In questa giornata di festa si era deciso di fare qualcosa di diverso. Nelson, il festeggiato che compiva gli anni, aveva ricevuto un invito da parte del padre (e sua moglie) a passare di lì per un pranzo in famiglia. Una sorta di pranzo in famiglia. Il figlio aveva azzardato l'idea di portare dei suoi amici per riempire quell'ernome casa dove abitava ed il padre accettò ben volentieri l'idea. Formulando ipotesi su ipotesi arrivò la decisione definitiva di passare l'intera giornata lì. L'invito a pranzo si trasformò involontariamente in un invito di sosta fino al giorno dopo.
Era il suo compleanno ed in più Federico a breve, in due giorni, sarebbe partito. A Nelson l'idea sembrò proprio un lampo di genio. Alla fine l'intento era stare insieme il più possibile prima che il neo-laureato fosse volato via libero verso nuovi orizzonti. Infatti, per la sera prima della sua partenza, avevano ben pensato di riunirsi per una cena a casa di Nelson. Di cucinare insieme, dormire lì per poi accompagnarlo in aeroporto il giorno seguente. Li aspettavano due giorni di piena festa a quanto pare. Un po' di sorrisi, felicità e spensieratezza non facevano mai male. Andava bene così.
Una volta raccattato tutto, molto alla cieca come il suo solito fare, Nelson era pronto a prelevare gli altri insieme alla sua spasso mobile (come gli piaceva definirla). Come un taxi, di fermata in fermata, passò a prendere prima Federico poi Cesare.
Dopo l'arrivo dell'ultimo era impossibile tenere il volante per sé. Così dal sedile del guidatore dovette spostarsi a quello del passeggero. Cesare amava guidare e ogni volta prendeva il posto di Nelson a cui non dispiaceva affatto la cosa pigro com'era.
Durante il tragitto verso Monghidoro, un piccolo comune di Bologna, la corsa fu interrotta una sola volta e per un breve arco di tempo. Si sentivano in dovere di non presentarsi a mani vuote. Erano dei bravi ed educati ragazzi. Lo scopo della sosta era l'acquisto di un buon vino, preso da un'ottima cantina in cui si erano recati di proposito, da portare alle persone che li avrebbero gentilmente ospitati. Nelson, svogliato come sempre, rimase in macchina ad aspettarli nascosto in quel tepore quasi rilassante di fine Agosto. L'aria tirava leggera spostandogli incerta qualche riccio.
«Mangeremo sicuramente carne. Io direi di prendere un bel rosso. Che dici?» Propose Cesare mentre camminavano verso l'entrata.
«Sì, sicuramente carne oggi», ripeteva annuendo, «ci sta allora. Son d'accordo. Vada per il rosso.» Si pronunciò dandogli corda.
Fianco a fianco, fissi sul viso rispettivo dell'altro con un sorriso sulle labbra, Nelson li stava perdendo di vista. Erano definitivamente entrati nell'enoteca.
Per dimezzare la tempistica chiesero subito aiuto all'addetto che si trovarono di fronte una volta varcato l'ingresso. Quasi quindici minuti dopo, e due ottime bottiglie di Raboso ben confezionate, stavano di nuovo uscendo così come erano entrati. Chiacchieravano serenamente, con gusto, con sorriso. Come sempre. Ma una piccola creatura avida bramava e gustava con ansia il suo momento di liberazione. Strisciava in quei sorrisi, in quegli sguardi. Si era annidata tempo fa e non aveva fatto altro che crescere, e crescere, e crescere...
«Un altro po' e mi trovavate carbonizzato.»
«Sempre il solito. Sempre ad esagerare.» Replicò subito Federico chiudendo la portiera.
Il viaggio era ripreso a scorrere tranquillo. Il pezzo mancante di itinerario fu completato arrivando alla meta senza nessun intoppo.
Una splendida casa immersa nel verde, isolata il giusto, si ergeva imponente davanti gli occhi degli altri.
Una volta parcheggiata la vettura, e prese le borse con l'occorente necessario per un solo giorno, si incamminarono verso l'entrata di casa conversando con il simpatico padre di Nelson. Posarono i bagagli dirigendosi verso il tavolo imbandito. La moglie del padre di Nelson, indaffarata con alcuni preparativi, non era andata ad accoglierli. Era intenta sulla preparazione di: taglieri misti con salumi e formaggi, ciotole con vari stuzzichini ed infine un ottimo spritz (alcolico) già preparato e comprato così, in dei bicchieri di vetro con del ghiaccio. Preparando in fine il bellissimo tavolo che stavano ammirando tutti.
Un brindisi generale diede il via all'inizio del buffet. Stesso in piedi, in una situazione molto tranquilla, bevevano e mangiavano.
«Bello ghiacciato... ci voleva!» Intollerante com'era al caldo, una bevanda fredda era proprio un toccasana per Nelson in quell'istante.
Poco dopo, suo padre li abbandonò perché un compito ben più importante lo aspettava: il barbecue. Proprio come avevano intuito i due ragazzi, oggi avrebbero gustato dei diversi tagli di carne rossa. Il vino offerto come omaggio fu molto apprezzato infatti. Non solo perché era ottimo come accompagnamento, ma anche perché il padre di Nelson se ne intendeva di vino. Aveva riconosciuto la bontà sublime del contento di quelle bottigle.
«Vuoi fare proprio festa oggi eh?»
«Sono solo al secondo. Non sono un ubriacone dai.» Gli diede una gomitata Cesare.
Non era un ubriacone, ma il secondo bicchiere era quasi al suo culmine.
Rise facendo un sorso del suo primo spritz ancora non finito.
La donna era entrata per un refill della medesima bevanda lasciandoli così da soli. Nelson era con il padre vicino la griglia. Non resisteva al cibo e a quell'odore magnifico che si stava sprigionando.
«Tu non bevi?» Con sguardo quasi malizioso pose la domanda.
«Io mi sto gustando la bevanda. Non me la tiro giù d'un sorso come una certa persona.»
«Ma avevo sete. E poi fa caldissimo.» Si giustificò sentendosi punzecchiato.
«Oh, ma guarda un po', giusto in tempo signora. Federico stava giusto per chiederle se poteva prenderne un altro.»
«Ma non è vero... sono apposto così, sta...»
«Non fare complimenti su. Li ho portati a posta. Bisogna pur accompagnare il cibo con qualcosa da bere no?»
Come poteva rifiutare adesso?
Maledisse con lo sguardo Cesare, che se la sghignazzava beato, e prese il suo secondo spritz.
«Dai, gustatelo pure con calma.» Sottolineò perfido.
«Io non lo volevo!» Bisbigliò inviperito.
L'altro fece spallucce ridendo sotto i baffi. Risate che presto finirono quando Federico, di soppiatto, gli diede una spinta con la spalla nell'esatto momento in cui aveva iniziato a bere facendogli così rovesciare un po' dello spritz addosso.
Chi la fa l'aspetti!
Era così il detto, giusto?
La tavola era stata sgomberata con l'aiuto di tutti in attesa della vera Regina indiscussa. Opulente. Dall'odore divino. Leggermente ancora rossa al suo interno, i vari vassoi di carne presero il sopravvento sostituendo i taglieri. D'accompagnamento una ciotola con varie verdure condite e un piatto delle speciali "bruschette Venceslai" all'olio e aglio. Al tavolo fece il suo ingresso il vino rosso comprato dai ragazzi che si scoprì più che un'ottima abbinata a quel banchetto.
Bevendo responsabilmente il pranzo si concluse lasciando spazio a digestivi vari, alcuni prodotti anche artigianalmente dallo stesso padre di Nelson. Amaro, grappa, brandy e molti altri ancora.
«Questo l'ho fatto io, dovete assolutamente provarlo... questo è buonissimo, assaggiatelo... questo ci vuole proprio dopo la fine di un pasto.»
Così facendo, spinti dall'entusiasmo coinvolgente del signor Venceslai, stavano sorseggiando e mischiando un po' di tutto. Pur non cercando di esagerare, il forte volume alcolico colpì chiunque. Soprattutto Cesare che dopo della grappa si era molto affezionato ad un particolare tipo di brandy.
Decisero di fare due passi per sgranchire le gambe e per riprendersi dalla mazzata dei digestivi. Il sole cocente di quella giornata non aiutava per nulla. Di comune accordo optarono per un bagno nella splendida piscina della casa. Infondo fremevano fin dal loro arrivo per quel momento. Avevano tutti portato il costume e facendo ritorno nelle loro camere si stavano apprestando al cambio di indumenti.
Nelson aveva una camera per sé mentre Cesare e Federico ne avrebbero diviso un'altra con un letto matrimoniale. Comodo. Spazioso. Morbido.
«Vuoi una mano per caso?... sei lento come un bradipo ma quanto ci metti!?» Velata, forse impercettibile, Federico scoccava una frecciatina. Nascosta, susseguita da altre parole, ma c'era.
Cesare, che stava alzandosi il costume, lo guardò nello specchio dove il loro sguardo si incontrò. Aveva ben colto la frecciatina. Non si trattava di una mano perché era leggermente brillo. Si trattava di altro...
«Se vuo-»
«Ragazzi ma vi muovete?» Fece irruzione il ragazzo con gli occhiali.
«È Cesare che è troppo lento. Io ho fatto.» Sogghignando uscì dalla stanza lasciando l'altro con le parole bloccate in gola.
Una volta sistemate le asciugamani sulla rispettive sedie a sdraio, erano finalmente pronti per un tuffo. Il primo fu Cesare, aseguire Federico e poi Nelson che entrò con un tuffo a bomba schizzando gli altri.
Dopo una nuotata rinfrescante il ricciolino decise di uscire per primo. Posizionandosi comodamente sulla sdraio era intento ad asciugarsi.
Come un serpente che esce dalla sua tana a mezzogiorno per godere dell'ora più cocente della giornata per ricaricarsi prima di andare a caccia, Cesare a braccia conserte sul bordo della piscina si stava godendo quei caldi baci del sole che sfioravano quella sua pelle chiara, per poi passare all'attacco.
«Hey.» Sottovoce lo chiamò accompagnando un piccolo schizzo d'acqua con la mano.
«Vecchio... ho il telefono.» Sbottava cercando di rimaner serio.
Nella stessa identica posizione era Federico che però smanettava al cellulare.
«Per due gocce d'acqua.» Replicò.
«Vieni qua.» Disse poi ancora.
L'altro fece finta di non aver sentito.
«Vieni qua.» Di nuovo seguirono qualche schizzi d'acqua alzati con un movimento della dita dal basso verso l'alto.
Rise, ma continuò ad ignorarlo.
Sinuoso come una serpe si mosse nell'acqua verso Federico.
«Se Maometto non va alla montagna.» esordì.
«In effetti hai il fisico giusto per fare la... montagna.» Una breve pausa si verificò allo scambio di sguardi.
«Che c'è?» Sorridendo perplesso gli chiedeva.
«Nulla.»
«Dai Fede.»
«No... è che... i tuoi occhi... hanno davvero un bellissimo colore alla luce naturale.» Rispose infine guardando fisso davanti a sé.
La bellezza di un cielo senza nuvole, la potenza dei raggi del sole, donavano un colore quasi nuovo a quegli occhi. Non erano mai stati di un verde così intenso e brillante.
«G-grazie.» Gli punzecchiò un fianco con l'indice e si sforzò nel risultare spavaldo nonostante l'inizio di rossore che si accentuava sulle guance. Probabilmente causato dal sole...
Di scatto si voltò a guardarlo causando uno strano interesse da parte di Cesare. Stava per aprire bocca, stava per parlare, ma tacque.
Forzando con velocità il palmo della mano in avanti, alzò una piccola onda d'acqua che si scagliò con violenza sul suo viso.
«Ma sei scemo!?» Bocchegiando, tossendo, strizzando gli occhi.
«Per due gocce d'acqua, che esagerato.» Ridendo si allontanò da lui.
Si era fatta decisamente ora di uscire e Cesare stava salendo la scaletta della piscina. Alzandosi tutta l'acqua in eccesso cominciò a scivolare sul suo corpo. Un corpo marmoreo. Con un movimento della mano mosse un po' i capelli, sistemandoli e togliendo un po' d'acqua. Sfiorandosi i gonfi pettorali fece lo stesso per poi terminare in una sorta di sfilata verso la sua sedia a sdraio. Era come se lo stesse facendo di proposito.
«Guardami!» Urlava il suo sguardo.
Una miriade di goccioline cadevano e bagnavano quel suo corpo perfetto ottenuto con sudore e sacrifici. Il costume a pantaloncino color rosso acceso gli si era incollato addosso mostrando così qualche forma. Senza un motivo apparente Federico si ritrovava a guardare la scena senza riuscire a staccargli le pupille di dosso. Una volta oltrepassato, stava adesso fissando le enormi e larghe spalle lievemente scotatte dai raggi solari. Proprio come una di quelle gocce, scese lungo la linea centrale della schiena fino ad arrivare al sostanzioso ed importante sedere, anch'esso evidenziato dall'aderenza e dalla frizione che l'acqua aveva sul tessuto.
Il sole mi sta dando decisamente alla testa, pensò, rimediando poi immergendosi sott'acqua un ultima volta prima di uscire.#MySpace
Come preannunciato a fine prologo, presto presto, è arrivato il primo capitolo. O meglio... la prima parte. Ho deciso di dividerlo in due per non appesantire la lettura. Secondo me era troppo, considerando che siamo a metà della giornata.
Io fossi in voi non mi perderei affatto la seconda parte!
Fino ad ora il sole era ancora alto in cielo. Ma, implacabili, si avvicinano le tenebre. L'oscurità. Un momento in cui anche la stella più luminosa dell'universo stesso viene "spenta" lasciando emergere la luna. Un momento in cui tutte le luci saranno spente!...
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A Luci Spente || Cesare x Federico || Space Valley
ФанфикPuò sembrare spaventoso il buio ma in realtà se lo ascolti con il suo manto ti abbraccia, ti avvolge, e ti fa da scudo da tutto quello che la luce può rivelare. Lui non mostra, nasconde. Non giudica, capisce. Al buio non si può vedere... e a luci sp...