Erano finalmente in casa! La sua vecchia casa. Dove tanti bei ricordi erano custoditi. Erano racchiusi fra quelle quattro mura bianche, atone. Tra scaffali ormai vuoti. Tra mensole lievemente impolverate in solitudine. La luce del soggiorno, lenta iniziava ad accendersi mentre entrambi si sfilavano le scarpe che avrebbero poi lasciato lì, all'ingresso. Lo sbattere inaspettato della porta, tirata con troppa forza da Cesare, fece sobbalzare entrambi costringendoli a guardarsi negli occhi. Attimi particolari. Un intenso scambio di sguardi. Fissi gli uni sugli altri. Incapaci di guardare altrove. Ipnotizzati dalle emozioni da essi trasmesse. Persi nell'anima dell'altro avvistata da essi.
La testa che gira. Il corpo pesante, ma la mente leggera. Vuota. Da riempire con nuovi ricordi. La vista offuscata. Tutto sbiadiva lentamente. I contorni delle cose. Tutto avvolto in un velo trasparente. Tutto appannato. La stanza girava in questo vortice sfumato che annebbiava tutto. Ma una cosa era ben nitida ai suoi occhi: Lui!
Si vennero incontro non rompendo la magia di quello scambio di sguardi infinito.
Una stretta vicinanza e in un attimo il passato si presenta, tormentoso. Impetuoso, scaglia le sue raffiche di vento. Le sue raffiche di ricordi. Seduti al cinema restan fermi ad osservarle. A ricordare.
Ma perché essere nostalgici di un qualcosa che si può ricreare?
In un momento, i loro corpi si mossero in contemporanea scontrandosi. Le prime ad incontrarsi furono le labbra. Le più vogliose di uno scambio, di un tocco reciproco con le altre. Dalle guance, Cesare lasciò scivolare le mani indietro fra i suoi fluenti capelli. L'altro, serrandolo dietro la vita, teneva ben salda la vicinanza. Incominciando ad indietreggiare, spinto, indirizzato da Federico, si stavano dirigendo verso camera sua. In un bacio continuo Cesare spinse la schiena dell'altro verso la porta, così aprendola.
Un letto troppo grande per una singola persona. Gli indumenti troppo ingombranti per dormire ora.
Un focoso bacio stava consumando quelle povere bocche.
Le mani scorrevano sui quei possenti corpi in un movimento meccanico. Automatico. Richiesto. Un bisogno irrefrenabile gli divampava dentro. Un bisogno primario di esser in contatto con il corpo dell'altro non gli lasciava fiato. Di esser in contatto con la pelle dell'altro. Con i muscoli e le curve del corpo dell'altro.
La luce del soggiorno illuminava timida il corridoio. Rimbalzando sulle pareti, fioca, debole, arrivava nella stanza tramite la porta semi-aperta che avevano lasciato. Luci fredde.
Una mano gli stringeva la maglia, tirandolo con superbia più che poteva a sé. Non c'era più spazio. Erano uniti in un corpo solo. La mano dell'altro sulla coscia, sul gluteo, poi di nuovo sulla coscia. Voleva quel corpo addosso. Lo desiderava. Il suo corpo lo chiedeva come una necessità, che gli fu concessa. Federico alzò la gamba che gli stava toccando intrecciandola al bacino. Prima una, poi l'altra dopo esser stato preso in braccio da Cesare. Le braccia erano intrecciate al collo invece. Leggermente dall'alto sembrava esser lui al comando adesso.
Seduti ora ai piedi del letto si consumavano ancora le labbra.
«Dimmi che mi vuoi!» Gli disse tirando a sé il suo labbro inferiore preso tra gli incisivi, mentre era in braccio a lui sulle sue forti gambe.
«Ti voglio!» Affermò per poi riprendere a baciarlo con eccitazione.
«Mi vuoi davvero?» Parlava a voce bassa, sensualmente.
«Ti desidero Fede!»
Stava avvicinandosi di nuovo per baciarlo ma con violenza, usando entrambe le mani, una spinta improvvisa lo scaraventò a letto. Un sorrisino malizioso gli si levò in viso. Come un avvoltoio su una carcassa, era sopra di lui pronto ad avventarsi contro. Gli prese i polsi facendoli arrivare al di sopra della sua testa, per poi rinchiuderli nella sua mano sinistra. L'altra scendeva dalla testa, stretta poi intorno al collo, sembrava essere il controllore del suo corpo.
«Mostrami cos'hai... mostrami chi sei... mostrami cosa vuoi... fammelo sentire addosso.» Gli diceva a pochi centimetri dalle sue labbra.
«Amami sottovoce!» Bisbigliò Federico.
Desideri repressi uscivano frustrati e potenti. Vogliosi di qualcosa di più... non di un'amicizia o di un bacio. Inciampavano in un burrone in caduta libera verso nuove sensazioni. Sensazioni uniche, in un momento particolare, amplificavano ogni percezione.
Com'era sentire tutto questo?
Essere sopraffatti da qualcosa di così travolgente, appassionante, chimico. Quasi alchemica era l'unione di quei due corpi. Perfetta!
Ad occhi chiusi era incatenato al letto di lui. Da lui. Immobile. Impaziente. Voglioso. Ogni centimetro del suo corpo desiderava Federico!
Con un colpo di testa spostò i capelli, lasciandoli volare nell'aria, tutti d'un lato. Un'intenso aroma di ormoni invase la stanza di cui ne era già al culmine. Chino, si apprestava ad assaporare il sapore della sua pelle. Il pollice, posizionato sotto la sua mascella, gli voltò la testa. Si era fatto spazio su quel collo troppo invitante e succulento. Prima una leccata in punta di lingua, perversa.
«Mmmh!» Brividi e pelle d'oca.
Sentiva tutto il calore di Federico, di quel corpo che aveva sopra ed era tutto quello di cui aveva bisogna ora. Tutto quello che voleva era sentire quel corpo caldo addosso.
Sentire lui addosso! Il caldo sui suoi polsi. Sul collo, dalla mano alla bocca. Sul petto, unito a quello dell'altro. Sul membro, attaccato ai glutei dell'altro. Le labbra carnose gli davano piacere assoluto al collo lasciando correre molteplici scosse elettriche dalla nuca fino al coccige. Aumentando sempre di più il gonfiore al cavallo dei pantaloni.
La pelle ruvida per la barba sulle labbra, gli dava una strana sensazione mai provata fino ad ora. Assaporata solo di sfuggita mesi prima. Ora invece ne stava facendo il pieno! Sentire sfregarla sul suo viso... sentirla tra le sue dita accarezzandogli la guancia... sentirla pungere ma allo stesso tempo non volersi staccare. Lasciandogli liberi i polsi stava ora godendo di quella medesima sensazione. Appoggiando le mani alle sue guance, non fermando mai i baci, stava apprezzando il leggere solletico sotto i suoi palmi per la bruna barba. Cesare portò le mani dentro le tasche posteriori dei pantaloni per sentirgli meglio i glutei. Li palpava. Li studiava. Li sentiva. Facendosi forza con gli addominali e la schiena, si mise in posizione eretta facendo alzare anche Federico. Lasciando uscire le mani dalle tasche, istintivo, le portò sull'orlo della maglia. Serrando i palmi iniziò poi a sfilargliela portando le mani verso l'alto. Una volta a busto nudo ci si fiondò in mezzo cominciando a baciarlo ovunque. Sentiva le mani di lui dietro la nuca. Gustava il sapore della sua pelle. Un nuovo sapore che stava mandando completamente in tilt le sue papille gustative. Quasi con l'acquolina in bocca non voleva più fermarsi! Ingordo gli morse la parte alta del pettorale, mentre le mani sovraeccitate erano impegnate a godersi la sua possente schiena. Prendendo i capi della maglia, anche Federico si decise a togliergliela.
Dal bacino, passando sui fianchi, seguendo la gabbia toracica, sfiorando i pettorali, Cesare seguiva tutte le linee del suo corpo con mano pesante e avida. Arrivando al suo collo iniziò a lasciargli in giro caldi baci mentre furtivo, in un istante, gli aprì il bottone dei pantaloni. Sentì qualcosa di gonfio come farsi spazio ora che non era più così costretto lì dentro, soffocato.
Prendendogli le mani, Federico le intrecciò entrambe facendole combaciare alla perfezione. Tutte le dita incastonate in una stretta amorevole. Una leggera spinta da esse e Cesare si lasciò andare indietro cadendo di schiena sul materasso, ancora. Una scia di baci, piccoli morsi, e leccate, stava pericolosamente scendendo verso il basso. Dal collo, alla parte alta dei pettorali. Dai capezzoli, agli addominali. Da quest'ultimi fino al sensibile inguine. Sciogliendo l'intreccio delle mani, passò a sbottonargli quei pantaloni fin troppo stretti adesso. Abbassando la cerniera di proposito lasciò toccare l'indice della mano lungo tutta la lunghezza. Il dito lo sfiorava accompagnando lo scendere della zip. Con un colpo secco iniziò a togliergli i pantaloni. Indietreggiando li sfilò definitivamente via dalle caviglie.
Ora era lì... in tutto il suo splendore. In tutta la sua pienezza. In tutto il suo benessere. Un corpo marmoreo che lo attendeva e lo invitava.
Con i piedi, Cesare lo tirava dalla schiena. Portando le gambe alla sua vita lo accoglieva a venirgli sopra. Mentre si stavano scambiando un intenso bacio portò a termine quello che aveva iniziato. Dopo avergli abbassato la lampo di scatto lo girò al lato del letto cogliendolo alla sprovvista. Sopra di Federico, ora, era intento a rimuovere quei pantaloni. E anche lui adesso lo video in tutta la sua bellezza. Quel corpo che tanto desiderava era lì pronto per lui. La persona che tanto aveva aspettato, era lì pronta per lui!
Avvicinandosi alle sue labbra si lasciò cadere sul corpo dell'altro. Le forti erezioni si scontravano fra di loro innescando nuove percezioni. Nuove sensazioni.
Approfittando della posizione, Federico gli stava tastando i glutei massicci, enormi. La mano era piena di loro e non bastava a prenderli tutti. Sentiva il palmo su di loro, caldi, ma non solo. Anche il suo membro ne sentiva la presenza. Il sottile strato di biancheria intima lasciava sentire tutto nei minimi dettagli. Il contatto era quasi pelle contro pelle. Nonostante questo, persino quel misero straccio che si ritrovavano addosso ora era eccessivo!
Messi di profilo, volti viso contro viso, si guardavano. Si scrutavano. Ormai la soglia di un'amicizia era stata oltrepassata già da tempo. Sin da tre mesi presi, quando dal buio si stavano lasciando trasportare in un qualcosa di nuovo. Adesso, ancora una volta, si era arrivati a superare un altro tipo di soglia. I baci erano cambiati. Erano più intensi. Più focosi. C'era un diverso tipo di trasporto. Trascinati da esso, erano arrivati a spogliarsi. A tastare con mano un corpo diverso. A sentire un corpo diverso. Fare determinate cose ad un corpo diverso. Uno di fronte all'altro continuavano a guardarsi. Nonostante la sbronza e l'eccitazione del momento erano bloccati da qualcosa. Nessuno osava togliere all'altro la biancheria intima. Le loro mani eran timorose. Titubanti nel compiere quell'avventata azione. Ma i loro occhi... nel loro sguardo si poteva palesemente leggere una cosa sola: la convinzione di volerlo fare! Nessuno dei due prese l'iniziativa sull'altro ma bensì pensarono di togliersi loro stessi quel che di poco avevano indosso. Ora non c'era più nessuna via di scampo. Il limite massimo, da cui non si può più tornare indietro, era stato superato. Nudi non solo di ogni indumento ma di ogni pudore e freno, iniziarono a baciarsi consumando e alimentando quel fuoco che gli ardeva dentro. Lingue disperate alla ricerca dell'altra. Mani, che non avevano più nessun controllo, esploravano il nuovo corpo che avevano davanti. Corpi surriscaldati, leggermente sudati, si scambiavano calore reciproco. Bocche insoddisfatte, si saziavano di nuovi sapori. Brividi che correvano veloci sulla pelle per questo nuovo modo di essere.
Che bello! Sentirsi a proprio agio... sentirsi bene tra le braccia di qualcuno è qualcosa di fantastico. Sentirsi complici di qualcosa di così bello è fantastico. Affinità. Passione. Coinvolgimento. Siamo vittime di tutto questo. Vittime di questa "cosa" che ci logora dentro. Che ci gravita inesorabilmente verso l'altro. Non provavo qualcosa di così forte da... forse non ho mai provato qualcosa di questa portata, di questa intensità! Benché sia tutto così nuovo mi sento bene. Scorre tutto naturale. Sono a mio agio con il mio corpo, nudo davanti a lui. Sono a mio agio con la stretta vicinanza del suo, nudo davanti a me. Non avevo mai pensato che qualcosa di così grande potesse travolgermi a tal punto di compiere quello che stiamo facendo. Ma sento di essere nel posto giusto. Nel momento giusto. Con la persona giusta. A fare la cosa giusta!
Credo che la cosa più bella, però, è sentirsi ricambiati. Lo sento. Sento di non essere l'unico a provare queste cose. Con questa notte tutti i dubbi che avevo si sono dissipati. È impossibile che questa cosa sia soltanto a senso unico da parte mia. Non ci credo. Lo sento da come mi tocca. Dalle cose che mi sussurra all'orecchio. Dai baci... dai morsi che mi dona. Sento che mi desidera! Lo leggo limpido, chiaro, pulito, nei suoi occhi. Mi guardano e mi gridano «ti voglio!», «voglio te!»
La paura di non esser ricambiati... la paura di esser rifiutati è qualcosa di lacerante dentro. Ma ora non la sento più. Sento il mio cuore ricucirsi di tutti quei graffi fatti nel tempo che ero via. Si risana con il suo essere. Con solo quello si cui aveva bisogno: di Cesare.
Le cose si fanno sempre in due. Non c'è una percentuale di squilibrio. È sempre un 50/50. Esattamente come tre mesi fa. Insieme lo abbiamo voluto. Insieme ci siamo baciati. Insieme abbiam deciso di farlo. Insieme eravamo mani nelle mani. Insieme eravamo intenzionati a baciarci ancora in quel letto.
Così come oggi, insieme, stiamo facendo l'amore.
Adesso lo so. Non è successo tutto per puro caso. Anche se non abbiamo più parlato dell'argomento, lui non aveva dimenticato. Ed ora sto capendo che forse quello che provo anch'io lo prova anche lui. Non so cos'è. Non so come definirlo. Ma è qualcosa di grande. Qualcosa che ti fa battere il cuore in petto talmente forte da farlo sentire a chi ti sta attorno. Qualcosa che ti colpisce allo stomaco come un cazzotto. Qualcosa che ti fa tremare le gambe come un budino molle. Qualcosa di bellissimo che vuoi non finisca mai. Qualcosa che ti rende felice!
Non so il futuro cosa ci riserverà. Non so domani cosa accadrà. Ma son certo che qualsiasi cosa sarà insieme! Ormai, in questa unione, le nostre anime si sono intrecciate. Sento il suo cuore battere forte. Così forte da sentirlo quasi nella mia di gabbia toracica. Sento che un suo pezzo del cuore ora mi appartiene. Proprio come un mio di pezzo, ormai, da tempo gli apparteneva.#MySpace
Ed ecco qui il capitolo finale che suggella la fine di questa storia.
Ogni volta che ne finisco una mi sento sempre un po'... strano. Non so perché. Ma con il finale di questa poi... beh, mi ha colpito molto adesso rileggerlo. Mi ha colpito forte.Non poteva andare nel migliore dei modi non trovate?
Non poteva finire in modo più bello.
Spero davvero tanto che questa storia vi sia piaciuta, grazie del supporto!
Per un ultima volta vi chiedo di lasciare una stellina e magari un commento se vi è piaciuto questo capitolo.
Se pensate che questa storia possa piacere a qualcuno di vostra conoscenza fate passa parola.Si conclude qui quest'altro viaggio...
xoxo
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A Luci Spente || Cesare x Federico || Space Valley
Fiksi PenggemarPuò sembrare spaventoso il buio ma in realtà se lo ascolti con il suo manto ti abbraccia, ti avvolge, e ti fa da scudo da tutto quello che la luce può rivelare. Lui non mostra, nasconde. Non giudica, capisce. Al buio non si può vedere... e a luci sp...