondesse veramente alla realtà.
Vedendo che Ransom non accennava a replicare ma la fissava indispettito, Marta si sentì in dovere di sistemare la sua frase: -Gli altri non sapevano che sarebbero stati esclusi dal testamento. Tu sì. Questo perchè Harlan te ne ha parlato, perchè voleva farti capire che saresti riuscito a costruirti qualcosa anche da solo. Non ha fatto differenze con i soldi, non ha voluto creare ulteriori faide nella famiglia-
-Nessuno della mia famiglia si è "creato da solo". Men che meno mia madre. Ha iniziato la sua attività con un prestito di quasi un milione di dollari dalle tasche di suo padre-
-Forse in te credeva maggiormente- replicò ancora una volta. Da come Harlan le aveva sempre parlato di suo nipote questa era senza dubbio un'opinione azzardata, ma d'altra parte ormai non non si sarebbe più potuto scoprire cosa realmente aleggiava nella sua mente.
-Non sono un cretino Marta. E non solo non credo a quello che hai appena detto, ma non credo nemmeno che mio nonno si sia suicidato. Lo conoscevo e sono certo non lo avrebbe mai fatto, non ne aveva motivo. E tu sei stata l'ultima persona con cui ha interagito, tu l'hai accompagnato al piano di sopra-
La ragazza si voltò verso di lui.
L'aveva aiutata a scappare dai parenti per ottenere la verità?
Quanto aveva intuito?
Dopo la lettura del testamento e la scoperta del destinatario poteva risultare facile per lui correre a determinate conclusioni. Non era biasimabile.
-Entriamo lì dentro, vedo che stai congelando- la prese per un braccio senza aspettare un cenno di assenso, e velocemente attraversarono la strada fino alla tavola calda che Marta aveva adocchiato poco prima.
Era fregata.
Se si fosse tirata indietro Ransom avrebbe capito che nascondeva qualcosa, se fosse entrata avrebbe dovuto essere onesta.
Nuovamente il suo cuore batteva molto più rapidamente del normale e il fiato cominciò ad accorciarsi.
Ransom avrebbe potuto reagire davvero male alla notizia che suo nonno era stato ucciso da un' infermiera, da lei.
Oppure, trattandosi di uno sbaglio involontario, l'avrebbe capita, l'avrebbe aiutata.
Si era dimostrato il più sveglio della famiglia, a discapito delle opinioni altrui.
Appena entrati la cameriera li scortò ad un tavolino in fondo al locale, fortunatamente appartato. Marta non sarebbe riuscita a parlare sapendo che qualcuno, chiunque, avrebbe potuto origliare.
Si sedette di fronte a al ragazzo, il quale appoggiò un bracciò sullo schienale in pelle e la invitò con uno sguardo di sfida a sputare il rospo.
-Non dirmi cazzate altrimenti vomiti qua davanti a tutti-
Marta sgranò gli occhi allibita: -Tu lo sai?- possibile che il suo segreto fosse così conosciuto? Sicuramente era stata Meg mesi prima ad averlo sbandierato in giro non appena lo aveva scoperto. Ricordava fosse rimasta a bocca aperta.
-Marta chiunque lo sa. È un qualcosa di molto raro-
-Non dovresti obbligarmi così. E non dovresti sfruttare questo mio... problema-
-Ognuno gioca le carte buone che ha a disposizione- alzò velocemente le sopracciglia ammiccando.
Esattamente come Benoit, Ransom l'aveva messa al muro, quasi sicuramente aveva già parzialmente intuito. E lei non poteva fare altro che fidarsi di lui.
-Sei uno stronzo-
-Mai negato. Parla-
E così Marta, per la seconda volta, dopo sua sorella, raccontò di come quell'8 novembre aveva invertito le boccette dei medicinali condannando Harlan a morte certa.
Il racconto fu interrotto quasi al principio da una chiamata di Meg che, con voce tremante e prossima alle lacrime, le aveva domandato cosa avesse intenzione di fare con l'eredità.
Marta si scoprì piuttosto infastidita: nemmeno un'ora e persino lei la tampinava con domande riguardanti quei maledetti soldi.
La ragazza aveva ammesso che sua madre era al verde e che lei di conseguenza avrebbe dovuto lasciare il college.
Marta questo non lo avrebbe permesso. Per quanto quella chiamata di certo non era stata gradita, non avrebbe lasciato che la sua praticamente unica amica avrebbe dovuto smettere di studiare per quello che aveva sempre desiderato diventare.
Ransom, che si era sporto sul tavolo per ascoltare la chiamata, allargò le braccia, come per dirle "ecco la dimostrazione che sono tutti opportunisti".
Dopo quest'ultima conversazione con Meg l'infermiera ottenne da se stessa un'ultima leggera spinta per confidare il peggio al figlio di Linda.
-Non ha voluto che chiamassi un'ambulanza. Ha insistito lui- ribadì concludendo.
Sentì gli occhi inumidirsi, ma ricacciò a forza indietro le lacrime.
Non voleva piangere in un locale e sicuramente non davanti a Ransom.
Si era già mostrata fin troppo debole, presto tutti avrebbero sospettato della sua perenne insicurezza.
-Io ti credo Marta- le disse il ragazzo davanti a lei, che nel frattempo si era scolato due birre; fin quando si era fermato di bere perchè la storia stava diventando troppo assurda.
Era di certo un colpo grosso quello che aveva appena ascoltato.
-Davvero?- non era la prima cosa che la ragazza si era aspettata di sentirsi replicare.
-Sì. Volevi bene al nonno e so che non lo avresti mai fatto di proposito, e credo anche che tu non sapessi nulla dell'eredità. È stato un errore. Certo, molto grosso, ma pur sempre un errore-
-Quindi cosa farai?- avrebbe potuto denunciarla, intascare la sua fetta d'eredità e a mai più rivederci.
-Non lo dirò a nessuno se è questo che mi stai chiedendo. Sei arrivata fino a qui, come Harlan avrebbe voluto, e ti aiuterò ad andare fino in fondo. Fanculo i miei parenti-
-E che cosa ci guadagneresti?-
-Il compenso che mi darai tu. Ti può andare come accordo?-
Ecco dove voleva andare a parare.
Vendicarsi dei parenti e intascarsi l'eredità.
Furbo, molto furbo.
A differenza di tutti gli altri aveva valutato come giocarsela al meglio, arrivati a quel punto.
-Blanc credo sospetti di me dall'inizio. Non so se sarò in grado ancora per molto di sostenere tutto questo-
-Non crollerai, ti aiuterò io. Ormai è anche nel mio interesse. Cosa ha in mano quel detective?-
Anche quello era un bel punto interrogativo gigante.
Non sapeva se la cassetta si fosse smagnetizzata del tutto, non sapeva se le impronte fossero state analizzate, non sapeva se il fango della finestra al terzo piano avrebbe potuto costituire un intralcio.
-Al momento non lo so. Credo niente di concreto, ma non so dirlo con certezza- si passò una mano nei capelli, esasperata da tutta quella situazione. -Una videocassetta, di quelle vecchie, è possibile che si smagnetizzi a contatto con un magnete?-
-Sì certo, direi proprio di sì. E' una cosa da fare?- chiese lui cercando di capire.
-No, no lascia perdere- almeno una buona notizia l'aveva ottenuta.
Ransom la stava continuando a guardare e Marta si ricordò di dover rispondere alla sua proposta.
Quel ragazzo si stava rivelando migliore di come se lo era sempre immaginato e di come lo avevano sempre descritto, persino Harlan.
L'aveva capita. E non giudicata.
Non aveva idea di cos'altro fare e un aiuto era davvero necessario.
-D'accordo-

Cena con delitto (film 2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora